sabato 28 novembre 2015

Che cos'è l'onestà intellettuale

Ho letto e anche regalato dei libri di Michel Onfray.
Alcune sue idee forza nel Trattato di ateologia mi sembrano illuminanti, tali da portare l'opera oltre quelle degli autori atei (Hitchens, Dawkins) volte a dimostrare in termini logici e filologici l'inconsistenza e la pericolosità del pensiero religioso.
Ancora di maggior interesse ho trovato la sintesi del suo pensiero che è La potenza di esistere - Manifesto edonista, in cui propugna un'arte del vivere edonista, fondata sull'esistenza reale, su un sapere liberato da lacci metafisici. 
Lo stesso interesse meritano l'ambizioso progetto di una controstoria della filosofia in cui gli edonisti ed i materialisti negletti nella storiografia ufficiale trovino finalmente il loro spazio, ed i volumi che l'hanno completato.
In questi giorni Onfray, che già non si è peritato pochi anni fa di andar contro l'establishment benpensante della gauche caviale, con il corrosivo Crepuscolo di un idolo e la demolizione di Freud, si è trovato agli onori delle cronache per opposti motivi.
Lui che dei monoteismi e dell'Islam in particolare ha detto e pensa le peggio cose si è ritrovato citato dai tagliagole dell'ISIS come portatore di parole di verità.
Replica: "Io sono un filosofo, il mio lavoro è cercare di mettere le cose in prospettiva. Si è sempre strumentalizzati da tutti, non è un mio problema."
Neanche una settimana e l'annuncio è di quelli choc: "Ho deciso che il mio libro sull'islam è bene che non esca in Francia. Nel mio paese non è più possibile discutere serenamente di questa religione".

In pratica, al tempo stesso è l'eroe dell'ISIS ed il bersaglio polemico degli anti-islamofobi (con in sovrappiù l'accusa di criptolepenismo). 

Una frase illumina il secondo articolo: “Il ne faut pas avoir peur du réel”. 


Ammirato vergo il titolo di questo post.

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