Eccolo qui, davanti ai miei occhi, il simbolo della Dolomiti friulane, che accosto al volgere di un anno (non è ancora finito) che mi ha dato grandi soddisfazioni.
Il momento dell'escursione è stato scelto con cura, per evitare il solleone agostano. E' già un'avventura arrivare al parcheggio, con 13 kilometri di strada che solca la vallata, attraversa il torrente, sfila tra torrioni maestosi e selvaggi, facendo sorgere sincero stupore di fronte a luoghi così insoliti, inesplorati, eppure così vicini.
Non siamo certo gli unici ad aver avuto l'idea, troveremo ampia compagnia nella salita che si conduce interamente nel canalone tra le due file degli "Spalti di Toro " e dei "Monfalconi di Montanaia", ascesa costante, a tratti ripida, non eccessivamente faticosa per chi ha la gamba allenata. Dopo un paio d'ore lo vediamo spuntare, il desiderato torrione, ma per raggiungerlo costeggiarlo e superarlo fino al bivacco Perugini ne passa un'altra, finalmente tra vegetazione e pendenze meno marcate.
Il panorama composto dal ricongiungersi delle due catene, un'anfiteatro di cime che fa da contorno alla star della valle, è pura meraviglia. E par di stupirsi che questo luogo, pur famoso e frequentato, non lo sia ancor di più. Dove l'hanno portato, Brad Pitt, invece che qui?
La felice collocazione del bivacco nel centro dello spiazzo erboso induce a pensare alla fortuna di quelli che, già prenotato il posto, vi passeranno la notte.
Per il ritorno scegliamo di scartare il percorso ad anello e riprendiamo la via dell'andata.
Dopo una sosta al rifugio Pordenone, è di nuovo tutto un contemplare cime e gruppi sconosciuti.
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