Nel mentre si spargeva la notizia del ritiro di Gigi Buffon oggi resa ufficiale, ieri un sito ne ricordava la straordinaria carriera durata 18 anni.
Sembrano tanti. Ma sono 28.
Me lo ricordo quando esordì ragazzino contro il Milan, con il crisma del predestinato come Gianni, come Maldini Totti e Pirlo.
Il ragazzino che volava come Superman è diventato poi un campione, un uomo onusto di tante vittorie e grandi sconfitte, numero 1 per antonomasia, capace di appaiarsi a Zoff come lui divenendo modello insuperato del ruolo e monumento del calcio.
Nel mezzo la vittoria del mondiale da protagonista assoluto (con quella parata), probabilmente il migliore di una generazione di grandissimi, e la Champions tanto inseguita e mai raggiunta, il rigore di Sheva, e quelle lacrime a Milano dopo la sconfitta con la Svezia. Allora raccontò non lo scoramento per la perdita di un record da leggenda (le partecipazioni al mondiale), ma il dispiacere per i ragazzini cui era preclusa la gioia di tifare l'Italia.
Una passione che lo ha tenuto sui campi fin oltre i 45, e non importa qui sapere se tra i motivi ci fosse anche la paura di non potere, poi, essere all'altezza del numero 1 che è stato, tra i pali di tutte le porte del mondo.
Bello il ricordo della Juve che riporto qui sotto. Che tutto il calcio lo onori ricordando quello che è stato: grande avversario, capitano azzurro, vera leggenda.
E noi, ormai sui 50, chissà se vedremo un altro Buffon.
Caro Gigi,oggi è molto difficile trovare le parole giuste.È molto difficile parlare di un calcio che oggi saluta il suo numero 1 per eccellenza.Noi ci siamo già salutati, abbiamo già celebrato la storia irripetibile vissuta insieme, ma ogni volta avevamo la consapevolezza che tu avresti continuato a prendere in giro il tempo. Questa volta sappiamo che hai deciso di scrivere la parola fine e togliere per l’ultima volta quei guanti con cui hai saputo modellare una carriera straordinaria.Oggi, ancora una volta, ti ringraziamo, sapendo che questo è uno di quei momenti che verranno ricordati nella storia del calcio. Perché non sei semplicemente stato il più forte, hai fatto di più. Hai dato un volto a un ruolo, sei diventato IL portiere.C’è chi si è avvicinato al calcio vedendoti già nell’Olimpo dei più grandi, magari ammaliato proprio da quello che tu eri in grado di fare tra i pali. C’è chi ti ha visto muovere i primi passi sul campo, scorgendo un talento incredibile e stupendosi poi per quanto quel talento fosse sconfinato, infinito. Perché, diciamo la verità, hai stupito tutti, anche chi aveva le aspettative più alte, perché quello che hai saputo fare era semplicemente inimmaginabile. C’è chi ha visto altri grandissimi e pensava di aver visto tutto, magari con la convinzione che il nuovo raramente possa avvicinarsi davvero alla storia, e invece ti ha visto cancellare convinzioni e riscrivere il concetto di insuperabile, imbattibile ed eterno.Sei stato il giocatore che ha vestito più a lungo la nostra maglia, quello che ha vinto più titoli, il secondo in assoluto per numero di presenze, ovviamente il portiere con il maggior numero di clean sheet. Sei stato il nostro capitano e il nostro baluardo. Sei stato semplicemente Gigi.In questa giornata tutti ripenseremo alle tue parate incredibili, al modo in cui hai attraversato la storia, salutando fenomeni e vedendo emergere i loro eredi. E tu sempre lì. La costante, la certezza, il campione che con un sorriso sapeva scacciare via ogni paura e dare a tifosi e compagni la sensazione di poter essere davvero inviolabili. Hai fatto sognare e hai reso i sogni realtà.Oggi finisce un'era e siamo profondamente onorati di averla vissuta. Siamo stati parte della tua storia e tu sei stato parte della nostra.Grazie, Gigi! In bocca al lupo per la tua nuova vita.
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