sabato 13 marzo 2021

Scriviamolo al femminile

L'Agenzia delle Entrate ha pubblicato delle linee guida per la redazione dei documenti con linguaggio rispettoso delle differenze di genere.
Scriveremo "Direttrice", "Avvocata", financo "evasora". Diremo: "la funzionaria responsabile del procedimento" e "cari colleghi e care colleghe".
Quando ho letto la prima volta dell'iniziativa la mia reazione ha comportato pensieri che possono essere riassunti nel concetto del "benaltrismo", del tipo "ci preoccupiamo delle parole quando i problemi sono ben più gravi" oppure "voglio vedere cosa cambia nel rapporto tra uomo e donna se il Direttore diventa Direttrice".
Credo si tratti di un atteggiamento che in generale ha il difetto di non considerare che ai grandi cambiamenti contribuiscono anche le piccole cose, i quali dipendono (anche) da noi, senza che possiamo esentarci da un piccolo sforzo per l'osservazione che il ben altro che serve non compete a noi.
Nel caso di specie, aiutato dalla lettura del documento, ho mutato questo atteggiamento sulla base della riflessione, che ne costituisce la premessa, inerente al ruolo del linguaggio nella percezione e nella modifica della realtà. 
Essa mi ha portato a capovolgere l'iniziale pensiero per il quale l'iniziativa in parola avrebbe un carattere ideologico: è forse ideologica l'atteggiamento che la banalizza, direi ora.
Ciao a tutte e tutti.

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