di Mario Mori e Giuseppe De Donno
Questo volume contiene la versione di due dei diretti interessati ad una delle più delicate vicende giudiziarie della storia "recente".
Si tratta di due servitori dello stato coinvolti in quella vicenda (purtroppo) esemplare dello stato della nostra civiltà giuridica che è stato il "processo trattativa"; usciti completamente assolti, descrivono oltre ad alcuni dei fatti ivi considerati il lavoro da loro compiuto in relazione all'integrazione del fenomeno mafioso con ampi stati dell'imprenditoria e delle amministrazioni locali, in un sistema esaminando il quale la mafia appariva un fenomeno ben più ampio, complesso e integrato nella società di quello che appare ove si consideri esclusivamente il suo ramo militare.
Sono di certo interesse la narrazione di come certi innovazioni di metodo nella attività di polizia giudiziaria e nelle indagini abbiano al tempo stesso contribuito a grandi risultati ma anche incontrato grandi resistenze; e, per chi legge, trovare il nome di una impresa della mia città più volte nominata.
L'inchiesta non ebbe un seguito, non è dato di comprendere i motivi di quanto accadde nell'estate 1992.
Il beneficio del dubbio va forse concesso ai magistrati che presero determinate decisioni, anch'essi servitori dello stato. Di certo materia per gli storici ce n'è.
Che peccato non avere potuto raccogliere l'opinione di Massimo su questa vicenda e su questa ricostruzione
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