martedì 20 marzo 2018

Dalle lodi all'affettata meraviglia

Da perfetto radicale, Massimo Bordin è stato a lungo in rada compagnia nella posizione di accesa critica alle iniziative prima giudiziarie, poi politiche, del "dottore Ingroia"

E ora che la storia ma direi piuttosto la cronaca (nera), ineluttabilmente, presenta il suo conto, è probabilmente fra i pochi che molla la presa, chiosa "qui non c’è nessuna voglia di infierire su Ingroia, ma sui cronisti che ne cantarono le lodi e ora affettano meraviglia, è faticoso trattenersi"; e rinunzia persino alla fantastica ironia con cui ha per anni preso di mira l'ex magistrato e mancato capopopolo.



"Naturalmente la presa di posizione dell’ex pm ha suscitato reazioni, la più tagliente delle quali è stata quella di chi ha commentato che, trattandosi di una sciocchezza assoluta, c’era la prova che erano parole a lungo meditate. "




Certo non può esimersi dal sottolineare come sia discutibile un'autodifesa fondata sull'ipotesi che l'indagine per carico per peculato sia una vendetta per il suo "capolavoro", il processo "trattativa". Indagine "impostata con la stessa logica di quest’ultimo comunicato del dottore Ingroia" (non dev'essere un complimento).
Si è arrivati al sequestro dei beni: non certo una fumosa notizia o un'indagine agli albori, da parte degli ex colleghi. I quali hanno aspettato le elezioni, cui si presentava  in una lista capeggiata insieme a Giulietto Chiesa, senza il pudore che sarebbe stato lecito attendersi:  E’ spiacevole piuttosto che Ingroia, candidato con una nuova lista alle elezioni politiche, debba, secondo i suoi criteri, auto assegnarsi in questo caso non un premio di oltre centomila euro ma la qualifica di impresentabile. Ma siamo certi che non lo farà e in fondo è meglio così.
Quanto all'indagine, per Bordin la difesa ha buone frecce al suo arco, soprattutto il rispetto delle procedure formali.
Leggo infatti anch'io: Il Regolamento missioni e trasferte” della Sicilia e-servizi, scritto personalmente da Antonio Ingroia il 16 aprile 2014, in effetti è molto stringente. All’articolo 6 – “tipologia e massimali di spesa rimborsabili” – divide il personale in due gruppi e stabilisce che il gruppo B (tutto il personale), non può viaggiare in aereo, può alloggiare solo in alberghi a 3 stelle e può spendere massimo 25 euro a pasto; mentre il gruppo A (i dirigenti) può invece pernottare al massimo in alberghi a 4 stelle e consumare non più di 65 euro a pasto. Ma com’è possibile allora che il dottor Ingroia dorma in hotel a 5 stelle (intesi come categoria di lusso, non come stile grillino e anticasta) e spenda decine di migliaia di euro? Perché, sempre all’articolo 6, il regolamento scritto da Ingroia prevede un’eccezione: “E’ ammesso, limitatamente all’Amministratore unico (lo stesso Ingroia, ndr) ed al Direttore generale, il rimborso per categorie alberghiere superiori".
Siamo al punto: per Ingroia è concesso a lui quello che sarebbe scandaloso e forse delinquenziale per altri.

Non è forse l'unico incline alla doppia morale; ma pare sia l'autore della notevole frase (un tweet, ovviament) “Io sono garantista con gli innocenti e giustizialista con i colpevoli”
Forse c’è da preoccuparsi se uno che ha fatto il magistrato ritiene che il codice con le sue garanzie vada applicato a discrezione.
Ma a conoscerli certi soggetti, lo stupore è stato messo da parte da gran tempo.
Ascoltare per credere una vecchia godibilissima intervista di Bordin nella campagna elettorale del 2013. Tutta da ascoltare, ma al minuto 11.45...
Chi millanta sulle questioni in cui è inutile farlo, va a finire che omette di produrre al tribunale, che so, un verbale in cui un pentito aveva dichiarato di non sapere nulla sull'imputato poi accusato.

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