Ecco un libro a lungo corteggiato, ma che al momento del dunque non ho finito.
Ero interessato alla storia di quello che abbiamo conosciuto nei vecchi film come "far west", e questo testo del professor Cartosio mi era sembrato il modo giusto di affrontarlo.
Probabilmente l'oggetto del mio interesse, dimostra Cartosio, semplicemente non esiste, essendo piuttosto il risultato di una operazione di mitopoiesi che viene descritta, anche con riferimento alla reale situazione storica cui andò a sovrapporsi il mito.
Il punto di partenza viene individuato nella compresenza a Chicago, in occasione dell'EXPO 1893, dello spettacolo di Buffalo Bill e della conferenza nella quale Turner teorizzò la famosissima tesi della "chiusura della frontiera".
Cartosio ha modo in primo luogo di mettere in dubbio i presupposti fattuali della tesi, e della relazione al censimento del 1890 che ne costituì lo spunto, descrivendo in particolare la pochezza degli insediamenti "statunitensi" esistenti nelle pretese terre da conquistare, nonchè l'assenza di una vera e propria frontiera, men che meno costituita da una linea continua, di cui si potesse dichiarare la chiusura.
Al tempo stesso evidenzia la forza ideologica di un discorso che chiuse la prima fase della storia americana, identificata nell'espansione da est a ovest, ma che contesta sotto diversi punti di vista. Infatti la tesi: non è un saggio storico che spiega e descrive fatti, ma di un tentativo di interpretazione di un complesso di fenomeni; ignora del tutto l'importanza delle precedenti e ancora presenti colonizzazioni spagnola e francese; presuppone l'esistenza di "terre libere" disponibili per l'occupazione, mentre si trattava di terre abitate dai nativi, la cui esistenza è del tutto trascurata; implica il continuo confronto tra "mondo civilizzato e "mondo selvaggio", il primo connotato anche razzialmente dalla superiorità wasp (sono del tutto ignorati neri e indiani), il secondo visto come una minaccia da reprimere.
Si tratta evidentemente di una rappresentazione ideologica e mitica di cui vi erano del precedenti, tra cui viene citata "la Conquista del west" di Roosevelt, ma che ha le sue peculiarità nello spostare il tratto distintivo della storia americana all'Ovest, definitivamente dando maggiore importanza ai fatti americani rispetto alle origini europee, e che fu capace di rendersi egemone anche nell'Accademia per la sua provenienza da uno storico "paludato" e per la sua genericità sufficiente a renderla compatibile con ogni genere di discorso.
Date queste premesse Cartosio passa a descrivere gli esiti notevoli di uno studio veramente molto dettagliato e documentato, che però ci porta a seguire vicende biografiche di pittori, esploratori e fotografi, che in tutta onestà ho fatto fatica a seguire oltre un certo punto.
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