giovedì 28 settembre 2023
Orizzonti di mediocrità
martedì 26 settembre 2023
Grazie Presidente
Forse non è vero che sono sempre i migliori che se ne vanno.
Ma qualche volta sì (lo pensavo già qualche anno fa).
Nella cerimonia alla camera in cui si è celebrato quello che Gianni Letta ha giustamente definito un "lutto repubblicano", in cui si è parlato di Thomas Mann, di Dante, di Emanuele Macaluso, la scelta degli oratori è la miglior prova di quale gran vaglia sia stato questo "statista italiano ed europeo".
sabato 23 settembre 2023
Le principesse di Acapulco
di Giorgio Scerbanenco
Principesse russe, comunisti convertiti dal denaro, ex nazisti, tuffatori messicani. Sempre piacevole la scrittura di Scerbanenco, certo chissà che diverso effetto nel 1970...
mercoledì 13 settembre 2023
Iof di Montasio
Concludo una tre giorni fantastica coronando un vecchio sogno: il maestoso Montasio.
Ci sono persone che si ricordano di avere, quattro o cinque anni fa, promesso di accompagnarti in una escursione; e lo considerano un impegno da onorare. Ti chiamano qualche giorno fa, dai andiamo, che il tempo ora è ideale. Sì che andiamo, quando mi ricapita questa occasione. Mercoledì, no martedì che al massimo c'è un po' di velatura il pomeriggio.
Il collega che si è offerto di accompagnarmi è un vero appassionato ed esperto, mi rifornisce dell'attrezzatura necessaria e mi conduce con passo deciso al lungo avvicinamento.
Siamo al parcheggio alle 9. Un veloce caffè al rifugio, e via. Ci aspettano infatti 1200 metri di dislivello, che percorriamo senza posa, arriviamo senza nemmeno accorgercene alla Forca dei Disteis, a quota 2200. Antonio ha scelto di salire per la via Findenegg, lasciamo allora la via normale per iniziare a inerpicarci sulla cengia che conduce a Nord, iniziando ad arrampicarci prima su pendio detritico poi su roccia, sempre lungo il sentiero costantemente segnalato e mai esposto, arrivando in breve, con lieve prolungamento, al bivacco Suringar. Poco prima inizia la salita tramite il canalone Findenegg, che attacchiamo a quota 2400. Di fatto fin poco sotto la vetta tutta arrampicata su roccia, mai pericolosa, ma costantemente impegnativa, che conduce fino alla cresta, più o meno a quota 2700. L'ultimo tratto in cresta è spettacolare, desta dal vivo esaltazione quanto rivisto in foto un filo di preoccupazione. Quella che non hanno minimamente gli stambecchi che, in buon numero, appaiono ben adusi alla presenza di noi umani.
Dopo 4 ore, sono sulla cima del Montasio; e non credevo ci sarei mai arrivato. Il panorama eccezionale spazia delle vicine vette delle Giulie alle Alpi Carniche di là: chissà se quello è il Coglians, dove stanno gli unici più in alto di noi. Qui in basso, il Grego è piccolissimo laggiù, e l'amata Val Saisera appare più bella che mai.
Dopo una breve sosta, è tempo di indossare l'imbrago, che servirà per la discesa per la via normale. Dopo un tratto in cresta verso est, in lieve discesa, percorriamo alcuni tratti attrezzati, che ci conducono alla famosa scala Pipan, che Antonio trova molto diversa (più breve e spostata) dall'ultima visita, cinque anni fa.
Ai piedi della scala mi sento quasi arrivato; ma in realtà mancano 800 metri di discesa. La malga laggiù è ben visibile, ma ci vuole un bel po' a raggiungerla, dopo un passaggio su pendio detritico, una scorciatoia sull'erba ed infine il largo sentiero. In discesa, tutto, sono 3 ore e 20, qui faccio un po' da freno, anche perchè mi fermo spesso a contemplare la vera bellezza, la stessa che da anni campeggia come sfondo su questo blog.
martedì 12 settembre 2023
Monte Mangart
Settembre di rara bellezza. Ogni mattina a chiedersi perchè ci si dirige a Trieste e non lassù: almeno la domenica ce la facciamo a ritagliare una scappata.
All'ultimo la Cima del lago viene scartata per il troppo dislivello.
Provo ad infilare tra le alternative il Mangart che ne segnala solo 600, la proposta viene accolta.
Una giornata di straordinario sole settembrino, clima davvero ideale, ci accoglie fin dalle rampe della rotabile che dopo il passo del Predil sale (pedaggio 10 euro), sale, sale... fino a quota 1850, a pochi passi dal rifugio.
Quota quindi più bassa di quella preventivata, recuperiamo in fretta i metri mancanti e ci portiamo in un baleno alla sella Mangart. da lì dopo un iniziale errore di percorso attacchiamo la "ferrata italiana", ricca di roccia da risalire con l'aiuto di ampi tratti di corda. A circa 2450 rimango da solo, percorro l'ultimo tratto attrezzato con passamani per poi fiondarmi sull'ultimo tratto di sentiero che porta alla cima, quota 2667, dove mi aspettano diverse decine di persone attirate dalla straordinaria bellezza e dalla relativa facilità dell'ascesa.
Si distinguono facilmente Canin, Montasio, gruppo dello Iof Fuart e di qua la valle dello Slizza ed i laghi di Fusine piccoli piccoli. I molti sloveni presenti guardano a est e sudest, cercando il Triglav.
Un panino e scendo con il cuore contento, negli occhi la vera bellezza; tre ore l'ascesa, due la discesa.
Al rifugio davanti ad una coca ammiro un panorama di struggente bellezza, costituito da una sorta di anfiteatro ai piedi della grande cupola, mentre il sole scalda le ossa.
Vien voglia di restare qui per sempre: ma tornare a valle si deve.
domenica 3 settembre 2023
Sentiero botanico Bila Pec
Gita programmata con famiglie, alla fine in formazione rimaneggiata, su percorso iperfacile ma che consente di colmare la clamorosa lacuna del rifugio Gilberti.
Saliamo al rifugio in cabinovia, dopo un caffè imbocchiamo il sentiero botanico in senso antiorario. L'ambiente aspro e roccioso ospita un sentiero ampio e con pendenza regolare, che in 40 minuti conduce alla sella di Bila Pec, dove si apre una magnifica vista sul nostro Montasio. Impossibile resistere alla tentazione di vari fotoritratti, per poi guardare con un po' di saudade la cima del Bila Pec, lì a un passo, un appuntamento rimandato prima di percorrere in discesa il breve anello, e raggiungere di nuovo il rifugio per una pranzo sulla terrazza, la cui magnifica vista non fa che sognare nuove escursioni... a presto
mercoledì 30 agosto 2023
Monte Rest
Questi impegni sportivi dei ragazzi cominciano a diventare un pretesto piacevole.
Per un recupero figlia a Tramonti mi concedo un giorno di ferie: non sono mai stato in quella vallata, e da tempo ho messo nel mirino la facile ascesa al Monte Rest.
All'ultimo decido di arrivare al passo da Ampezzo, strada lievemente più rapida. L'ultimo tratto è stretto ma con asfalto magnifico, evidente lascito di una trappa del giro.
Il tempo è incerto, in altre occasioni avrebbe consigliato di soprassedere. Ma lassù ci devo ancora andare, e allora si parte: sarò assistito dalla fortuna, giusto qualche gocciolina, neanche da baganare il k-way, e senza che la visibilità sia pregiudicata.
L'ascesa alla malga Rest (circa 50 minuti) si svolge quasi interamente su carrareccia cementata, poi pietrosa, salvo un ultimo pezzo in ampio sentiero nella faggeta.
La malga consta di stalle abbandonate, mentre l'edificio principale è stato restaurato ed è accogliente, lo utilizzerò al rientro per il pranzo.
Si vede piuttosto ravvicinata la cima, al culmine di un pendio erboso, dal lato opposto alla visuale sulle due Tramonti, laggiù. L'ascesa in diagonale, con un unico tornante in prossimità di una statuina della Madonna, mi porta in cima in una mezzora.
Visuale a 360 gradi, fin giù a Tolmezzo e risalendo ad Ampezzo, il Pura e il Tinisa. Da quest'altra parte la val Viellia fa intravedere i due paesi, e di fronte il Valcalda.
Come da impressione ricavata già domenica risalendo la vallata, e forse condizionata dal tempo, è questa montagna austera, aspra, non caratterizzata da ampie e dolci vallate nè dai colossi delle Giulie; forse friulana. Pur sempre vera bellezza.
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Parcheggio in abbondanza |
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Accogliente riparo |
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La casera |
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Tramonti di Sotto e Tramonti di Sopra |
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Ampezzo |
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Tolmezzo sullo fondo |
domenica 27 agosto 2023
Parla la Repubblica
Può parlare una Repubblica?
Può, quando la rappresenta una guida alta e ispirata come Mattarella (e come è stato Napolitano), e questa si prende la briga di lasciare al suo destino il vociare indistinto di molti suoi colleghi (sic!), per ricordare alcuni concetti essenziali, come ha fatto nel rimarchevole discorso di qualche giorno fa a Rimini.
I tentativi di trascinare verso il basso della polemicuccia partitica le parole del Presidente non reggono alla chiarezza di una visione che non è quella del "Capo dell'opposizione", ma di una persona che si rende conto di cosa voglia dire rappresentare i valori della nostra Repubblica.
Difficile riassumere; ma si deve provare.
Si interroga il Presidente: cosa non siamo?
Superare, espellere l'odio come misura dei rapporti umani. Ma c'è di più. Nell'omaggiare i suoi ospiti denominando come amicizia quella che forse siamo abituati a definire come solidarietà, come comunità, Mattarella spiega come necessariamente essa debba essere declinata.
Non mancano, mai, i pretesti per alimentare i contrasti.
Siano la invocazione di contrapposizioni ideologiche; la invocazione di caratteri etnici; di ingannevoli, lotte di classe; o la pretesa di resuscitare anacronistici nazionalismi.
La speranza è in voi giovani.
Prendetevi quel che è vostro. Comprese le responsabilità e i doveri.
Voi avvertite, in maniera genuina, tutti questi problemi.
Avete la sensibilità di sentirvi pienamente europei. Più degli adulti.
Avete conoscenze adeguate per affrontare, senza timore, le trasformazioni digitali e tecnologiche che sono già in atto.
Avete la coscienza che l’ambiente è parte della nostra vita sociale. Che non ci sarà giustizia sociale senza giustizia ambientale; e viceversa.
Non vi chiudete, non fatevi chiudere in tanti mondi separati. Usate i social, sempre con intelligenza; impedite che vi catturino, producendo una somma di solitudini, come diceva il mio Vescovo di tanti anni addietro.
Non rinunciate, mai, alle relazioni personali; all’incontro personale; all’affetto dell’amico; all’amore; alla gratuità dell’impegno.
Il mondo è migliore, se lo guardiamo con gli occhi giusti.
mercoledì 23 agosto 2023
AUTOCENSURA
Ho cancellato 44 post.
Tutti quelli che indicavano "Per chi voto", ed una serie di altri con contenuto critico su taluni comportamenti di politici o movimenti.
Mi costa parecchio, ma il clima illiberale che si respira rispetto alla libertà di espressione mi induce a questa forma di cautela.
domenica 20 agosto 2023
Rifugio Eimblatrim
Con la scusa di portare Riccardo ad Ampezzo, non par vero di organizzare una scappata a Sauris.
Il rifugio Eimblatrim appare meta comoda e alla portata di tutti, anche se si registrano delle defezioni.
Un'oretta tranquilla nel bosco ci conduce all'accogliente struttura, dove ci aspettano degli ottimi piatti serviti con incredibile velocità.
La vera bellezza può essere anche facile-