Dopo aver letto il libro dell'autore su Giorgiana Masi, mi sono procurato questo testo, stante la mia curiosità per gli anni di piombo.
L'idea di partenza era descrivere la vicenda tragica dei Casalegno, Carlo giornalista ucciso dalle BR, ed il figlio Andrea militante di Lotta Continua.
L'esigenza di collocarla nel contesto porta Vecchio a raccontare una serie di storie che hanno caratterizzato il 1977. Storie di lutti e di tragedie.
Ne viene fuori un libro sul 1997, in particolare sul movimento e su come la deriva violenta di una sua parte uccise le speranze che esso aveva generato, e le ragioni che pure in parte poteva avere l'attacco dei giovani al PCI.
E della folle allucinazione di quegli anni, in cui un consigliere comunale della DC poteva diventare un obiettivo da colpire: uscendo da casa di Antonio Cocozzello, dice Vecchio, "l'insensatezza del terrorismo mi è parsa davvero in tutta la sua atroce miseria".
E della folle allucinazione di quegli anni, in cui un consigliere comunale della DC poteva diventare un obiettivo da colpire: uscendo da casa di Antonio Cocozzello, dice Vecchio, "l'insensatezza del terrorismo mi è parsa davvero in tutta la sua atroce miseria".
Il taglio è quello di un cronista che riporta testimonianze, non di uno storico (anche la scrittura è molto attenta ai dettagli), con inevitabili conseguenze sull'interesse, e forse sulla possibilità di comprendere, per chi quella stagione non ha vissuto.
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