Ecco una cosa che non si può dire, probabilmente.
Le scelte drammatiche di questi giorni pongono delle alternative tra la tutela della salute e l'andamento dell'economia nei prossimi mesi ed anni, ed anche lo stato della democrazia.
Nella discussione pubblica appare scontato, incontestabile, che salvare ogni singola vita abbia la priorità, che non sia in discussione la preferenza alle scelte che salvano delle persone.
Il discorso è a mio avviso più complesso.
E' chiaro che evitare il rischio che muoiano dieci milioni di persone, ad esempio, comporta ogni genere di sacrificio.
Si consideri all'opposto l'ipotesi di una scelta che salvi una sola persona, al costo della perdita di un milione di posti di lavoro. Onestà vuole che nessun governo avrebbe esitazione nel decidere di non prenderla.
Tutto quello che sta nel mezzo tra queste due ipotesi, è ponderazione di interessi, scelta politica.
Ed è esattamente in quel mezzo che ci troviamo in questo momento.
Il governo non è di fronte a decisioni eticamente necessitate: deve fare scelte politiche di cui si assume la terribile responsabilità.
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