Ho letto e anche regalato dei libri di
Michel Onfray.
Alcune sue idee forza nel Trattato di ateologia mi sembrano illuminanti, tali da
portare l'opera oltre quelle degli autori atei (Hitchens, Dawkins) volte a
dimostrare in termini logici e filologici l'inconsistenza e la pericolosità del
pensiero religioso.
Ancora di maggior interesse ho trovato la
sintesi del suo pensiero che è La
potenza di esistere - Manifesto edonista, in cui propugna un'arte del vivere edonista, fondata
sull'esistenza reale, su un sapere liberato da lacci metafisici.
Lo stesso interesse meritano l'ambizioso
progetto di una controstoria della filosofia in cui gli edonisti ed i
materialisti negletti nella storiografia ufficiale trovino finalmente il loro
spazio, ed i volumi che l'hanno completato.
In questi giorni Onfray, che già non si è
peritato pochi anni fa di andar contro l'establishment benpensante della gauche caviale,
con il corrosivo Crepuscolo di
un idolo e la demolizione di
Freud, si è trovato agli onori delle cronache per opposti motivi.
Lui che dei monoteismi e dell'Islam in
particolare ha detto e pensa le peggio cose si è ritrovato citato
dai tagliagole dell'ISIS come portatore di parole di verità.
Replica: "Io sono un filosofo, il
mio lavoro è cercare di mettere le cose in prospettiva. Si è sempre
strumentalizzati da tutti, non è un mio problema."
Neanche una settimana e l'annuncio è di
quelli choc: "Ho
deciso che il mio libro sull'islam è bene che non esca in Francia. Nel mio
paese non è più possibile discutere serenamente di questa religione".
In pratica, al tempo stesso è l'eroe dell'ISIS ed il bersaglio polemico degli anti-islamofobi (con in sovrappiù l'accusa di criptolepenismo).
In pratica, al tempo stesso è l'eroe dell'ISIS ed il bersaglio polemico degli anti-islamofobi (con in sovrappiù l'accusa di criptolepenismo).
Una frase illumina il secondo articolo: “Il ne faut pas avoir
peur du réel”.
Ammirato vergo il
titolo di questo post.
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