Una scaramuccia polemica sorge in una discussione iniziata in merito alla recente decisione dei vertici Rai su Roberto Saviano.
Preciso che non mi è piaciuto che per difendersi abbia sentito necessario attaccare Filippo Facci oggetto di analoghi provvedimenti.
Mi viene replicato che Facci sarebbe indifendibile visto quello che pensa e ha scritto negli ultimi anni sui social.
Trasecolo.
Ora da vecchio radicale rifuggo la stessa esistenza della categoria degli indifendibili. Tra i reietti i colpevoli i mostri ci sono le persone di cui deve essere difeso il diritto di assumere la propria responsabilità nel rispetto delle regole e del loro restare uomini (persone) tra gli uomini (tra le persone).
Ciò che mi spaventa è la facilità di certi giudizi manichei, in cui la complessità di una persona viene azzerata, ed essa diventa un tutt'uno con l'ultima cazzata fuori dal senno uscita, oggetto dell'inappellabile condanna della comunità dei signorini perbene.
Ricordo la lezione di Gemma Capra - parlava degli assassini del marito - che osservava come gli autori di azioni nefande potevano forse essere bravi genitori, persone con delle qualità che non dovevano essere identificate con un comportamento sbagliato, per quanto grave.
Lo stesso ordine concettuale deve essere usato per le tante fesserie che ciascuno può dire e pensare, per errore, idiozia o stupido divertimento. Una volta restavano al bar o nelle orecchie degli amici, ora vengono propagate sui social e restano un marchio che è difficile togliere, che può costare occasioni di lavoro e anche carriere.
Si deve stare attenti, da un lato: ma dall'altro anche essere indulgenti, o forse intelligenti.
Indifendibili: no grazie, salvi ovviamente Cahlanoglu e Donnarumma.
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