di Mario Rigoni Stern
Tonle Bintarn è un giovane contadino-pastore che vive in Veneto, in una terra che è appena divenuta Italia nel 1866. E' un contrabbandiere, tra i molti per i quale appare difficile comprendere perchè debba esserci un confine con le terre dell'Impero austroungarico, abitato da gente come lui, che parla una lingua simile al dialetto tedesco delle sue terre. Per via di un incidente con un finanziere diventa un fuorilegge, costretto a vita semiclandestina che lo porta a trascorrere metà dell'anno all'estero, nelle varie terre dell'Impero, dove lavora come venditore di stampe, giardiniere e quello che capita, per poi fare ritorno, a svernare tra casa ed il bosco che la costeggia. Una vita da fuggiasco con sempre in testa l'idea del ritorno a casa, alla casa con il ciliego cresciuto sul tetto, macchia rossa simbolo di una vita che nasce e resiste nei posti più impensati, nella quale riesce anche a generare un piccolo stuolo di figli, parte dei quali prendono la via dell'emigrazione oltreoceano. Con la nascita del principe ereditario nel 1904 un indulto pone fine alla clandestinità, ma è più per l'età che non è più tempo di andare per il mondo a lavorare, Tonle conduce al pascolo il suo gregge di pecore, tra i boschi di qua e di là del confine. In un breve levar del tempo oltre alle pecore la zona comincia essere frequentata dai militari che predispongono le fortificazioni in preparazione della guerra, che infatti arriva improvvisa, inspiegabile ed ineluttabile come le vere tragedie. Tonle osserva senza comprendere altro che la necessità di restare fedele a se stesso, alla sua terra e alla civiltà cui appartiene, assieme a quei nemici che sente essere persone come lui. Non lascia il paese evacuato e poi distrutto, per restare con le sue pecore, guardiano e custode non solo dei luoghi ma anche di un mondo che finisce, cui è attaccato ancor più che alle persone care. La prigionia è il preludio all'ultimo viaggio, un ritorno avventuroso nel luogo dove ormai tutto è distrutto, e può trovare l'ultima pace addormentandosi sul fianco di un ulivo.
A questa piccola grande epopea dà voce sincera la scrittura di Rigoni Stern, la cui attenzione alle cose, alle persone, agli elementi della natura fa venire in mente quanto altra mai la parola "autenticità".
Nessun commento:
Posta un commento