Ricca di molti spunti una conversazione con Roberto Spagnoli, alla presentazione del libro "Prediche antiproibizioniste".
Spagnoli cura da oltre trent'anni la rubrica "Diario antiproibizionista", ha raccolto le sue pillole in questo volume la cui presentazione è occasione di questo incontro con Edoardo Camurri.
L'incontro inizia con la lettura della sua pillola del 3 gennaio 2022, in cui dopo aver riassunto la genesi e le colpe del proibizionismo, si dichiara insoddisfatto dei progressi che pure l'antiproibizionismo "pragmatico" ha fatto portando a provvedimenti che hanno attenuato in molti paesi le più restrittive delle proibizioni: ritiene infatti che debba essere riaffermato l'argomento libertario, contro l'autoritarismo e nel nome della libertà di fare ogni cosa non nuoccia ad altri, anche drogarsi.
Nel farlo trova l'occasione di citare il noto libello di Kant "Cos'è l'Illuminismo", risvegliando ricordi liceali.
Con belle parole Edoardo Camurri ricorda la sua militanza radicale ed il ruolo che hanno avuto nella sua vita ("Marco Pannella e il partito radicale sono state la miglior droga chi abbia mai preso") la scoperta della radio e Marco , che cita: "siamo diventati radicali perché avevamo delle solitudini insopprimibili, e una una sete di alternativa più radicale di altri".
Difficile riassumere e anche citare i ragionamenti (le citazioni del Rimbaud amato da Pannella, il ricordo di se adolescente che leggeva Baudelaire) che Camurri sviluppa intorno all'unicità della persona umana, all'impossibilità di definire uno stato ordinario di coscienza l'allontanarsi dal quale costituisce il pretesto della criminalizzazione dell'uso di sostanza che l'uomo ha sempre usato e sempre userà: "La questione antiproibizionista non è non può essere soltanto una questione banalmente, unicamente politica nel senso vieto con cui lei normalmente intendiamo la politica. Essere antiproibizionisti significa ragionare e lavorare su una visione complessa della realtà, su una visione dinamica della realtà, in perpetuo divenire della realtà stessa. Significa aprire quella porta e poi iniziare a muoversi all' interno del paesaggio che quella porta mostra. Attraversare una porta: perché dall'anti proibizionismo e dal nostro rapporto con le droghe, anche se son tutti i termini molto complicati, davvero abbiamo accesso alla complessità delle nostre vite, una complessità che è tale, che è meravigliosamente tale, che non c'è nessuna politica politicante che in grado di poterci inseguire al di là di quella porta; perché non c'è nessuna legge, non ci potrà essere nessuna norma capace di inseguire noi umani una volta varcata quella porta. Perchè è una porta che mobilità tutti gli aspetti della nostra vita, privata, individuale e collettiva, comunitaria."
Spagnoli torna alla denuncia del proibizionismo: "Ecco il proibizionismo ha creato dei mostri; allora uno dei mostri è la droga perché la droga non esiste, è un' invenzione del proibizionismo. Esistono centinaia di sostanze che hanno effetti diversi e i loro effetti dipendono dalle caratteristiche intrinseche dalla sostanza, dalla persona che le assume e dalla situazione in cui le assume; la famosa questione del set and setting, che è stato una scoperta di una trentina d'anni fa, ed è una questione chiave per capire. L' altro mostro che ha creato il proibizionismo è la criminalità organizzata e qui però apriremmo tutta un altro questione. Poi c'è un altro mostro che ha creato il proibizionismo ed è il tossicodipendente. Guardate la parola: tossicodipendente, anzi il tossico; non esistono le persone che usano droghe, esiste il tossicodipendente; e la droga ti porta inevitabilmente alla tossicodipendenza e alla morte e la cannabis è la droga di passaggio; il latte no. Ma è sicuramente se andiamo a vedere chiunque ha magari neanche il morto di overdose al proponente ha consumato omogeneizzati o magari fumava".
Per un passaggio fondamentale Spagnoli cita Pannella, che si rivolgeva "ad una classe dirigente di donne e di uomini che da farisei ritengono di essere perbene; che ritengono di avere a cuore i destini dei loro figli e che invece sono loro che producono questa società, ma non per motivi psicologici. Con le loro leggi, la loro ignoranza, la loro paura, la loro incapacità di essere deputati la loro capacità di difendere il loro ordine creano morti e assassini e creano la premessa perché l'industria della morte dell'eroina, l' industria del suicidio, dell'assassinio sia quello che domina il loro tempo, per poter contrapporre il loro stato autoritario contro una società in preda, secondo loro, a manie omicide e suicide". Viene in rilievo la lettura che viene data dei giovani devianti: i giovani devono essere cresciuti giovani, forti, determinati. Chi sono i giovani devianti, quelli che escono dall' ordine costituito, quelli che vogliono provare una sostanza diversa, una musica diversa che si vogliono riunire al di fuori dei circuiti standardizzati? Di questo passo si passa da Woodstock, dalle autoriduzioni per vedere i concerti ad oggi che si pagano 120 euro per andare a sentire una rockstar. Allora che cosa che va bene ?va bene se stai nel sistema, va bene se ti sposi, fai bambini, se cresci dei giovani sani determinati? Tutto il resto è devianza? E allora qui ci colleghiamo al discorso sulla coscienza. Qual è l'ordine, le strade dritte ... devi andare dritto... dove? devi andare a sbattere contro i muri che stabilisce qualcuno per te? Oppure puoi varcare la soglia, svoltare l' angolo, cercare la strada nel labirinto. Perdersi anche, nel labirinto: perché questa è la cosa che fa spavento; la vita è una somma di contraddizioni. E' una ricerca continua e mi ricollego al discorso della della libertà come coscienza di sé come senso della responsabilità. Diventa anche poi l' uso consapevole; noi facciamo un uso consapevole di una di droghe pesanti come sono l' alcol e il tabacco allora io sono un consumatore di droghe pesanti perché mi piace l' alcol nel senso che mi piace il vino, mi piace la birra. E questo può avvenire con la cannabis può venire con la cocaina può venire con l' LSD; certo occorre conoscenza, e qui torniamo a Sapere Aude: occorre conoscenza occorre che tutte acquisisci cioè provare probabilmente un un fungo magico da solo la prima volta forse non è il caso forse è meglio che vieni accompagnato, forse capisci che è meglio di no. E' una questione di scelte personali e che cosa fa invece il sistema, il potere: ti devono spiegare come vivere.
E mi sono perso il secondo tempo di Lecce Salernitana.
Nessun commento:
Posta un commento