Son passati circa trent'anni dal tempo in cui, quindicenne, cominciai a leggere con avidità e curiosità adolescenziale "La Repubblica", allora ricca di firme straordinarie.
Fra i molti articoli che divoravo e ritagliavo non mancavano tutti i fenomenali pezzi "A parer mio" di Beniamino Placido, e la rubrica settimanale "Sette giorni di cattivi pensieri", nella quale Gianni Mura spaziava dentro e fuori lo sport, aiutando il lettore a dare la giusta dimensione ai suoi splendori e alle sue miserie.
In questi giorni terribili la scomparsa di Mura mi lascia l'ultimo (vero) cattivo pensiero: uno alla volta se ne sono andate tutte le persone che leggevo e ascoltavo per imparare, per capire; per scoprire un'idea originale o semplicemente sentire una storia ben raccontata.
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