Compie oggi 90 anni Mikhail Gorbaciov.
Una volta ho detto a mio figlio: "Quando mancherà quest'uomo, vedrai quanta partecipazione, quante celebrazioni".
Non lo so se andrà così. Così tanti anni sono passati, da quando quest'uomo era il più potente della terra e provò, fallendo, a cambiare l'altra metà del pianeta (per salvarne l'alterità). Le cose poi non sono andare come voleva lui; nel suo Paese non è amato, è colui che ha distrutto una superpotenza. E' in pratica dimenticato da quelli che non lo odiano
Ma se c'è uno che ha fatto la storia, cavolo, quello è Mikhail Gorbaciov.
Ero bambino che si parlava di guerra nucleare come prospettiva temibilmente concreta. Sting si chiedeva se anche i Russi amassero i loro figli.
Quest'uomo apparse al vertice di uno stato buro-autocratico, una ferrea dittatura i cui simboli veri erano il KGB e l'Agenzia TASS, e prese a parlare di distensione, rinnovamento e trasparenza.
E le portò avanti, a costo del suo fallimento personale.
Divenne quasi una specie di eroe pop, incarnò la speranza di un mondo intero di scacciare quell'incubo.
Il 7 ottobre 1989 a Berlino, mentre era a fianco di Honecker per celebrare i 40 anni della DDR, un coro spontaneo partì dalla folla: "Gorby, Gorby". Non sapevano che un mese dopo avrebbero camminato a Berlino Ovest; ma sentivano che, se era possibile sognarlo, era grazie a quell'uomo.
A Herzog che gli ha chiesto cosa ci sarà scritto sulla sua lapide ha risposto: "ci abbiamo provato".
Ha fatto molto di più: grazie, mister Gorbaciov.
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