sabato 15 novembre 2025

Il grande Principe

Serata di grande emozione al teatrone. 

Il ritorno del Principe ha catturato le attenzioni di molti, per puro caso sono riuscito a trovare un ingresso.

Non c'era bisogno di questa ulteriore prova per saperlo, abbiamo a Udine il più grande cantante italiano.

Con puntualità strepitosa, il nostro attacca uno show di 100 minuti nel quale esegue interamente Rimmel nel cinquantesimo anniversario della pubblicazione.


Aggiungendo i 4-5 pezzi più famosi di altri dischi, si compone una scaletta quasi perfetta rispetto a quella che avrei composto io, persino "Il signor Hood" ci finisce dentro.

Non manca nulla: Sempre e per sempre, La leva calcistica, Generale, Bufalo Bill, possiamo cantare a squarciagola.

Con l'età la ritrosia si è allentata, al pubblico è concesso qualche scambio di battute e l'omaggio con Stelutis alpinis, ovviamente proposto con aristocratico silenzio.

E' il momento di massima emozione, nel mio quadrilatero personale con Atlantide, Il Signor Hood e Pezzi di vetro.


L'esecuzione de "La donna cannone" sublima la classe cristallina, ed il solito pensiero è a come mai avrà trovato quelle parole che riescono farci capire realmente i sentimenti che proviamo, che vogliono spiegarci da mezzo secolo la stessa cosa: 
Tu non credere se qualcuno ti dirà,
che non sono più lo stesso ormai.
Pioggia e sole abbaiano e mordono,
ma lasciano, lasciano il tempo che trovano.
E il vero amore può nascondersi, confondersi,
ma non può perdersi mai.
Sempre e per sempre, dalla stessa parte, mi troverai.
Lunga vita al Principe Francesco.

martedì 11 novembre 2025

Come ordinare una biblioteca

 di Roberto Calasso


Mi sono lasciato tentare da questo divertissement di Calasso, che raccoglie 4 suoi interventi, di cui il primo (gli altri sembrano poco più di un riempitivo) porta il nome dell'opera e si occupa, come ben s'intende, di bibiliofilia e rapporto con i libri, o meglio della bibliofilia dell'autore.

La scrittura sempre perfetta e la confidenza con la quale Calasso sembra trattare il lettore non riescono ad ingannarci: tra noi poveri amanti della lettura ed un raffinato uomo di cultura come lui passa più di un abisso.

Noi, nel parlare della nostra anti-bibilioteca, al massimo saremmo arrivati a richiamare Eco. 

Lui ci porta da Adolf Loos, Hofmannsthal, Pierre Bayle, Aby Warburg, Bobi Bazlen, Borges, Eisler, Carlyle, Gabriel Naudè, Isaiha Berlin, Aldo Manuzio.

Ha i libri posseduti ed annotati da Sacks, la lettera 42 di Brodskij, è stato presentato alla London library da Chatwin.

Nella prima pagina c'è tutto quello che c'era da dire: Il miglior ordine, per i libri, non può che essere   plurale, almeno altrettanto quanto la persona che usa quei libri. Non solo, ma deve essere allo stesso tempo sincronico e diacronico: geologico (per strati successivi), storico (per fasi, incapricciamenti), fisiologico (connesso all’uso quotidiano in un certo momento), macchinale (alfabetico, linguistico, tematico). È chiaro che la giustapposizione di questi criteri tende a creare un ordine a chiazze, molto vicino al caos.

Rimane solo il superfluo, e qui cominciamo a divertirci, mentre ci racconta:

La regola del buon vicino, la serendipity in salsa libraria;

Cosa è una vera collana (una serie di libri che, tutti, dovrebbero interessare ad un suo lettore ideale); 

Chi è il vero lettore;

A cosa (non) serve l'ordine alfabetico;

La grande virtù dei libracci;

La peculiarità che rende la prima edizione anche unica;

L'importanza dei libri che non si leggono subito

La libreria ideale (sta/stava a Barcellona);

Le necessità di annotare sui libri (corro a nascondermi dietro la lavagna);

L'equazione tra la presenza di un'istituzione come la Londo Librabry e la civiltà;

L'importanza delle dimensioni dei volumi (pensando agli in-folio di Bartolo da Sassoferrato che papà teneva in corridoio).

sabato 8 novembre 2025

Un uomo

Chi è un uomo?

E' un che sa dire molti sì, ma quando serve è capace di dire no.

mercoledì 5 novembre 2025

Pasolini e la morte

 di Giuseppe Zigaina


Ho già citato questo singolare saggio 10 anni fa, nella ricorrenza di quella notte ad Ostia. Zigaina è stato un artista importante a livello locale, e ogni giorno apprezzo i suoi mosaici che adornano le scale dell'ufficio. Nell'ultima parte della sua vita si è dedicato a sviluppare una teoria del tutto originale sulla morte del suo fraterno amico Pasolini, per la quale il poeta friulano (cito la definizione, orgogliosamente riduttiva, che campeggia sul segnale stradale presente sulla via di Udine che gli è stata dedicata) avrebbe dato corpo ad un "martirio per autodecisione".

Proprio così.

Come Zigaina raccontò in una memorabile intervista nella quale fece restare addirittura zitto l'intervistatore Daniele Capezzone, saremmo di fronte ad "un giallo puramente intellettuale", alla costruzione della propria morte come espressione artistica capace di dare (un) senso (diverso) a tutta la sua opera.

Una decisione presa da un anno, la morte programmata di domenica, il giorno dei morti, e preparata come "messa in scena" degli atti significativi della sua presenza nel mondo.

Zigaina desume la sua incrollabile sicurezza da indizi disseminati nell'opera di Pasolini, alcuni versi della quale, letti per la verità con il filtro della cultura di cui è capace l'autore e con la sua capacità di cogliere il significato diverso da quello apparente, dissimulato in giochi linguistici e semantici, colti in scelte stilistiche, in enigmi e profezie che a suo dire compongono la volontà di costruire un evento simbolico che assurga alla categoria del mito. 

la morte non è nel non poter comunicare ma nel non poter più essere compresi

oppure

L’uomo […] si esprime soprattutto con la sua azione […] perché è con essa che modifica la realtà e incide nello spirito. Ma questa azione manca di unità ossia di senso, finché essa non è compiuta. […] Finché io non sarò morto nessuno potrà garantire di conoscermi veramente, cioè di poter dare un senso alla mia azione, che dunque, in quanto momento linguistico, è mal decifrabile. È dunque assolutamente necessario morire, perché, finché siamo vivi, manchiamo di senso[…]La morte compie un fulmineo montaggio della nostra vita: ossia sceglie i suoi momenti veramente significativi, […] e li mette in successione, facendo del nostro presente […] un passato chiaro, stabile, certo, e dunque linguisticamente ben descrivibile […]. Solo grazie alla morte, la nostra vita ci serve ad esprimerci

Per dare un esempio dell'esercizio di cui è composta quest'opera, Zigaina ha scovato, tra le edizioni di Una disperata vitalità VIII, nella quale vengono citati Ostia e il suo mare come luogo della fine, l'omissione nel verso dantesco citato delle significative parole "suo dannaggio sogna"

(Conclusione funerea: con tavola sinottica — ad uso della facitrice del «pezzo» — della mia carriera di poeta, e uno sguardo profetico al mare dei futuri millenni.)

«Venni al mondo al tempo
dell'Analogica.
Operai
in quel campo, da apprendista.
poi ci fu la Resistenza
e io
lottai con le armi della poesia.
Restaurai la Logica, e fui
un poeta civile.
Ora è il tempo
della Psicagogica.
Posso scrivere solo profetando
nel rapimento della Musica
per eccesso di seme o di pietà.»

Se ora I 'Analogica sopravvive
e la Logica è passata di moda
(e io con lei:
non ho più richiesta di poeia),
la Psicagogica
c'è
(ad onta della Demagogia
sempre più padrona
della situazione).

È così
che io posso scrivere Temi e Treni
e anche Profezie;
da poeta civile, ah sì, sempre!»

«Quanto al futuro, ascolti:
i suoi figli fascisti
veleggeranno
verso i mondi della Nuova Preistoria.
lo me ne starò là,

qual è colui che                                                  

sulle rive del mare
in cui ricomincia la vita.
Solo, o quasi, sul vecchio litorale
tra ruderi di antiche civiltà,
Ravenna
Ostia, o Bombay — è uguale —
con Dei che si scrostano, problemi vecchi
— quale la lotta di classe —
che
si dissolvono...
Come un partigiano
morto prima del maggio del'45,
comincerò piano piano a decompormi,
nella luce straziante di quel mare,
poeta e cittadino dimenticato.»

Le tre parole mancanti vengono richieste a Dante, allusione al mito di Giona reinterpretato nella versione finnica del Vainamonen.

Temi e treni non vogliono dire quello che pensiamo: i treni sono ovviamente il "lamento funebre" effettivamente riportato sul vocabolario come quarto significato (ho controllato).

Mi fermo: sono di fronte ad una sceneggiatura in cui i personaggi che girano attorno a Zigaina-Pasolini sono Maria Callas, Ninetto Davoli, Mircea Eliade e Frazier, Dante e Sor Ciappelletto.

Resta il dubbio se il giallo fosse quello che Pasolini costruì e interpretò, secondo Zigaina, o quello che fattosi suo interprete compone ora il pittore di Cervignano.

E' credibile, questa ricostruzione così diversa da tutte quelle che si sono affannate a ricostruire la morte di Pasolini?

Forse non di meno di quelle date per vere nelle sentenze che i tribunali hanno pronunciato sul caso, ed io, quasi quasi, faccio endorsement, non perchè ne sia convinto ma per fiducia nell'idea che la letteratura comprenda la realtà umana meglio della scienza (forense, nel caso in questione).

Ho ricordato i 50 anni dalla morte di Pasolini oltre che sul libro guardando ed ascoltando la voce di Zigaina, rileggendo l'intervista a Colombo e lo scritto per il congresso dei radicali. 

Ho riascoltato la canzone di De Gregori, i cui versi restituiscono una versione ancora diversa di quella notte, evidentemente ispirata da poesia :

E voglio vivere come i gigli nei campi,
come gli uccelli nel cielo campare.
E voglio vivere come i gigli nei campi
e sopra i gigli nei campi volare.

Sarebbe giusto onorarlo leggendo le sue opere, ma mi sembra giusto ricordare di nuovo le parole che gli dedicò, prima di cambiare idea, Giorgio Bocca:

Già, il vecchio Pasolini Pier Paolo, cinquanta chili di una rabbia che è solitudine, amore, timidezza, incontinenza, paura, genio. Cinquanta chili di uomo. Ma non è questo che fa tenerezza o mette a disagio, ma ben altro: sentirsi in debito con lui per conto di tutti e non sapere che fare, come ripagarlo dell’intelligenza che ci ha dato in questi anni, generosamente. Non è il denaro che vuole anche se noi ci guardiamo bene dal darglielo; né siamo autorizzati a concedergli quella esenzione dalla morale comune che chiede con tanta ingenua insistenza: diamogli almeno la stima intellettuale che merita (su diamogliela cuori spugnosi e cervellini esangui), diciamolo che è il migliore di tutti.



domenica 26 ottobre 2025

Il calcio è della gente?

Ma per favore!
Per quattro piccioli Milan Como si giocherà a Perth.
Quanto riveli questo del rispetto dei tifosi, della non dico prevalenza, ma strapotere del business sull'aspetto sportivo, pare superfluo ripeterlo.
Un calciatore evidenzia l'incongruità, viene attaccato con veemenza dal presidente della lega. Evidentemente quest'ultimo pretende che ricchi emolumenti annientino la libertà di esprimere il proprio pensiero, quanta pochezza culturale e civile!
I tifosi interessati vogliono protestare con uno striscione? Giammai, non può entrare.
Censura di regime.
C'è un chiaro disegno, sostituire i tifosi con degli spettatori plaudenti.
Vedi anche musica a palla che copre i cori, settori pieni zeppi di stranieri, prezzi per persone che assistono ad un evento e non ad una partita della loro squadra.
Le inchieste hanno fornito un formidabile pretesto per far fuori dalle curve una bella fetta di ultras che, delinquenti a parte, sono una delle componenti migliori del calcio.

Mi ricordo le prime volte...

Mandi Corello, goodbye

Dal tuo Friuli mandi, barbe Cornelio!

Ti ricorderemo con grande affetto e con viva simpatia, ma anche con tutta la gratitudine che dobbiamo ad una generazione, quella dei nostri nonni, che con il lavoro ed il sacrificio non solo ha posto le fondamenta materiali del nostro benessere, ma ci anche dato un luminoso esempio di come si possa perseguire il miglioramento per sè, i propri cari, la comunità, con il lavoro serio, l’onestà, la forza silenziosa.

Sulla soglia dei 30 anni hai lasciato la tua terra, la tua famiglia per andartene dall'altra parte del mondo.
Lavoro, sacrificio per costruire un nuovo focolare, una famiglia che è cresciuta e ti ha circondato con grande affetto, accompagnandoti a superare la soglia dei 100.
Le poche volte che ci siamo incontrati mi ha colpito la tua energia, la  "quiet strenght" che si percepiva dai tuoi racconti, dai quali era bello conoscere un mondo diverso.
Eri attaccato alle tue radici, alla tua famiglia e specialmente a tuo fratello che chiamavi "la mia guida". Difficile dimenticare quella sera a Venzone in cui ci salutasti sapendo che era l'ultima volta.
Sei venuto al mondo in una casa senza riscaldamento, te ne vai mentre si intravede cone l'intelligenza artificiale governerà la nostra vita.  Dal Friuli si emigra di nuovo, non per sussistenza, ma per cercare stipendi adeguati.
Quanto ti viene risparmiato, dubito che ti piacerebbe.
Fin ta l'ultin tu as fevelat furlan, polse in pâs.

sabato 18 ottobre 2025

Monte Osternig

C'ero stato con Claudio in una vita precedente, la volta che passammo due notti in tenda con Francesco e le ragazze.
Da allora avevo solo accarezzato, le diverse volte che abbiamo raggiunto il Nordio-Deffar, questa celebre e frequentata cima con cui terminano le Alpi Carniche.
L'escursione è gradevole, in una bella giornata di ottobre, a passo tranquillo e senza difficoltà né fatica raggiungiamo la cima in 2 ore e mezza.
Il rinomato panorama offre una bella vista sull'ordinata vallata austriaca; purtroppo delle nubi in lontananza ci precludono quello a sud, sulle nostre Giulie.
La vera bellezza.

sabato 27 settembre 2025

Le questioni dell'età contemporanea

 di Alberto Mario Banti


Nel mio vagare di acquisto in acquisto (librario) la bussola sono certe passioni consolidate, le bibliografie di alcuni volumi, autori seguiti; talvolta la bussola non c'è e a "guidare" è la lista proposta dai bookseller online.

Una guida ragionata e competente la offre questo volume di grande interesse in cui Alberto Mario Banti seleziona, limitandosi alla storia contemporanea, alcuni temi storiografici, e cita gli autori che su di essi hanno offerto i contributi più significativi. Non, come dichiarato, un volume sulla storiografia, ma una proposta di antologia, certo sufficiente a riempire una mezza dozzina di vite di un lettore.

Questo l'elenco delle questioni, ad ognuna un capitolo, che può essere affrontato in maniera del tutto autonoma:

la rivoluzione francese; 
la rivoluzione industriale; 
nazioni e nazionalismi; 
il risorgimento italiano; 
le classi sociali; 
imperialismo/colonialismo; 
disciplinamento del desiderio, disciplinamento dei corpi;
la grande guerra; 
la rivoluzione bolscevica e l'Unione sovietica; 
il fascismo; 
la Seconda guerra mondiale: 'guerra civile europea', occupazioni e Resistenza; 
il nazismo e lo sterminio degli ebrei; 
il totalitarismo; 
storia delle donne, storia di genere; 
globalizzazione e conflitti culturali; teorie della civilizzazione.

 

domenica 21 settembre 2025

Libri a metà

Non riesco a finirli.

La causa deve ancora essere definita, stanchezza, distrazioni, forse ne comincio troppi.

Sul tavolino ce n'è una dozzina, altri li ho riposti.

Il Risorgimento di Banti era ben avviato, ancor di più la Storia del conflitto israelo palestinese di Vercelli.

Ma non li ho finiti, passando ad altro come la Storia di Roma di Momigliano, quella del Confine Orientale di Worsdorfer (questo lo avrò iniziato almeno 4-5 volte).

Il libro della Bonfreschi sul partito radicale ci è arrivato assieme a "Giustizia e politica" di Ferrajoli, che è un testo da meditare, appuntare, richiederebbe qualche giorno dedicato come per i libri dell'università, gli stessi da dedicare a "Storia minima della popolazione del mondo". Il pamphlet di Molinari sulla nuove guerra contro le democrazie forse riuscirò a finirlo, come non mi è riuscito per il libro di Corni su "L'italia occupata 1917-1918), come sicuramente  farò per "Come ordinare una bibilioteca".

Il grande cruccio è poi "Vita e destino", iniziato due o tre volte.

Nel frattempo stavo per cliccare il prossimo acquisto, ogni tanto mi riesce di trattenermi (meno male che c'erano Giuseppe e Andrea con me, altrimenti quella bancarella a Roma la svuotavo).

  

Dare i numeri

L'altro giorno stava seguendo un corso di formazione, elemento di partenza dell'argomento affrontato era una statistica per la quale le persone al lavoro rendono mediamente il 40% del loro potenziale.

Esaurita la spiegazione sull'importanza di sviluppare il potenziale latente, sono intervenuto per chiedere alla docente se sapesse come lo studio citato avesse calcolato il numero (mi riesce difficile immaginare i dati utilizzati per il calcolo, in effetti). Non lo sapeva, nonostante il suo ragionamento vi trovasse fondamento.

L'analisi dei numeri viene spesso trascurata, ai più diversi livelli, anche quanto da essi si muove per fare delle scelte importanti. E' una osservazione che ho avuto modo di fare spesso, intervenendo da consumato guastafeste in innumerevoli discussioni.

Un caso a mio avviso lampante è l'andamento della criminalità, i cui numeri sono costantemente i vistosamente in calo mentre si diffonde la percezione opposta, costantemente propalata, alimentata e posta alla base di ragionamenti ed opzioni politiche.

Una persona che conosco è aduso citare, appena la incontri, gli ultimi fatti di cronaca nera locale; ma vende allarmi, e una volta mi confessò: "se vendessi aspirapolveri, direi che è pieno di acari". 

Non ci vuole molto a capire che il mercato dell'insicurezza è spinto da spera di trarne dividendi economici e politici.

Poi ci sono i dati.

Gli omicidi nel 1991 erano 1938, l'anno scorso sono stati 301. La tabelle ufficiale (dati polizia criminale) è la seguente:

Il tasso di omicidi (Nr/100.000 abitanti) ci vede come tra i paesi con meno omicidi al mondo, negli ultimi 10.  La Francia ne ha il triplo, gli USA 10 volte tanto.

L'Istat ha effettuato, nel 2016 e poi nel 2023,  interviste che misurano anche i crimini non denunciati. Lo studio evidenzia un vistoso caso di persone coinvolte in delitti, con la prevedibile eccezione delle truffe informatiche:
Ci sarebbe da essere orgogliosi, al pari di desiderosi di migliorare ancora.
Ma molti preferiscono alimentare paure, creare insicurezze da scarica su nemici belli e pronti.