In cerca di svago, riprendo in mano questo singolare libro, unico giallo scritto da Borges (sia pure a quattro mani con Adolfo Bioy Casares).
Comincio a ritrovare nel volume una carta d'imbarco Roma - Trieste del 13 marzo 2013. Del resto uso segnalibri "datati" (scontrini, biglietti del treno o del bus) apposta per poter riandare, anni dopo, al momento in cui lessi un libro.
Fantastico è l'aggettivo perfetto e pregnante per descrivere le opere del poeta argentino, e questa, pur essendo una sorta di divertissement, lo merita appieno.
Le funamboliche tirate verbali messe in bocca ai diversi personaggi divertono e lasciano costantemente nel dubbio se si tratti di prosa o satira, a volte strappano vere risate. Il rovesciamento del punto di vista operato da Isidro Parodi nelle poche, conclusive parole, consente di svelare l'enigma, forse nemmeno così nascosto, se l'attenzione non fosse andata più che alla trama al meraviglioso mondo di parole che la compone
E probabilmente sfugge, al solito, al poco colto lettore (me provr'om) qualche tema filosofico e qualche topos letterario, nei diversi racconti, pur collegati tra loro, che compongono l'opera.
Delizioso.
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