Nel giorno del suo novantesimo compleanno, onorandolo come fosse ancora tra noi, moltissimi hanno sentito la necessità di ricordare Marco Pannella.
La straordinaria personalità del rapporto che avevano con lui tutti quelli che lo hanno conosciuto, e anche quelli che lo consideravano un amico anche con una frequentazione solo radiofonica (ed era un vero amico, di quelli che ti insegnano, ti indicano la via, ti correggono; ti aiutano a ricordarti di pensare) è spiccata nei mille ricordi, inevitabilmente aperti dalla professione scontata ma autentica: manca a me, manca a tutti.
Novanta personalità hanno firmato una lettera, pubblicata anche da Manifesto e Fatto quotidiano, per augurarti "Buon compleanno". Si può ascoltarla recitata sulla radio, ricca dei riferimenti ai molti con cui dialogò Marco.
Il TG5 gli ha dedicato un servizio, breve ma pieno di cuore (e bisogna ringraziare Clemente Mimum per ricordarlo sempre, anche con due begli articoli nei giorni scorsi). Guido Del Turco in due minuti ha saputo condensare quasi tutto, partendo dagli ultimi giorni nella mansarda, mostrandolo con Enzo Tortora, davanti a delle carceri, e soprattutto riportando il suo ultimo messaggio politico: "Non mollate, perchè storicamente abbiamo già vinto".
Chissà se anche questa volta aveva, contro ogni evidenza, ragione lui.
Tra i commenti, si distinguono quelli animati di stima da quelli densi d'amore.
Tra i primi Rolling Stone, che lo celebrò in un bellissimo articolo con DJ-AX, Mattia Feltri che ripubblica il coccodrillo del 2016, e Guido Vitiello che lo ricorda irripetibile extraterrestre che ora è atterrato su chissà quale altro pianeta, a calpestare nuove aiuole. Poi Taradash lo definisce il leader immaginario, illudendosi e illudendoci che chi vorrà ricostruire questo Paese dovrà fare i conti con lui. Francesco Rutelli ricorda che è stato l'uomo del garantismo e della politica per temi.
Tra i secondi un bel pezzo di Valter Vecellio, il biografo che da sciasciano apre con un giudizio del grande scrittore e (qui lo si può scrivere) dirigente radicale: “E’ il solo uomo politico italiano che costantemente dimostri di avere il senso del diritto, della legge e della giustizia”.
Ed è difficile restare indifferenti alle parole di Sergio D'Elia: "Sei stato l’uomo che ha salvato la mia vita, mi ha fatto rinascere, da una prima vita segnata dalla violenza a una seconda dedicata alla nonviolenza, al diritto, ai diritti umani.
Mi hai aiutato a capire - continua D’Elia - che non è vero che i fini giustificano i mezzi, che è vero semmai il contrario: che i fini più nobili, le idee giuste possono essere pregiudicati e distrutti da mezzi sbagliati usati per conseguirli, e uccidere le proprie idee è il delitto peggiore che si possa commettere.
Mi hai insegnato la nonviolenza, questa forza sottile e invisibile, eppure dura e durevole come un filo d’acciaio, religiosa nel senso etimologico del termine, che tiene insieme, lega indissolubilmente le persone anche se si trovano su fronti opposti. La nonviolenza è la forza della coscienza, del dialogo, dell’amore, la forza che ha connotato la tua vita, Marco, mai ‘contro’ qualcosa o qualcuno, ma sempre ‘per’ e ‘con’. Quanti violenti hai disarmato con la nonviolenza!”
Ieri in una maratona lunga oltre dieci ore, alla Pannella, che ho ascoltato in diretta e parte recuperata poi, lo hanno ricordato in tantissimi. (Ex) Militanti e dirigenti, politici, uomini di cultura e di spettacolo.
Impossibile sintetizzare i migliori interventi, anche se è facile commuoversi al ricordo della Parachini, o alle parole quasi tenere di Bertinotti, alla nostalgia di Sofri. Riflettere ascoltare il tributo di Andrea Orlando, di Martelli, di Macaluso, di Paolo Mieli. Sorridere ascoltando da Stefania Craxi la lettera che Marco scrisse al padre. Capire da D'Elia, Della Vedova e Loquenzi come l'incontro con Pannella cambiò loro la vita. Ascoltare le parole "pesate"di Saviano.
Impossibile sintetizzare i migliori interventi, anche se è facile commuoversi al ricordo della Parachini, o alle parole quasi tenere di Bertinotti, alla nostalgia di Sofri. Riflettere ascoltare il tributo di Andrea Orlando, di Martelli, di Macaluso, di Paolo Mieli. Sorridere ascoltando da Stefania Craxi la lettera che Marco scrisse al padre. Capire da D'Elia, Della Vedova e Loquenzi come l'incontro con Pannella cambiò loro la vita. Ascoltare le parole "pesate"di Saviano.
Per quasi tutti dobbiamo fuggire dalla tentazioni di chiederci cosa direbbe ora, Marco. Ma lo facciamo inevitabilmente, appunto perchè manca, e non è solo la nostalgia dei tempi andati.
E' che da quattro anni siamo, inevitabilmente, i Senzapannella.
E' che da quattro anni siamo, inevitabilmente, i Senzapannella.
Politici, giornalisti, uomini di grande cultura. Alla fine le parole migliori le ha trovate un artista,Vasco:
Le idee radicali di Marco Pannella, per combinazione,erano molto simili alle mie, ai temi delle mie canzoni: abbattere il pregiudizio, sospendere il giudizio, tolleranza, anticlericalismo; e, cosa da non poco, antiproibizionismo. Finalmente un approccio moderno alla vita sociale, con l' uomo e i suoi diritti al centro di tutto; davanti anche le logiche di partito, di sinistra, di destra o di centro. Avevo praticamente il mio alter ego politico. Anticonformista, contro l' ipocrisia, un portatore di coscienza decisamente rock. Un idealista nel tentativo di "sbigottismo" e di cambiamento della società, società italiana. Un uomo politico onesto, che al posto dei salotti sceglie sempre la provocazione e la piazza; e che inoltre, ricordiamoci bene, ha sacrificato tutto il suo patrimonio personale. Quanti altri lo faranno? W Marco Pannella.
Con un canestro di parole nuove, calpestare nuove aiuole
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