lunedì 26 aprile 2021

We want our cold nights in Stoke

Come stava scritto su un cartello alzato dai tifosi del Chelsea, fuori da Stamford Bridge per protestare contro la Superlega.

Vogliamo le nostre fredde serate a Stoke. 

L'ha spiegato Paolino Di Canio, che le trasferte da tifoso le ha fatte: "Questo rappresenta il sentimento comune -, le parole dell'ex attaccante al Club -, Stoke-on-Trent è una cittadina nello Staffordshire, tra Birmingham e Manchester. Una ridente, anzi 'piangente' cittadina, dove c'è sempre vento di traverso. Non piove, ma c'è nevischio tutto l'anno. Però andare in questi posti è una cosa bellissima per chi ama le trasferte. Si va in treno o in pullman, si bevono sette pinte di birra e si assiste alle partite a petto nudo con meno 5 gradi e il vento di traverso. Con la Superlega si stava togliendo questo. Perché la bellezza dei tifosi è proprio questa: non è tanto andare a vedere le partite contro il Manchester, ma, per confermare il proprio amore e dimostrare il proprio entusiasmo, portare il proprio figlio o l'amico in trasferta a Stoke-on-Trent nel Monday night

Nella vicenda della Superlega è valsa la subitanea impressione che si trattasse, nei tempi e nei modi, di un troppo anche rispetto alle follie già perpetrate dal "calcio moderno", rendendo superflue considerazioni che, parlando di merito e di valori diversi dal denaro, avrebbero avuto l'inevitabile sapore dell'ipocrisia.

Ci mancano quelle trasferte disagiate.

Ci mancano anche le domeniche alla radio, l'attesa di Novantesimo o della moviola di Sassi.

I giocatori naif, Carlo Mazzone che corre verso la curva dell'Atalanta.

La partita scandita non da musica a palla, ma da quei cori da gente semplice, ma con il cuore saldo; anche con dentro un vaffanculo. 

Avremo invece la Super Champions. E rimane tutto il resto: i milionari tautati e twittatori, i procuratori nababbi, i presidenti cinesi, le giornate spezzatino, la musica a palla che copre i cori, i tornelli, le trasferte vietate. 

La trasformazione del più popolare degli sport in una importante costola dello showbiz è un processo probabilmente irreversibile, magari non privo di effetti positivi, che comporta inevitabilmente la trasformazione dei tifosi in clienti.

A noi, che c'innamorammo quando in campo c'erano loro, Zico Edinho Massimo Mauro, Galparoli e Franco Causio, un po' dispiace. Saranno l'età e la nostalgia di quel bambino che cantava "Zico Zico", di quel ragazzo che amava Abel Balbo, che offuscano il raziocinio. 

Ma l'impressione è che, se si uccide la passione, muore tutto il resto. 

No al calcio moderno, sì alle trasferte a Stoke.

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