di Pino Cacucci
La via parallela a quella in cui ho passato la mia adolescenza è via Tina Modotti.
Un nome che ho quindi orecchiato da 40 anni, senza sapere esattamente chi era la persona a cui era appartenuto.
Si tratta di una delle udinesi più note fuori dai confini nostrani, per quanto la sua permanenza tra noi sia stata breve e, a giudicare da quanto racconta Cacucci, nemmeno delle più felici.
La sua vita si è infatti svolta tra gli Stati Uniti ed il Messico, con le significative parentesi in Spagna e Unione Sovietica.
Il racconto di Cacucci segue le vicende di una personalità molto forte, incentrate sul rapporto con l'arte fotografica e la passione politica, che da un certo punto in poi prevale. Appare singolare come una individualità così marcata abbia potuto assestarsi sulle posizioni più allineate allo stalinismo più ortodosso, di cui Tina fu nei fatti un agente.
Cacucci delinea una personalità inquieta soprattutto avvalendosi del rapporto con uomini molto diversi tra loro, Robo, Weston, Guerrero, Mella, Vidali, personalità forti conquistate dal fascino di una donna che non può che essere stato fuori dal comune.
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