domenica 8 gennaio 2023

Fiore di roccia

 di Ilaria Tuti


Importante prova di Ilaria Tuti, in cui abbandona momentaneamente il thriller per rievocare una vicenda storica poco nota fuori dai nostri confini regionali, quella delle portatrici carniche.

Fatti storici reali vengono impastati con l'immedesimazione nella sofferenza di donne e uomini alle prese con la vera, dura, misera realtà della guerra (e della vita), con la consueta attenzione alla descrizione dei luoghi e della natura (si riconosce sempre dello studio), chiaro indice di vero amore per questa terra.

Tra i molti, forse non eccezionali ma autentici, meriti di questo libro, accanto alla valorizzazione di quella dolorosa epopea e del ruolo delle donne nella Grande Guerra, di un nuovo tassello di quell'affresco del Friuli che sta componendo la Tuti, il principale è la proposizione di un punto di vista autenticamente ed esclusivamente femminile.

"Ho pensato che da sempre siamo abituate a essere definite attraverso il bisogno di qualcun altro"
Oltre a ricordare una vicenda in cui le donne carniche diedero una grande prova di coraggio, forza e resistenza (con valore anche militare), Tuti fa di più, grazie all'utilizzo di un io narrante femminile molto incline a descrivere pensieri, sensazioni e sentimenti: ci mostra cosa una donna veramente prova di fronte alla tragedia, alla guerra, alla vita, fino alla scelta finale("Ho scelto di essere libera"). Più potente, più vero ed efficace di tutti quei discorsi (che pure difendo) sulla scrittura di genere, come sa essere solo la letteratura.

D'accordo, non è Tolstoj. Non so se occorreva scomodare Tina o se era necessario il ritorno nel 1976. Alcuni riferimenti come quello ai fusilaz o alla comunanza dei sentimenti tra i soldati dei due fronti meritavano forse maggiore approfondimento. Il tanto amore (per il Friuli, per le donne, per gli uomini: per l'umanità) che c'è in queste pagine, però, ci basta e avanza.



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