sabato 21 ottobre 2017

Storie dal fondo

di Massimiliano Santarossa
Ho approcciato Santarossa qualche anno fa per mera simpatia per un coetaneo e quasi conterraneo che scriveva. Il libro era "Cosa succede in città" e non mi ah lasciato grandi tracce.
L'anno scorso, a Pordenonelegge trovandomi al padiglione della Biblioteca dell'Immagine mi sono imbattuto in una selva di "Padania" e ho deciso di prenderlo. Con la simpatica appendice che a venderlo, dall'altra parte del tavolino, c'era lo stesso Santarossa. Gli ho detto: "E' la prima volta che compro un libro direttamente dall'autore". 
Padania mi è piaciuto. Una scrittura a suo modo potente, un ritratto di un domani che è già oggi in cui il benessere economico e la ricerca del piacere non riescono a coprire quel buco dentro.
Quest'anno, di nuovo a Pordenonelegge, ho visto che ne hanno fatto una trilogia con "Gioventù d'asfalto". E prendiamola.
"Storie dal fondo" racconta storie periferiche, non tanto perchè ambientate Villanova, ma per il tipo umano che tratteggia (i nove su dieci che non ce l'hanno fatta). 
Tutti con quel buco dentro, di cui parlava il protagonista di "Radio Freccia", e che è il vero protagonista di tante delle prime canzoni del Liga.
Ecco, Santarossa lo vedo un po' come Ligabue. 
Non è certo Bob Dylan, la voce è un po' così, quelli di cui parla sono ragazzi (uomini) molto diversi da me, le sue canzoni suonano tutte uguali. 
Ma è uno che riconosco.

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