domenica 20 novembre 2022

Solo tre parole, donna vità libertà

Non mi capacito di come alla protesta del popolo iraniano, che sta diventando (e perchè sta diventando) una vera rivoluzione contro il regime oscurantista e assassino che da quarantanni opprime quel magnifico Paese, sia dato così poco spazio sui nostri media e nella discussione pubblica.
Trovo piuttosto giusto il parallelo che è stato fatto dall'appello del partito radicale  con la lotta del popolo ucraino per resistere all'aggressione russa, ed il suo invito a fornire agli iraniani uguale, se non maggiore, sostegno.
Da occidentale satollo e sicuro della mia vita, dei miei beni e dei miei diritti (con qualche attenzione per questi ultimi) un po' mi vergogno a non fare nulla per questi ragazzi che stanno rischiano la loro vita per conquistare libertà fondamentali come quella di camminare a capo scoperto, baciarsi, bere una birra. Cinquantenne senza molto di più da chiedere alla vita, sarei veramente pronto a metterne in questione parte per chi ne ha una davanti.
L'altroieri hanno bruciato la casa di Khomeini, forse è una svolta di quella che sta diventando una vera rivoluzione, di persone senza paura perche non hanno da perdere che una vita che non vale la pena di essere vissuta, a fronte di quella che spetta a qualsiasi persona umana. 
Cerco e non trovo, in giornali italiani e stranieri, le notizie che pur posso ricavare dalle cronache di Mariano Giustino.
Tra i pochi, ma importanti gesti, ho molto apprezzato la partecipazione dei Colplay che al loro concerto al Monumental hanno suonato "Baraye".

Bisognerebbe far vedere le immagini di questi ragazzi che manifestano per i loro connazionali in Australia, le loro lacrime, per far capire anche agli animi più induriti quello che forse le parole non riescono a spiegare.



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