di Gigi Riva e Gigi Garanzini
Non resisto alla tentazione di procurarmi questa ennesima autobiografia di un calciatore, nel caso in esame quella vera leggenda del calcio italiano che è Gigi Riva.
Garanzini (che ha dato il suo meglio con "Il minuto di silenzio") conclude una ideale trilogia dopo i libri sul Vecjo Bearzot e sul Paron Rocco, ancora una volta applicandosi ad un "hombre vertical", definizione che Riva reclama nel ricordo della descrizione che ne diede Gianni Mura.
Il passaggio alla prima persona elimina il registro ironico in cui Garanzini è maestro e che rendeva particolarmente gradevole il racconto delle leggendarie gesta del Paron; assunte le vesti del taciturno e riservato campione, prevale l'economia di parole e sentimenti, con poco o nessuno spazio all'autocelebrazione, nè per le gesta di fromboliere inimitabile (e ineguagliato), nè per la sua scelta d'amore per la patria d'adozione, quella Sardegna in cui si è riconosciuto e che ha amato come la famiglia che il destino gli aveva sottratto.
Per la chiusura finale, vincendo il pudore (in ciò lo immagino forzato da Garanzini), cita Brera che lo amò così tanto e che coniò per lui il leggendario soprannome: "Nel suo viso incavato erano infiniti ricordi di dolore. Nessun pericolo ha mai potuto arrestarlo. Ha sempre considerato possibili le acrobazie più temerarie, tanto più temibili e pericolose quanto più vicine all'arcigna durezza della terra... I sardi vedevano in lui il campione, l'eletto che doveva riscattarli di fronte a una storia matrigna . L'hanno benvoluto e adottato prima che lo assalisse la nostalgia. Divenuto in pochi anni uno dell'isola, si è sottratto quasi del tutto ai crudeli complessi di un'infanzia troppo a lungo umiliata nell'indigenza... Tentò di rinascere un'ennesima volta e il miracolo pareva già riuscito. poi l'ha stroncato il destino. "No me dejas verlo" implorava Garcia per Ignacio riverso nel suo sangue. Io vorrei solo che degli eroi autentici non si guastasse mai il ricordo. L'uomo Riva è un serio esempio per tutti. Il giocatore chiamato Rombo di Tuono è stato rapito in cielo, come tocca agli eroi"
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