Già mi era molto dispiaciuto leggere di un'iniziativa giudiziaria sulla gestione del paziente-1, che spero abbia già trovato il suo posto nell'archivio.
Ora pare che studi legali e società pubblicizzino sul mercato iniziative giudiziarie, per gli infettati di COVID, con l'ovvio contorno dei patti di quota-lite.
Le associazioni forensi si sono dissociate, per fortuna.
Non sarò io a discutere dei diritti. I diritti sono tali perchè non si deve chiedere il permesso di esercitarli, perchè c'è sempre un giudice che ne può accertare l'esistenza.
E tuttavia.
Da molti anni penso che l'abuso della responsabilità civile sia uno dei gravi problemi del nostro paese. Per ogni problema, giù cause, vediamo se ne caviamo una sommetta. Nel campo medico questo ha provocato lo stanziamento di enormi risorse per costi assicurativi distolte dall'assistenza, ma anche la meno evidente (ma forse più grave) modifica del comportamento clinico dei medici, comprensibilmente inclini ad adeguarsi a protettivi protocolli anche quanto divergono (magari imponendo costosi accertamenti non necessari nel caso concreto) da quanto in loro responsabilità ritengono utile per la cura.
I medici che oggi sono considerati come eroi sono gli stessi che ieri venivano additati quali responsabili della "malasanità", e rischiano domani di vedersi addebitate alcune delle inevitabili conseguenze nefaste dell'attuale crisi.
Che venga evitato questo sfregio, in un modo o nell'altro.
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