A Piero Angela il Presidente Mattarella ha riservato parole non banali:
"Provo grande dolore per la morte di Piero Angela, intellettuale raffinato, giornalista e scrittore che ha segnato in misura indimenticabile la storia della televisione in Italia, avvicinando fasce sempre più ampie di pubblico al mondo della cultura e della scienza, promuovendone la diffusione in modo autorevole e coinvolgente.
Esprimo le mie condoglianze più sentite e la mia vicinanza alla sua famiglia, sottolineando che scompare un grande italiano cui la Repubblica è riconoscente".
Grande italiano.
La Repubblica è riconoscente.
Difficile immaginare un orgoglio più grande, peccato non lo possa provare il destinatario, che però ha avuto l'idea di lasciare un ultimo messaggio, denso di insegnamenti come la sua vita e la sua attività professionale.
«Cari amici, mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi. Sono stati anni per me molto stimolanti che mi hanno portato a conoscere il mondo e la natura umana.
Soprattutto ho avuto la fortuna di conoscere gente che mi ha aiutato a realizzare quello che ogni uomo vorrebbe scoprire. Grazie alla scienza e a un metodo che permette di affrontare i problemi in modo razionale ma al tempo stesso umano.
Malgrado una lunga malattia sono riuscito a portare a termine tutte le mie trasmissioni e i miei progetti (persino una piccola soddisfazione: un disco di jazz al pianoforte…). Ma anche, sedici puntate dedicate alla scuola sui problemi dell’ambiente e dell’energia.
È stata un’avventura straordinaria, vissuta intensamente e resa possibile grazie alla collaborazione di un grande gruppo di autori, collaboratori, tecnici e scienziati.
A mia volta, ho cercato di raccontare quello che ho imparato.
Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile paese.
Un concentrato di valori.
La consapevolezza della propria fortuna; il valore dell'apprendimento; la gratitudine; il desiderio di trasmettere la conoscenza.
Ma soprattutto, nella parte finale, il richiamo al dovere, che ciascuno ha, di fare la sua parte nella sua comunità.
Il cuore del messaggio è la parola "difficile"; l'Italia lo è soprattutto per la sua incapacità di sottrarsi al familismo amorale e all'individualismo, ed è purtroppo facile prevedere che l'appello finirà dai più inascoltato.
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