sabato 27 settembre 2025

Le questioni dell'età contemporanea

 di Alberto Mario Banti


Nel mio vagare di acquisto in acquisto (librario) la bussola sono certe passioni consolidate, le bibliografie di alcuni volumi, autori seguiti; talvolta la bussola non c'è e a "guidare" è la lista proposta dai bookseller online.

Una guida ragionata e competente la offre questo volume di grande interesse in cui Alberto Mario Banti seleziona, limitandosi alla storia contemporanea, alcuni temi storiografici, e cita gli autori che su di essi hanno offerto i contributi più significativi. Non, come dichiarato, un volume sulla storiografia, ma una proposta di antologia, certo sufficiente a riempire una mezza dozzina di vite di un lettore.

Questo l'elenco delle questioni, ad ognuna un capitolo, che può essere affrontato in maniera del tutto autonoma:

la rivoluzione francese; 
la rivoluzione industriale; 
nazioni e nazionalismi; 
il risorgimento italiano; 
le classi sociali; 
imperialismo/colonialismo; 
disciplinamento del desiderio, disciplinamento dei corpi;
la grande guerra; 
la rivoluzione bolscevica e l'Unione sovietica; 
il fascismo; 
la Seconda guerra mondiale: 'guerra civile europea', occupazioni e Resistenza; 
il nazismo e lo sterminio degli ebrei; 
il totalitarismo; 
storia delle donne, storia di genere; 
globalizzazione e conflitti culturali; teorie della civilizzazione.

 

domenica 21 settembre 2025

Libri a metà

Non riesco a finirli.

La causa deve ancora essere definita, stanchezza, distrazioni, forse ne comincio troppi.

Sul tavolino ce n'è una dozzina, altri li ho riposti.

Il Risorgimento di Banti era ben avviato, ancor di più la Storia del conflitto israelo palestinese di Vercelli.

Ma non li ho finiti, passando ad altro come la Storia di Roma di Momigliano, quella del Confine Orientale di Worsdorfer (questo lo avrò iniziato almeno 4-5 volte).

Il libro della Bonfreschi sul partito radicale ci è arrivato assieme a "Giustizia e politica" di Ferrajoli, che è un testo da meditare, appuntare, richiederebbe qualche giorno dedicato come per i libri dell'università, gli stessi da dedicare a "Storia minima della popolazione del mondo". Il pamphlet di Molinari sulla nuove guerra contro le democrazie forse riuscirò a finirlo, come non mi è riuscito per il libro di Corni su "L'italia occupata 1917-1918), come sicuramente  farò per "Come ordinare una bibilioteca".

Il grande cruccio è poi "Vita e destino", iniziato due o tre volte.

Nel frattempo stavo per cliccare il prossimo acquisto, ogni tanto mi riesce di trattenermi (meno male che c'erano Giuseppe e Andrea con me, altrimenti quella bancarella a Roma la svuotavo).

  

Dare i numeri

L'altro giorno stava seguendo un corso di formazione, elemento di partenza dell'argomento affrontato era una statistica per la quale le persone al lavoro rendono mediamente il 40% del loro potenziale.

Esaurita la spiegazione sull'importanza di sviluppare il potenziale latente, sono intervenuto per chiedere alla docente se sapesse come lo studio citato avesse calcolato il numero (mi riesce difficile immaginare i dati utilizzati per il calcolo, in effetti). Non lo sapeva, nonostante il suo ragionamento vi trovasse fondamento.

L'analisi dei numeri viene spesso trascurata, ai più diversi livelli, anche quanto da essi si muove per fare delle scelte importanti. E' una osservazione che ho avuto modo di fare spesso, intervenendo da consumato guastafeste in innumerevoli discussioni.

Un caso a mio avviso lampante è l'andamento della criminalità, i cui numeri sono costantemente i vistosamente in calo mentre si diffonde la percezione opposta, costantemente propalata, alimentata e posta alla base di ragionamenti ed opzioni politiche.

Una persona che conosco è aduso citare, appena la incontri, gli ultimi fatti di cronaca nera locale; ma vende allarmi, e una volta mi confessò: "se vendessi aspirapolveri, direi che è pieno di acari". 

Non ci vuole molto a capire che il mercato dell'insicurezza è spinto da spera di trarne dividendi economici e politici.

Poi ci sono i dati.

Gli omicidi nel 1991 erano 1938, l'anno scorso sono stati 301. La tabelle ufficiale (dati polizia criminale) è la seguente:

Il tasso di omicidi (Nr/100.000 abitanti) ci vede come tra i paesi con meno omicidi al mondo, negli ultimi 10.  La Francia ne ha il triplo, gli USA 10 volte tanto.

L'Istat ha effettuato, nel 2016 e poi nel 2023,  interviste che misurano anche i crimini non denunciati. Lo studio evidenzia un vistoso caso di persone coinvolte in delitti, con la prevedibile eccezione delle truffe informatiche:
Ci sarebbe da essere orgogliosi, al pari di desiderosi di migliorare ancora.
Ma molti preferiscono alimentare paure, creare insicurezze da scarica su nemici belli e pronti.

lunedì 8 settembre 2025

Cima del lago

Causa improvvisa defezione la programmata visita nell'agognata Val Cimoliana è tramutata nell'altrettanto desiderata ascensione della Cima del lago, già calendarizzata per il mese scorso e poi saltata.

Lunghezza e dislivello sono considerevoli e fonte di un pelo di preoccupazione. La difficoltà principale si rivelerà la fatica, soprattutto nella discesa.

La lunga ascesa offre ampia varietà di ambienti: sentiero di fondovalle, percorso nel bosco, ripido canale pietoso, costante salita che conduce alla sella del lago, 800 metri più sopra. 

Per lunghi tratti ci accompagna la severa sorveglianza della parete dello Iof Fuart, di fronte a noi.

Il cartello indica 1.10 alla cima, ci vorrà mezz'ora buona in più per arrivarci tra i mughi, qualche breve tratto in cui usare le mani, ed una lunga traversata che da un certo punto si svolge sul versante sloveno.

L'arrivo a quota 2116 offre il premio promesso, e anche qualcosa di più: oltre all'unica vista sul lago, un vasto ed eccezionale panorama che include tutte le principali vette delle Giulie, dal Canin fino al Mangart.

Una coppia di pietre pare una poltrona che invita a restare, contemplando la vera bellezza.

Il ritorno rende al solito di più l'idea di quanta è la strada percorsa. Fatico e faccio un po' da palla al piede, ma sono nondimeno felice.

Carta tabacco 19, sentiero 653, dislivello 1200, H min 970 max 2116 ascesa 4 h, discesa 3,5.










domenica 24 agosto 2025

La geodemografia

 di Massimo Livi Bacci


Diverse delle ultime letture, quella di Graziosi in particolare, hanno rinfocolato la mia curiosità sulla demografia ed in particolare sulla sua incidenza nelle dinamiche politiche e storiche.

Questa raccolta di interventi del massimo esperto italiano in materia offre diversi spunti interessanti, precisando che la geodemografia non è una nuova materia, ma una prospettiva che considera le popolazioni per gli effetti che provocano sul piano politico.

Gli otto capitoletti si fanno leggere facilmente, ripetendo alcuni concetti e fornendo spunti sui vari argomenti.

Il "breve ritratto della popolazione del mondo", oltre a fornire un quadro a "volo d'uccello" sulla storia della popolazione del mondo e le sue prospettive, ricorda che il rapporto tra la floridezza demografica e la potenza di un paese è problematico.

Livi Bacci parla poi di confini, etnie, capitali, delle migrazioni e del loro utilizzo come arma, soprattutto psicologica, soffermandosi su diversi casi che utilizza per esemplificare le sue argomentazioni.

domenica 17 agosto 2025

Slenza est

Escursione organizzata all'ultima, il caldo minaccia (ma anche la pioggia), ricorriamo ai "Sentieri del bosco", Slenza Est da Piani di Pontebba.

Una lunga carrareccia ci porta da ovest a est, un'ascesa di quasi 2 ore per arrivare ad un fenomenale ripiano prativo, dove inizia il sentiero nel bosco.

La lunga camminata nel bosco ci conduce alla meta, la casera alta, poco sotto le pendici della Slenza Est.

Tralascio la cima, il piacere questa volta è la strada, che è tanta e induce alla necessità di tornare, giusto in tempo per schivare la pioggerellina che ci accoglie a Piani. 




 


sabato 9 agosto 2025

Lago di Bordaglia

E' lo sfondo del mio desktop, è uno dei luoghi in cui ogni friulano dovrebbe tornare ogni 4-5 anni.


Ci tenevo a portarci i miei figli, dopo un bel po' di trattative riesco ad organizzare.

La partenza con qualche contrattempo suggerisce di abbandonare l'idea dell'anello, prendiamo la via diretta, l'inizio per la carrareccia consente un buon riscaldamento, il caldo non si fa sentire più del dovuto nelle due ore che portano alla casera bassa.

Con un po' di sorpresa la troviamo gestita da due giovanissimi ragazzi, abitata da un gruppo scout.

Dopo un breve ristoro raggiungiamo in mezzora il lago che è il nostro obbiettivo. Vinco la tentazione di un bagno, ricordando quello di quasi trentanni fa. Il pranzo nella pace e nella bellezza invita a restare, mi appisolo per poi incontrare una conoscenza, anche lui salito con la famiglia.

Quando viene l'ora di partire non manca il magone, provo a risalire dalla casera alta per rifare la foto.

Non è proprio la stessa, la vera bellezza mi dà un nuovo appuntamento 




venerdì 8 agosto 2025

La Cripta dei Cappuccini

 di Joseph Roth

Per molti anni ho indicato questo libro tra i miei favoriti, avendolo letto già al ginnasio grazie alle provvide prescrizioni della professoressa Lorenzon.
La qualità della narrazione di Roth si avvicina alla perfezione stilistica, garantisce un autentico piacere estetico della lettura che ho ritrovato ( forse superandolo) solo in Leonardo Sciascia.
In questo romanzo, tra i più noti dello scrittore asburgico e forse quello in cui maggiore è l'immedesimazione tra l'autore ed il protagonista, il tema centrale è la perdita del "mondo di ieri" e lo smarrimento di una generazione che dopo quella perdita non riesce a trovare il suo posto nel mondo, nella vita. 
Joseph Trotta è l'esponente di un'aristocrazia di giovane formazione, ma perfettamente integrata nel mondo mitteleuropeo che a Vienna vive senza svolgere alcuna attività che non sia l'impersonare i valori della monarchia asburgica. Fa parte di un gruppo di gaudenti che vivono "alla nottata", ostentando  disincanto verso le donne, la politica e i rapporti con le generazioni precedenti. La noia viene interrotta dalla visita di persone molto lontane da quell'ambiente, un cugino caldarrostaio sloveno ed un vetturino ebreo galiziano, che spezzano la routine del gruppo ma delineano lo spaccato di una società in cui le diversità nazionali, religiose e di classe trovano una composizione organica in un mondo raccolto accanto alla figura paterna dell'imperatore. 
I fatti sono narrati con il costante riferimento al senno del poi, letti quale costante presagio di una tragedia: "La morte incrociava già le sue mani ossute sopra i calici dai quali bevevamo".
La tragedia non è la guerra, ma la fine di un mondo che essa comportò.
Allo scoppio del conflitto (mirabile il passaggio in cui esso viene annunciato con il semplice riferimento all'incipit del celebre proclama con cui fu annunciata, da Francesco Giuseppe, "Ai miei popoli"), Trotta affronta i passaggi della partenza, della prigionia, del ritorno in una Vienna non più capitale di un impero, "vivo per errore":
"Ero di nuovo a casa. Tutti noi avevamo perso rango e posizione e nome, casa e denaro e valori: passato, presente e futuro. Ogni mattina quando aprivamo gli occhi, ogni notte quando ci mettevamo a dormire imprecavamo alla morte che invano ci aveva attirato alla sua festa grandiosa. E ognuno di noi invidiava i caduti. Riposavano sotto terra e la primavera ventura dalle loro ossa sarebbero nate le violette. Noi invece eravamo tornati a casa disperatamente sterili, coi lombi fiaccati, una generazione votata alla morte, che la morte aveva sdegnato "    
La modernità viene impersonata, per essere sdegnata, dalle attività cui si dedica la moglie Elizabeth, arti applicate, e dalla sua famiglia, i cui valori borghesi appaiono lontani da quelli che appaiono veri a Trotta.
Il figlio e soprattutto la forza della madre costituiscono un appiglio personale, che nulla può contro lo smarrimento per la perdita di qualcosa di più di una patria, di una identità. 
"Dove devo andare, ora, io, un Trotta?" 
La domanda che conclude l'opera è inevitabilmente destinata a restare senza risposta.
Riletto dopo molti anni, questo libro conserva intatta la sua classe. La qualità della narrazione è straordinaria, perle sono nascoste ovunque, specie dove piccoli dettagli costituiscono pretesto per osservazioni di carattere generale. Una maggiore conoscenza del contesto storico e la maturità dei 50 anni aiutano a comprendere ancora meglio alcuni passaggi.
   

Tina

 di Pino Cacucci


La via parallela a quella in cui ho passato la mia adolescenza è via Tina Modotti.

Un nome che ho quindi orecchiato da 40 anni, senza sapere esattamente chi era la persona a cui era appartenuto.

Si tratta di una delle udinesi più note fuori dai confini nostrani, per quanto la sua permanenza tra noi sia stata breve e, a giudicare da quanto racconta Cacucci, nemmeno delle più felici.

La sua vita si è infatti svolta tra gli Stati Uniti ed il Messico, con le significative parentesi in Spagna e Unione Sovietica.

Il racconto di Cacucci segue le vicende di una personalità molto forte, incentrate sul rapporto con l'arte fotografica e la passione politica, che da un certo punto in poi prevale. Appare singolare come una individualità così marcata abbia potuto assestarsi sulle posizioni più allineate allo stalinismo più ortodosso, di cui Tina fu nei fatti un agente.

Cacucci delinea una personalità inquieta soprattutto avvalendosi del rapporto con uomini molto diversi tra loro, Robo, Weston, Guerrero, Mella, Vidali, personalità forti conquistate dal fascino di una donna che non può che essere stato fuori dal comune. 


domenica 20 luglio 2025

Solo tu. Come loro.

Sportweek pubblicando le più belle foto della vittoria di Sinner si esercita nel giochino dell'individuazione (senza classifica) delle più grandi imprese sportive di sempre.
Invitandoci al nostro personale celo, manca.
E allora, limitandomi a quelli a cui ho assistito.
Marcell Jacobs campione olimpico dei 100, la più inattesa delle vittorie nella gara delle gare.
Marco con la barbetta gialla, le lacrime trattenute in eguale misura per il ricordo della fatica, per la gioia della vittoria e per il presagio di quello che gli sarebbe accaduto.
Alberto Tomba che vince dopo il gigante lo speciale olimpico interrompendo il festival di Sanremo.
Valentino che vince la sua prima gara in Yamaha e bacia la moto.
Filippo Magnini campione dei 100 stile.
I fratelli Abbagnale con peppiniello.
Stefano Baldini primo nella maratona che partiva da Maratona, cinto d'alloro nello stadio Panathinaikos.
Il gruppo di di Bearzot nel più grande mondiale che la storia ricordi.
Yuri Chechi più forte della sfortuna, re degli anelli.
La staffetta del fondo che regala ai norvegesi il loro Maracanazo.
Le ragazze di Velasco che rompono il tabù (a Julio non piacerebbe questa), ma anche le tante vittorie della generazione di fenomeni.
Un po' abbiamo goduto.