domenica 15 dicembre 2024

Noi vogliamo gente che...

quando perde è incazzata.

Basta conferenze stampa postpartita in cui "non sono queste le partite in cui dobbiamo fare punti".

Se con le prime 7-8 le perdiamo tutte allora non si deve andare a perdere in casa del Venezia.

Quando cavolo lo ribaltiamo un pronostico?

Questi vanno a giocare da veri professionisti, offrono la loro prestazione di 90 minuti e se ne tornano a casa contenti. Obbligazione di mezzi. In verità non gliene frega niente di vincere, ma solo di rispettare il contratto e di mettersi in mostra per guadagnarne uno migliore.

Non sono tutti così. Gente come Conte e Gattuso quando perdono sono sicuro che non dormono due notti. 

I nostri invece, assecondati dalla mancanza di ambizione che respirano dalla società, si adeguano sempre verso il basso... e abbiamo visto a Frosinone quanto può costare.

Non è uno spettacolo, è sport, competizione, bisogna provare a vincere.

Noi vogliamo vincere. E loro? 

sabato 7 dicembre 2024

Lo stato sono loro

A margine della condanna di Turetta minore attenzione è stata riservata, comprensibilmente, al capo della sentenza nel quale veniva condannato a ingenti somme per risarcire le persone offese. 

Ne ha ricevuta da un professore di diritto penale che, intervistato dal Corriere in merito alla probabile insolvenza di un venticinquenne condannato all'ergastolo, ha indicato de iure condendo la necessità che lo stato si faccia carico di questo debito.

In pratica lo stato dovrebbe risarcire i danni provocati dagli autori di fatti illeciti che siano insolventi.

Meritorio dal punto di vista dei danneggiati, questo punto di vista è a mio avviso indice di atteggiamento molto diffuso che, nel fare appello al concorso della spesa pubblica rispetto a questa o quella meritevole esigenza, dimentica che la stessa è finanziata da tutti noi.

Quando pensiamo ad una agevolazione fiscale, ad un contributo pubblico, a dei bonus o a delle opere pubbliche, automaticamente ci immedesimiamo nella condizione dei potenziali fruitori, mai in quella (statisticamente ben più frequente, ad occhio) dei finanziatori, quali siamo (almeno nella misura in cui paghiamo le tasse, e qui il "tutti" di poco sopra...)

Lo stato ci va bene quando è mucca da mungere, meno quando ci presenta il conto. Ho già ricordato le parole di Facci: Ora come allora, nessuno si indigna per gli evasori fiscali, a meno che non siano di ricchezza esuberante e perciò soggetti a invidia sociale. Nessuno associa gli evasori a un danno anche per se stesso, Nessuno pensa che un sacco di gente fruisce di servizi che non ha contribuito a pagare. nessuno collega l'evasione al debito pubblico che durante la "rivoluzione" fu messo in conto ai soli partiti. Nessuno soprattutto, si illude che gli evasori abbiano una connotazione politica. Il discorso non è quello dei nullatenenti con lo yacht, o edl popolo che paga in nero - si è scoperto- anche le bare. In Italia persiste una mentalità pre-civile che vede in ogni tassazione quel genere di prevaricazione indebita che per secoli appartenne al gabelliere straniero, come se fossimo ancor nel 1860 e tuttora reduci dalle occupazioni di arabi, austriaci, francesi o spagnoli.

Lo stato deve fare questo, deve fare quello... pagano "loro".

sabato 16 novembre 2024

Alessandro il Grande

 di Lorenzo Braccesi

Le biografie non sono il mio genere preferito, ma bisognerà ben fare un'eccezione per uno dei più straordinari esponenti del nostro genere.
O, forse bisognerebbe dire, per l'autore di imprese tra le più straordinarie delle nostra storia.
Perchè dell'uomo, non solo della persona ma a anche dell'uomo pubblico, si sa veramente poco, ed il lavoro dello storico è una non facile "cucitura" tra quanto riportato dalle fonti coeve e ipotesi supportate dalla logica.
Braccesi ovviamente affronta, dopo il tema del rapporto con i genitori e (nel caso del padre) della loro eredità politica, l'evoluzione di un percorso in cui il campione della grecità diventa (anche) l'erede dell'impero egizio e persiano, lentamente staccandosi dalle origini per dar corso al progetto di un impero universale.
Le tensioni che questo passaggio determinò furono probabilmente l'aspetto determinante della vita dell'uomo Alessandro, la capacità di immaginarlo furono la misura della sua eccezionalità, che si confrontava anche con la discussa pretesa di derivare la propria origine dalla divinità


sabato 9 novembre 2024

Lunga è la strada

L'Italrugby nella mia città, nel mio stadio, che occasione!

Dall'altra parte ci sono i Pumas, hanno battuto da poco il Sudafrica, ma noi abbiamo fatto il miglior 6 Nazioni di sempre e vogliamo misuraci.

Il primo dubbio è la scelta del settore... il rugby andrebbe visto dai distinti, ma tradire la Curva Nord... non si può.

La partita è discreta, i Pumas sono di livello superiore, teniamo botta fino al 10 del secondo tempo, poi arriva una grandinata che punisce oltre i meriti, sottolineando una differenza più marcata di quella reale. 

Senza il tifo organizzato la festa che pure c'è è dimezzata, i 20mila presenti al Friuli stentano a farsi sentire.

NB: è la prima volta che vedo l'Argentina, veder calciare quel mancino con il numero 10 mi ha fatto un certo effetto. Si chiama Albornoz, al posto di Zarraga non credo sfigurerebbe troppo.

 



mercoledì 30 ottobre 2024

Locus desperatus

 di Michele Mari


Nel mondo fantastico di Michele Mari si incontrano uomini-morchia, libri che parlano, etichette metalliche fedeli, incubi che sono più veri della realtà, doppi ovunque.

Protagonista è il rapporto con le cose conservate, collezionate ed amate, al punto da diventare parte della persona che detenendole dà loro vita, ma al tempo stesso le accoglie come parte della propria, e della loro stessa identità.

Ansia di dover cercare la prossima parola sul vocabolario, dubbi costanti sulla probabilità che sfugga una citazione o il senso di una delle molteplici invenzioni. Letteratura pura.

sabato 19 ottobre 2024

La verità sul dossier mafia -appalti

 di Mario Mori e Giuseppe De Donno


Questo volume contiene la versione di due dei diretti interessati ad una delle più delicate vicende giudiziarie della storia "recente". 

Si tratta di due servitori dello stato coinvolti in quella vicenda (purtroppo) esemplare dello stato della nostra civiltà giuridica che è stato il "processo trattativa"; usciti completamente assolti, descrivono oltre ad alcuni dei fatti ivi considerati il lavoro da loro compiuto in relazione all'integrazione del fenomeno mafioso con ampi stati dell'imprenditoria e delle amministrazioni locali, in un sistema esaminando il quale la mafia appariva un fenomeno ben più ampio, complesso e integrato nella società di quello che appare ove si consideri esclusivamente il suo ramo militare.

Sono di certo interesse la narrazione di come certi innovazioni di metodo nella attività di polizia giudiziaria e nelle indagini abbiano al tempo stesso contribuito a grandi risultati ma anche incontrato grandi resistenze; e, per chi legge, trovare il nome di una impresa della mia città più volte nominata.

L'inchiesta non ebbe un seguito, non è dato di comprendere i motivi di quanto accadde nell'estate 1992.

Il beneficio del dubbio va forse concesso ai magistrati che presero determinate decisioni, anch'essi servitori dello stato. Di certo materia per gli storici ce n'è.  

Che peccato non avere potuto raccogliere l'opinione di Massimo su questa vicenda e su questa ricostruzione

Storia sociale del calcio argentino

 di Osvaldo Bayer


Questo volumetto e la sua quarta di copertina promettevano parecchio.

In realtà è un'agile storia del calcio argentino fino al 1986, in cui rimane molto sullo sfondo quello che non è la cronaca dello svolgersi dei vari campionati, contornato da notizie interessanti sulla nascita delle varie squadre.


mercoledì 16 ottobre 2024

Ho visto

Ieri sera ad un certo punto è entrato Daniel Maldini, ed in quel momento ho pensato a quante ne ho viste, in quello stadio.

ho visto quel gol di Gerolin

ho visto esordire Paolo Maldini in serie A

ho visto Gabriel Omar Batistuta segnare una tripletta, e poi Malesani in braghe corte

ho visto Ronaldo marcare su assist di Roberto Baggio

ho visto Zidane inciampare su un tabellone dopo aver segnato 

ho visto il primo e meno famoso gol di mano di Maradona

ho visto Napoli vincere il suo terzo scudetto

ho visto Paolo Rossi il giorno del suo rientro dalla squalifica, il 2 maggio 1982

ho visto Michel farne 3 ai coreani 

ho visto Modric entrare dalla panchina nel Tottenham del giovane Bale

ho visto Baggio, alla prima da pallone d'oro, farne uno di tacco e uno dopo aver scartato tutta la difesa

ho visto Totò Di Natale fare goal alla Reggina e al Chievo, e a tantissime altre squadre

ho visto Zico segnare il gol della vittoria contro il Real Madrid e la Roma campione d'Italia

ho visto il Verona di Bagnoli farsi rimontare da 0-3 e poi farcene 5 

ho visto Platini strappare il pareggio davanti al Galinho infreddolito e deluso

ho visto i corner di Mihajlovic

ho visto le punizioni di Edinho

ho visto la Juve godere il 5 maggio 2002

ho visto una tripletta di Iaquinta in Champions

ho visto Alex Del Piero piangere quel giorno che gli cambiò la carriera

ho visto Amoroso fare un sombrero a Maldini

ho visto Zoff alla prima come allenatore della nazionale, far esordire il giovane Francesco Totti

ho visto Marco Van Basten fare sfoggio della sua grande eleganza, Shevcenko farne uno dei suoi, Kakà marcare su rigore

ho visto Baresi alzare il braccio per chiamare il fuorigioco

ho visto Righetti entrare duro  

ho visto il Borussia Dortmund perdere ai rigori

ho visto Oliver mettere in ginocchio la difesa dell'Inter, quel giorno che ci siamo sentiti veramente grandi

ho visto Calori mandare in B l'Atalanta

ho visto contro l'Ajax come può morire un sogno bellissimo

ho visto un gol di Carsten Jancker

ho visto Mannini segnare con il portiere a terra

ho visto il Barcellona giocare senza allenatore e con le riserve, ma erano Iniesta e Giuly, e un ragazzo argentino restare seduto in panchina

ho visto segnare Luca Vialli e Bobby gol (un sacco di volte)

ho visto il Pampa Sosa far gol alla Juventus

ho visto Maicosuel tirare il cucchiaio

ho visto i riflettori andare in blackout, ma poi Mancini riaccendere la luce

ho visto l'ultimo gol in A di Ciccio Graziani e di Stefano Borgonovo

ho visto Courtois raccogliere due volte il pallone nella porta dell'Atletico

ho visto Fabio Quagliarella farci sognare e sfiorare la semifinale europea

ho visto l'Uruguay al Mondiale

ho visto Suarez con la maglia dei Reds, Lewandowski a secco con il Lech Poznan

ho visto Totti mandare affanculo l'arbitro senza essere nemmeno ammonito

ho visto schierati centravanti Ranegie, Teodorczik, Lasagna e Bajic, Maxi Lopez e Isaac Success

ho visto Mario Balotelli mostrare che campione avrebbe potuto diventare

ho visto Cristiano fare "siuuuu"

ho visto in finale dell'Europeo under 21 nascere la formidabile Spagna di quest'anno

ho visto Henok Goitom raggiungere l'Inter in pieno recupero

ho visto una doppietta di Di Lorenzo in nazionale

ho visto il Chelsea, l'Atletich Bilbao e il Vasco de Gama, il Werder Brema e il Polonia Varsavia, il Leverkusen e lo Sporting Lisbona, il Pana e l'Aalborg, il Salisburgo e lo Young Boys, Austria Vienna e Sigma Olomuc, il Rennes e l'AZ Alkmaar, lo Zenit e lo Slavia Praga, il Legia e il Widzew Lodz, il Celtic e il Paok, il Panionios e la Dinamo Zagabria, lo Sporting Braga e l'Anzhi, Arsenal e Tottenham, la Spagna, l'Austria e la Svizzera, la Slovenia e il Liechtenstein, la Georgia e Israele, il Taranto e l'Arezzo, il Cosenza e l'Ancona, il Carpi e il Chievo.

ho visto Arrigo Sacchi, Vicente Del Bosque, Carlo Ancelotti e Mourino, Trapattoni e Capello, Carletto Mazzone e Boskov, Claudio Ranieri e Marcello Lippi, Antonio Conte e Spalletti, Eriksson e Liedolhm, Alberto Zaccheroni e Francesco Guidolin

ho visto la mia squadra in Champions, in Coppa Uefa, in Europa League e in Intertoto

ho visto Zoff e Buffon, Scirea e Baresi, Nesta e Cannavaro, Pirlo e Tardelli, Ronaldinho, Kakà e Rivaldo, Gullit, Van Basten e Rijkaard, Sheva e George Weah, Maradona e Careca, Balbo e Sensini, Falcao e Bruno Conti, Graziani e Pulici, Zidane e Platini, Aguilera e Skhuravy,  Vialli e Mancini, Batistuta e Rui Costa, Beppe Giannini e Ciro Immobile, Gigi Lentini e Totò Schillaci, Elkjaer e Briegel, Pippo Inzaghi e Bobo Vieri, Donadoni e Franco Causio, Giancarlo Antognoni e Beccalossi, Alviero Chiorri e Ricky Maspero, Beppe Signori ed Enrico Chiesa, Didier Deschamps e Paulo Sousa, Gentile e Cabrini, Butragueno e Santillana, Rummenigge e Socrates, Mattheus e Beppe Bergomi, Ibra e Miro Klose, Gattuso e Tonali, Paolo e Daniel Maldini.

Non è andata male

domenica 29 settembre 2024

Malga Grantagar

Dopo innumerevoli anni di assenza ritorno alla gita sociale M&M&L.

Piacevole ascesa su comoda forestale alla malga, ai piedi di una impareggiabile visione di un arco di cime.

Il rifugio Corsi lassù, e la sella poco oltre, invitano al ritorno, è bello pensare che accadrà

Gli assenti hanno sempre torto.





sabato 24 agosto 2024

Cjasut dal Scior

Un anno fa ho scoperto questo magnifico ricovero allestito pochi metri sotto la cima del monte Vualt, in una rotta ben poco frequentata, e l'ho individuato come meta ideale per realizzare un vecchio desiderio, passare una notte in bivacco.

Le congiunzioni astrali e metereologiche individuano una notte tra venerdì e sabato, partiamo quindi dopo pranzo per portarci alla base, nel parcheggio di Dordolla. 

La salita appare più ardua di quanto ricordavo, lo zaino pesa e mi faccio aiutare dai ragazzi. Ridendo e scherzando dobbiamo fare 1100 metri di dislivello; oltre allo zaino mi pesa il timore di trovare occupato (con il senno di poi sarebbe stato più prudente anticipare la partenza alla mattina, per prevenire il rischio).

In realtà l'ascesa e piacevole e quasi completamente immersa nel bosco, tempo 3 ore e mezza giungiamo all'agognato ricovero, non c'è nessuno!

Poco dopo l'arrivo e la sistemazione incontriamo un altro gruppetto di persone venute a vedere il tramonto sulla cima, condividiamo un po' di salame mentre di prepariamo per la cena.

Siamo attrezzati con le torce, ma il Cjasut oltre che fornito di tutto punto è dotato di pannelli solari e batteria, che forniscono illuminazione sia all'interno che all'esterno: quel po' di magia che tolgono lo restituiscono in comodità.

Il lungo imbrunire lascia il posto ad un'oscurità interrotta da un tappetto di stelle, che è facile rimirare da lassù.

Ci aspetta una notte nel letto a castello, fatico a prendere sonno per gli effetti dell'acido lattico, la sveglia è puntata alle 5.45 per consentirci di vedere l'alba dalla cima del Vualt. Purtroppo la vicina Creta dai rusei ci fa ombra, aspettiamo quasi un'ora che il sole faccia capolino.

Una buona colazione, rassettiamo tutto e partiamo per completare il percorso ad anello. Una comoda, discesa, è tutto un altro andare, verso il Casermone di Vualt e poi il rifugio, da cui parte un sentiero che risaliamo per lasciare la val Alba e tornare in val d'Aupa. Comunque tre ore di discesa, prima della doverosa sosta al bar di Dordolla.

Bella esperienza!
















sabato 3 agosto 2024

Monte Crostis da Givigliana

Della serie "non posso arrivare a 50 anni senza...", non ero mai stato sul Crostis.

Molto male, per uno nato a Comeglians.

I soliti incastri saltano, parto da solo. Macchina sotto il campanile di Givigliana (in ristrutturazione, te pareva) e via.

Solo solo, mi incammino nel bosco e raggiungo in breve la sella Bioichia, a quota 1690. La deviazione verso destra porta su un sentiero erboso molto poco marcato, sulle pendici del Coventas. Come da tradizione mi perdo, continuando in costa sul pendio che a tratti si fa ripido. Ad un certo punto risalgo verso nord e riesco a ricollegarmi (di fatto arrampicandomi) al sentiero che sale dall'agriturismo Chiadinas, raggiungendo in breve la cima assieme a diversi escursionisti provenienti dalla via più facile.

Il panorama e maestoso e ripaga la faticaccia (alla fine oltre 1100 di dislivello con l'aggiunta dei saliscendi). 

Di fronte il Coglians troneggia maestoso, si vede minuscolo il Marinelli alle sue falde


Poco discosto il Monte Volaia ammira la bellezza nascosta del suo laghetto.

Ad Ovest Sappada e la sua conca godono di un timido sole.

A sud il Talm sorveglia la val Tagliamento, di cui si intravvede uno scorcio.



Dopo un rapido pranzo e la consueta nostalgia che mi prende della cima che sto per lasciare, mi incammino scegliendo di tornare sul medesimo percorso. Partendo dal sentiero che parte dalla cima non mi perderò.... tze.
Di nuovo mi ritrovo sul pendio erboso, che decido di scendere nella speranza di incontrare il sentiero più in basso. Rimango un bel po' indeciso sul da farsi, sinchè decido di procedere orizzontalmente in quota sino al punto in cui il sentiero  dovrò incontrarlo per forza... e infatti.

La discesa ridiventa agevole nel bosco, ma è lunga e quanto. Ormai quasi arrivato al paese anche il ginocchio si fa sentire, fa un male cane se non scendo lateralmente.
Vera bellezza, me la sono meritata, questa volta.


Carta tabacco 01, sentiero 151, dislivello 1100, H min 1.100 max 2250 ascesa 3 h, discesa 2,5.












lunedì 22 luglio 2024

Me and Bobby McGee

Ci sono diverse canzoni che ho talmente spesso ascoltato, in certi periodi, da rendere le loro note indissolubilmente legate al ricordo di quel periodo.
Così certi brani di Phil Collins mi rievocano le prime traduzioni dal latino; gli Everly Brothers l'estate della maturità; Certe notti l'esame di  privato, i Verve la tesi di laurea; Sunrise il viaggio in America, Waka waka quell'estate...e via andare.
Ma forse nessuna, nessuna mi resterà impressa come questo pezzo di Janis, che nelle settimane precedenti l'esame ho ascoltato decine di volte, quando cercavo le forze per riprendere in mano i libri, quando riempivo i fogli degli argomenti da sapere, quando mi alzavo dalla sedia per ripetere.
E la sera prima, prima di addormentarmi, la mattina nella camminata verso la sede, e poi dopo, quando tutto era finito e mi sentivo più "leggero" che nella canzone di Liga.
Freedom is just another word /
to say nothing to lose.
E stata dura, e ancor oggi sono queste note a ricordardarmelo con un'emozione che ogni volta si rinnova.

sabato 25 maggio 2024

Dal cuore della gente alla leggenda del calcio

 Il mister Ranieri, compiuta l'ennesima impresa, annuncia che il cerchio si è chiuso e che non allenerà più.


Che uomo, che persona, che allenatore.

La stima per lui è antica quanto la sua carriera, quarantanni senza una parola fuori posto e la capacità di tirare fuori il meglio da squadre raramente eccelse.

La grande ammirazione, divenuta tifo ad personam, risale alla grande impresa del suo Leicester, una delle più belle favole sportive di sempre.

Nè posso dimenticare che, ottenuta una promozione insperata in pieno recupero, il suo pensiero fu zittire i cori di scherno agli avversari dei suoi tifosi, che ad un suo cenno li abbandonarono.

Mister Claudio lascia una città ed una tifoseria colme di gratitudine, chiudendo come in un'altra favola un cerchio lì iniziato, ed un mondo del calcio che lo stima con l'omaggio che il vizio rende alla virtù. 

Merce rara, un signore di tanta fatta. Ancor di più, se capace di vincere una Premier League con una squadra accreditata per la retrocessione.

Narreranno un giorno del grande mister dal sorriso gioviale e dalla capacità di aggiustare le situazioni più complicate: caro Mister, sei una leggenda.