martedì 9 agosto 2022

L' era della suscettibilità

di Guia Soncini

Polemista intelligente e consumata, Guia Soncini ha buon gioco a prendersela con la stupidità dei tempi, nella sua specifica declinazione costituita dal diritto/dovere di indignarsi. 
Molti dei riferimenti vengono dall'America, ove sono avanti con la cancel culture, con il politicamente corretto portato all'estremo e retroattivo: e non si sa se dobbiamo temere che arriveremo anche noi, a essere come loro, o ci salverà il nostro disincanto da Old Europe.
La "morte del contesto", il "feticismo della fragilità", l'"indignazione deperibile", la "premessite" sono il comodo bersaglio dell'ironia dell'autrice, dalla parte è cui facile sentirsi illudendosi di essere colti e disincantati al suo pari.   
Certo ha il fegato di sfidare sul loro terreno, i social, i protagonisti della facile indignazione del momento; magari non quello di non starci, sui social.
L'argomento consente di esercitarsi su una considerevole mole di idiozie generate dalla dittatura degli offesi; un po' di divertimento come contropartita dell'ammissione che hanno vinto loro, ahi, miscelata con nostalgia di quando "la fine di Andreotti" spopolava su Cuore. E, aggiungo io, di quando Banfi poteva cantare "Benvenuti a 'sti frocioni" (ci starebbe nel capitolo "pensa oggi", Guia). 
Il vantaggio della politica identitaria è che ti libera dal peso della tua inadeguatezza, inadeguatezza che spesso è la tua principale identità. Eh già, non siamo tutti uguali, ci sono i più belli e i più intelligenti, gli altri rosicano e si indignano.   

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