Poi comincia a spiegare dove si debba spezzare in Francia il fronte avversario, e di quando in quando si rivolge a me: «Dovreste farla un po' finita con quella vostra eterna guerra di posizione. Date una buona scoppola a quelle canaglie, e avremo la pace».
Gli rispondo che a nostro avviso non è possibile aprire una breccia nel fronte nemico. Quelli di là hanno troppe riserve. Inoltre la guerra è alquanto diversa da ciò che qui si immagina. Ma lui ribatte con sussiego, e mi dimostra che io non ne capisco nulla.
«Naturale, così pare al singolo individuo» dice «ma non bisogna perdere di vista l'insieme. E l'insieme voi non lo potete giudicare: voi non vedete che il vostro piccolo settore. Arrischiate ogni giorno la vita, ciò è altamente onorevole - ciascuno di voi dovrebbe avere la croce di ferro - ma l'importante è che il fronte nemico sia spezzato in Fiandra e poi respinto indietro tutto, procedendo da nord a sud.»
E qui soffia, e si asciuga la barba. «Respinto indietro come un tappeto che si arrotola, dall'alto in basso. E poi puntare su Parigi.»
venerdì 27 marzo 2020
Edizione straordinaria (4)
da Niente di nuovo sul fronte occidentale, di Erich Remarque
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