I quarti di finale del mondiale di Rugby hanno messo in campo due partite che potevano essere la finale.
Aspetto comune, la lotta punto a punto, un combattimento duro e leale di ottanta minuti, con una disciplina incredibile con quello sforzo e prestazioni sul piano fisico e tecnico ad un livello fenomenale.
Si tratta di atleti che offrono performance straordinarie che accomunano velocità, forza, resistenza, capacità di restare concentrati e necessità di scelte tecniche giuste: forse il massimo che possa offrire oggi una disciplina sportiva.
Gli irlandesi, in una partita che sembra fatta apposta per entrare nella leggenda, con quell'ultima azione di 37 fasi, hanno giocato alla grande dimostrando di essere forse la squadra migliore, ma hanno perso per un paio di sbavature, confermando che a certi livelli gioca anche la tradizione, quella che gli All Blacks stanno onorando con una crescita che si vede di partita in partita.
I sudafricani hanno prevalso in virtù di una panchina lunga, e della capacità di orientare un paio di episodi decisivi di fronte al maggior talento dei francesi.
Entrambe le partite potevano finire con il risultato opposto, in entrambe ci sono state decisioni arbitrali discutibili, ma che sul campo sono state accettate senza battere ciglio.
Che grande spettacolo, che esempio per tutto il movimento sportivo.
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