di Alessandro Barbero
In occasione della ricorrenza dantesca avevo scelto "Dante in esilio" di Chiara Mercuri, che poi ho trovato difficoltoso e alla fine non ho terminato.
Questo testo di Barbero ha invece risposto pienamente alle mie aspettative: è una vera biografia, sulla vita di Dante e non sull'opera o sulla sua importanza, scritta da uno storico.
Leggendo la quale la conclusione più immediata è che di storicamente accertato di Dante sappiamo (molto più che di qualunque contemporaneo ma) molto poco.
Fedele all'analisi dei documenti, analizzando i vari passaggi della sua vita e le congetture fatte dai dantisti, Barbero il più delle volte giunge alla conclusione che su molte questioni sono possibili solo ipotesi non verificabili.
Quasi nulla sul matrimonio, poco sugli spostamenti durante l'esilio, dubbi anche sull'evoluzione della sua posizione politica e del suo rapporto con il regime che glie l'ha inflitto.
Nonostante la fedeltà al metodo storico, il racconto si mantiene interessante e avvincente, offrendo anche spunti che dimitizzano la figura che abbiamo conosciuto sui banchi di scuola.
Non essendovi spazio per descrizione della sua opera (e quindi della sua grandezza di artista) l'uomo ci appare anche nelle sue debolezze, forse un po' più simile a noi.
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