venerdì 11 agosto 2023

Il sergente nella neve

 di Mario Rigoni Stern


Sergentmagiù, ghe rivarem a baita?

Sulla scia del centenario di Rigoni Stern celebrato l'anno scorso ritorno al suo racconto più noto, famoso almeno una quand'ero ragazzo ed era viva (oltre ad alcuni reduci, tra i quali barba Pinotto di Turpino) la memoria della ritirata di Russia.

Sembra una fredda (gelida?) cronaca, suddivisa nelle due parti che descrivono l'una la vita al caposaldo, l'altra i giorni e le vicissitudini della ritirata vera e propria. Rigoni Stern non indugia in discussioni politiche nè sul senso del mondo, non usa la parola nemico, non menziona Mussolini nè Hitler nè il Re. A ventanni ha la responsabilità di riportare a casa un gruppo di uomini e si preoccupa delle munizioni, dei pezzi, di cosa mettere sotto i denti. Gesti essenziali, sempre uguali che nella monotonia dei passaggi fanno dimenticare la reale successione degli eventi.

Fama meritata per l'episodio in cui nell'isba l'incontro con i soldati russi diventa un momento in cui degli uomini riconoscono nei soldati con la "divisa di un altro colore" uomini come loro, non nemici.

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