Concetto Vecchio, già bravo nella sua ricostruzione della vicenda di Giorgiana Masi, questa volta ci aggiunge un po' di cuore.
"Meno comunismo, più Emanuele", con questa formula convinse il patriarca della sinistra a lasciarti intervistare per questa "biografia sentimentale", in cui non è la battaglia dei miglioristi l'oggetto principale, ma la vicenda di un uomo che ha molto lottato, molto amato, molto scritto, molto vissuto.
La fanciullezza e l'adolescenza nella Caltanissetta di un secolo fa raccontano di un mondo lontanissimo, fatto di miseria e ingiustizie ancestrali che segnarono la formazione della passione per la politica, per il sindacato, guidate dal desiderio di migliorare le condizioni di vita delle masse disperate dei minatori e dei braccianti.
La sicilianità straborda; emerge questa volta non da estremi che si toccano, ma da una sensualità che non si riesce a contenere, e che porta il giovane militante comunista all'arresto e al processo per adulterio; e dal profilo morale di persone come Boccadutri, Li Causi, La Torre, maestri e compagni di Macaluso.
Vecchio ne racconta descrivendoci i dettagli di un rapporto che diviene di amicizia, con quello che fine all'ultimo non volle essere un monumento, ma si guadagnò la "generale considerazione" che gli venne tributata nei coccodrilli, e che all'epoca ho condiviso.
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