martedì 26 dicembre 2023

Giù nella valle

 di Paolo Cognetti

E' Natale, mi concedo (in realtà è un regalo) il lusso di una prima edizione, l'ultimo appena uscito di Cognetti.

Romanzo breve, con struttura interessante in capitoli ognuno con protagonista diverso, cambia anche l'io narrante.

Il primo è un racconto di cani, evidente citazione di Jack London, nei successivi compaiono i due fratelli Alfredo e Luigi e la moglie di questi, Elisabetta.

Giù nella valle (attacco di The River del boss) ogni cosa ha il suo rovescio. C'è la parte al sole e la parte all'ombra, c'è il larice e l'abete, c'è il cane e e il lupo, c'è il fratello buono e quello che se n'è andato in Canada. 

Le persone sembrano avere quello che nel monologo di "Radio Freccia" è chiamato "un buco dentro", e provano a riempirlo come possono, chi con l'alcol, chi con i libri, chi con una donna venuta dalla città per amore.

Il lato oscuro è parte di ciascuno di noi.


domenica 17 dicembre 2023

L'ultimo compagno

di Concetto Vecchio
Un vita che è stato un romanzo, no, un film.
Concetto Vecchio, già bravo nella sua ricostruzione della vicenda di Giorgiana Masi, questa volta ci aggiunge un po' di cuore.
"Meno comunismo, più Emanuele", con questa formula convinse il patriarca della sinistra a lasciarti intervistare per questa "biografia sentimentale", in cui non è la battaglia dei miglioristi l'oggetto principale, ma la vicenda di un uomo che ha molto lottato, molto amato, molto scritto, molto vissuto.
La fanciullezza e l'adolescenza nella Caltanissetta di un secolo fa raccontano di un mondo lontanissimo, fatto di miseria e ingiustizie ancestrali che segnarono la formazione della passione per la politica, per il sindacato, guidate dal desiderio di migliorare le condizioni di vita delle masse disperate dei minatori e dei braccianti.
La sicilianità straborda; emerge questa volta non da estremi che si toccano, ma da una sensualità che non si riesce a contenere, e che porta il giovane militante comunista all'arresto e al processo per adulterio; e dal profilo morale di persone come Boccadutri, Li Causi, La Torre, maestri e compagni di Macaluso.
Vecchio ne racconta descrivendoci i dettagli di un rapporto che diviene di amicizia, con quello che fine all'ultimo non volle essere un monumento, ma si guadagnò la "generale considerazione" che gli venne tributata nei coccodrilli, e che all'epoca ho condiviso.


domenica 10 dicembre 2023

Il peggiore anno che si possa immaginare. O forse no

E anche questa volta arriva il rigore, visto che al 30mo non eravamo ancora sotto.
Poco sarebbe cambiato, ma nelle ultime 4-5 partite con l'Inter abbiamo sempre iniziato con un rigore piuttosto generoso.
Reazione? Manco a parlarne. Neanche il tempo di pensare che bisogna restare in piedi, che ne prendiamo due.
Uno dei motivi per cui facciamo così cagare è questa mentalità perdente per la quale tanto non sono queste le partite in cui prendere punti, e quindi neanche le giochiamo.
Mancanza di ambizione, mancanza di mentalità, mancanza di rispetto per la storia del club e per i tifosi.
Vediamo se riusciamo a chiudere un anno con tre vittorie interne, cinque complessive, una sequela infinita di errori ed orrori.
Impossibile fare peggio? No, vedremo nel 2024.

venerdì 8 dicembre 2023

Il senso di colpa del dottor Zivago

di Pierluigi Battista



Al solito incapace di resistere a proposte commerciali librarie (outlet 70%), mi ritrovo tra le mani questa sorta di biografia di Pasternak, del suo rapporto con l'amante che è impossibile non immaginare nelle sembianze di Lara, ma anche con il potere con il quale, suggerisce Battista, tentò di sopravvivere con scarse prove di coraggio, prima di quella unica e vera della pubblicazione del romanzo.
Con onestà non posso stupirmi che l'editore si trovi buon numero di copie tra gli invenduti, trattasi certamente di opera per vero amatori.

Il formaggio e i vermi. Il cosmo di un mugnaio del 500

di Carlo Ginzburg
Di questo classico della nostra storiografia mi aveva parlato ancora, sui banchi liceali, l'indimenticabile professore Perini, a proposito di microstoria e di incroci con la storia locale.
Ancora pochi giorni fa, a quasi 50 anni dalla scrittura dell' opera, il professore Ginzburg ha fatto capolino a Montereale, dove dice di sentirsi come a casa.
Microstoria e grandi storici qui a due passi, in quel paese un po' triste che pure dà accesso alla parte più nascosta della vera bellezza.
Il volume, parte della collana Friuli d'autore che il Messaggero editò una ventina di anni fa e che sto cercando di ricostruire, sonnecchiava sullo scaffale da allora, sfidando la mia prontezza ad affrontarlo.
Bisogna pur essere franchi con se stessi: non sono pronto, o forse non sono più pronto. Portato il libro a Roma in un recente viaggio di lavoro, ho iniziato a saltare parti del testo che trovavo indigeribili, per poi risolvermi a interrompere la lettura. 
Tra l'ammirato e il dubbioso mi sono confrontato con la capacità di un autore (come già la Cantarella, in una recente lettura) di estrapolare tutta una serie di conclusioni da indizi come una frase detta o non detta, un libro citato, quei pochi fatti da cui può muovere una reale conclusione storica.
Confermando l'ammirazione e riconoscendo che non altrimenti potrebbe procedere un tentativo di microstoria su vicende e persone di 800 anni fa, ammetto che non fa per un me.

domenica 3 dicembre 2023

L'impero britannico

 di Luigi Bruti Liberati


Come dichiarato nell'introduzione scopi dell' autore era scrivere un testo di lettura godibile, a tratti simile a un romanzo.

La storia dell' impero è quindi suddivisa in capitoli del tutto autonomi tra loro, nei quali è dato rilievo ad alcuni protagonisti delle vicende narrate sui quali ampia è la parte biografica, a tratti al limite dell'aneddotico.

Altra scelta è l'attenzione del tutto prevalente riservata a India e Sudafrica; quasi assente è una ricerca del tratto comuni alle varie esperienze e alla politica imperiale vista da Londra, il punto di osservazione è quasi sempre quello delle colonie.

Conosciamo a fondo Livingstone, Cecil Rhodes, Gandhi e Mandela, alla fine risulta godibile anche una lettura separata della guerra anglo-boera piuttosto che di quella delle Falkland, o dell'indipendenza indiana piuttosto che la nascita di Israele.

Più che una visione di assieme ci sono quindi i molti capitoli, tra loro separati, rispetto ai quali il quadro offerto appare soddisfacente.

sabato 11 novembre 2023

Valori in ribasso

In un'idea inscritta in modo inscalfibile nel mio modo di pensare, credo comune a quello della mia generazione, due erano le prerogative personali che maggiormente rendevano meritevoli di stima e buona reputazione.
La prima era l'intelligenza, la seconda la cultura.
Entrambe oggi le sento nominare sempre meno, sostituite da più moderni "valori" capaci di connotare una persona considerata.
La capacità di comprendere le cose oltre le immediate apparenze, di ricercare connessioni, gli universali sembra svalutata dal gran numero di soluzioni precostituite che la rete mette a disposizione: l'unica fatica è scegliere a chi delegare oggi la comprensione di quello che accade. Piuttosto va sempre più di moda l'abilità nel ricercare la nicchia nel quale massimizzare il proprio interesse, del tutto rispettabile quando non diventa miope furbizia da free rider.
Le persone più considerate sono quelle capace di coinvolgere, determinate, dotate di leadership piuttosto che di talento o fantasia: molto raro sentire una frase tipo "però, quello è veramente intelligente!".
Per quanto riguarda la cultura, non parliamone nemmeno.
Per un teenager la virtù di uno che ha letto molti libri, che padroneggia una disciplina, che è in grano di interconnettere grazie alle sue conoscenze ambiti cognitivi diversi, è vista probabilmente alla stregua di come noi consideriamo le capacità guaritive di uno sciamano. 
Il lavoro intellettuale perde in considerazione, i libri sono un oggetto per boomer, l'approfondimento lascia spazio ai riassuntini e alle infografiche.
Aumenta la complessità, si svaluta la capacità di affrontarla.
Non mi ci ritrovo tanto, mi sa che è ora di passare la mano. 

venerdì 3 novembre 2023

Spettacolo: no grazie

Giornalista, tifoso viola, apprezzato opinionista in uno dei "filo diretto" su radio sportiva, Stefano Cecchi è ogni volta sommerso dagli attestati di stima dei veri amanti del calcio di una volta.

Difficile per lui parlare prima di Juve- Fiorentina: ma è uno che ne esce alla grande, rispondendo alla domanda "chi in attacco per la Juve, tra i 4 a disposizione?" così: "Gatti centravanti e Rugani alle sue spalle".

Il suo pensiero sommamente condivisibile è tuttavia condensato dalla risposta successiva.

"...se vuole lo spettacolo le consiglio un bel cinema... il calcio non deve dare spettacolo, ma la felicità".



L'altra faccia della medaglia

Purtroppo è sempre il calcio ad offrire gli esempi negativi.

Allontanato Sottil al culmine di una situazione tanto insostenibile quanto legata a responsabilità altrui, viene richiamata una vecchia conoscenza, l'ultima cui si sarebbe rivolto il permaloso tifoso friulano.

Dopo un esordio che ha fatto balenare qualche speranza a Monza, ecco arrivare la Coppa Italia, ormai non più considerata un allenamento per le seconde schiere ma un vero intralcio.

Normale vedere le riserve e qualche giovane, prevedibile pensare che una trasferta perdente a Milano non fosse nei desiderata; ma se la sconfitta viene perseguita con pervicacia, precludendosi volontariamente ogni possibilità di vincere, allora non è più sport, non c'è rispetto nè per i tifosi nè per il club.

Mi unisco al coro: "meritiamo di più".

martedì 31 ottobre 2023

Guarda che bella medaglia d'argento!

L'ultima partita nella nazionale più leggendaria di tutti gli sport, persa di un punto, dopo aver giocato meglio e sfiorato una rimonta storica, nel match più importante degli ultimi trentanni.

 
Trovare la forza di sorridere, la capacità di comprendere quel molto che si è fatto, quel tutto che è lottare fino allo stremo delle proprie forze e al meglio delle proprie capacità.

Insegnare con un abbraccio a proprio figlio come va la vita.

Essere un campione, Aaron Smith.