di Susanna Tamaro
Fu un successo senza precedenti quando venne pubblicato. Ricordo che all'epoca veniva contrapposto a "Sostiene Pereira", ed io ovviamente parteggiavo per Tabucchi. Non è il mio genere, infatti, un "romanzo sentimentale"
La forma diaristico epistolare contribuisce all'originalità dell'opera, costringe a continua attenzione mentre si dipana il racconto dei rapporti tra la protagonista e le altre donne del rapporto, madre figlia e nipote, non senza drammi e sorprese.
Ai pochi essenziali fatti si accompagna una continua riflessione sulla vita, su come le cose ci cambiano, o come possiamo (o non possiamo) cambiarle.
Sul destino, l'amore. Su quello che conta veramente, conoscere se stessi e seguire la propria strada, quella giusta.
Per avere a lungo vissuto e avere lasciato dietro di me tante persone, so ormai che i morti pesano non tanto per l'assenza, quanto per ciò che - tra noi e loro- non è stato detto.
Avevo detestato l'invadenza di mia madre, volevo essere una madre diversa, rispettare la libertà della sua vita. Dietro la maschera della libertà spesso si nasconde la noncuranza, il desiderio di non essere coinvolti. C'è un confine sottilissimo, passarlo o non passarlo è questione di un attimo, di una decisione che si prende o non si prende; della sua importanza ti rendi conto solo quando l'attimo è trascorso. Solo allora ti penti, solo allora comprendi che in quel momento non ci doveva essere libertà ma intrusione: eri presente, avevi coscienza, da questa coscienza doveva nascere l'obbligo ad agire. L'amore non si addice ai pigri, per esistere nella sua pienezza a volte richiede gesti precisi e forti. Capisci? Avevo mascherato la mia vigliaccheria e la mia indolenza con l'abito nobile della libertà"
Quando si hanno i tuoi anni generalmente non ci si pensa, ogni cosa che accade la si vede come frutto della propria volontà...Soltanto più in là ti accorgi che la strada è già fatta, qualcun altro l'ha tracciata per te, e a te non resta che andare avanti... Verso i sessanta, quando la strada alle tue spalle è più lunga di quella che hai davanti, vedi una cosa che non avevi mai visto prima: la vita che hai percorso non era dritta ma piena di bivi, ad ogni passo c'era una freccia che indicava una direzione diversa; da lì si dipartiva un viottolo, di là una stradine erbosa che di perdeva nei boschi. Qualcuna di queste deviazioni l'hai imboccata senza accorgertene, qualcun'altra non l'avevi neanche vista; quelle che hai trascurato non sai dove ti avrebbero condotto, se in un posto migliore o peggiore; non lo sai ma ugualmente provi rimpianto... Lungo i bivi della tua strada incontri le altre vite, conoscerle o non conoscerle, viverle a fondo o lasciarle perdere dipende soltanto dalla scelta che fai in un attimo; anche se non lo sai, tra proseguire dietro o devia spesso si gioca la tua esistenza, quella di chi ti sta vicino.
Se io avessi capito allora che la prima qualità dell'amore è la forza, gli eventi probabilmente si sarebbero svolti in modo diverso. Ma per essere forti bisogna amare se stessi; per amare se stessi bisogna conoscersi in profondità, sapere tutto di se, anche le cose più nascoste, le più difficili da accettare.... Ai comuni mortali, alle persone come me, come tua madre, non resta che il destino dei rami o delle bottiglie di plastica. Qualcuno - o il vento- a un tratto ti butta nel corso di un fiume, grazie alla materia di cui sei fatto invece di andare a fondo galleggi; già questo ti sembra una vittorie e così, subito, cominci a correre; scivoli svelto nella direzione in cui ti porta la corrente... poi con il tempo e i chilometri, gli argini si abbassano, il fiume si allarga, ha ancora i bordi ma per poco. "dove sto andando?" ti domandi allora e in quell'istante davanti a te si apre il mare. Gran parte della mia vita è stata così. Più che nuotare ho annaspato. Con gesti insicuri e confusi, senza eleganza nè gioia, sono riuscita soltanto a tenermi a galla.
"I giovani" dice spesso nel mezzo di un discorso "non hanno cuore, non hanno più il rispetto che avevano una volta". Per non farla andare oltre annuisco, dentro di me però sono convinta che il cuore sia lo stesso di sempre, c'è solo meno ipocrisia, tutto qui, I giovani non sono naturalmente egoisti, così come i vecchi non sono naturalmente saggi.
Trovare scappatoie quando non si vuole guardare dentro se stessi è la cosa più facile al mondo. Una colpa esterna esiste sempre, è necessario avere molto coraggio per accettare che la colpa - o meglio la responsabilità - appartiene a noi soltanto.
Forse potrai capirmi soltanto quando sarai più grande, potrai capirmi se avrai compiuto quel percorso misterioso che dall'intransigenza conduce alla pietà.
E poi quando davanti a te si apriranno tante strade e non saprai quale prendere, non imboccarne una a caso, ma siediti e aspetta. Respira con la profondità fiduciosa con cui hai respirato il giorno in cui sei venuta al mondo, senza farti distrarre da nulla, aspetta e aspetta ancora. Stai ferma, in silenzio, e ascolta il tuo cuore. Quando poi ti parla, alzati e vai dove lui ti porta.
Nessun commento:
Posta un commento