sabato 16 maggio 2020

A ciascuno il suo

di Leonardo Sciascia
Sono in fase sciasciana, si è capito.
Giallo "politico", nel senso che a questo aggettivo attribuiva l'autore, considerandolo necessario attributo delle sue opere, in cui si trovano disseminate con dovizia/delizia le consuete citazioni letterarie (Manzoni, Voltaire, Giuseppe Antonio Borgese, Pirandello, Casanova, uno scrittore polacco che cita Camus). 
Il duplice omicidio iniziale diviene oggetto di curiosità intellettuale da parte di un professore di lettere, che inizia una sorta di indagine privata. Gli sarà fatale, dopo averne scoperto il movente nei traffici illeciti di un notabile, miscelati con la componente passionale.
E gli autori del crimine, ormai evidenti a tutti tranne che alla polizia, ne godono trionfali i frutti, nel silenzio appena disturbato dal chiacchericcio, mentre il povero professore giace in una solfatara abbandonata.
"Era un cretino", il giudizio su di lui con cui si chiude il libro 
Protagonista del romanzo è evidentemente la Sicilia, raccontata nei suoi peggiori pregiudizi e nelle peggiori consuetudini, descritti con amara ironia della prosa asciutta e perfetta di Sciascia.
Un terra abbandonata in cui lo stato è inutile simulacro in cui non crede nessuno (mercè i "secoli d'infamia che un popolo oppresso, un popolo sempre vinto, aveva fatto pesare sulla legge e su coloro che ne erano strumenti"), ma che i suoi stessi abitanti fanno di tutto per piegare al proprio interesse. Una terra in cui tutti sanno chi è il notabile "che corrompe, che intrallazza, che ruba", in cui "rimettere insieme la roba" è opera di carità, che "è fatta di tanti personaggi simpatici a cui bisognerebbe tagliare la testa".

Nessun commento:

Posta un commento