sabato 10 febbraio 2018

Il costo (estremo) dell'illegalità

Molto interessante il concetto sviluppato da Galli Della Logga in un articolo di oggi sul Corriere:
"Il vuoto socio-culturale e l’illegalità da arginare."
L'occhiello lo riassume bene: La legge va fatta rispettare sempre e senza guardare in faccia nessuno. È solo così che si combatte l’estremismo e la violenza di parte.
Il riferimento storico utilizzato è, manco a dirlo, al sorgere del fascismo, cui contribuì l'abitudine maturata nei mesi e negli anni precedenti a tollerare che la legalità ed i provvedimenti delle autorità venissero sbeffeggiati dalle opposte violenze: prima quelle "rosse". Poi , nel 1920-21, quando contro le cose e le persone delle leghe contadine, del movimento operaio e dei comuni socialisti, si scatenò in risposta la violenza fascista — più mirata, più organizzata e più feroce — il governo centrale ne ordinò, sì, a più riprese e anche con forza la repressione, ma senz’alcun esito. Ciò che accadde, infatti, fu la virtuale insubordinazione delle forze dell’ordine, dell’esercito e dell’apparato giudiziario. Le quali, consenzienti vasti settori dell’opinione pubblica borghese, si rifiutarono silenziosamente di esercitare contro i «neri» quell’azione repressiva che in precedenza non era stata esercitata contro i «rossi». Fu grazie a tale catena di eventi che la democrazia italiana corse alla rovina.
Il precedente, ben individuato, non ha bisogno di molte specifiche per rendersi una ben valida lezione per l'oggi.
Razzismo, intolleranza, rigurgiti fascisti sono e saranno certo da combattere. Ma per farlo bisogna applicare eguale rigore a combattere l'area di illegalità che si è formata intorno all'immigrazione, e a garantire protezione (non scherno e fiumi di parole politicamente corrette) a chi ne soffre gli effetti.
E non è una questione di ordine pubblico, è politica.

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