Quando con un amico ho commentato l'uscita di questo libro, abbiamo subito convenuto su un dettaglio: che bella copertina!
La consueta eleganza dell'edizione Sellerio si sposa magnificamente con il rosso della rosa nel pugno, simbolo che (qui subisco un inevitabile "transfert ideologico") mi ispira freschezza, modernità, libertà.
Spadaccia verga una testimonianza dettagliatissima di una vita in larga parte identificatasi con l'attività politica e con il soggetto in cui l'ha in gran parte praticata, il partito radicale.
Un po' storia alla maniera in cui viene scritta dai giornalisti, un po' libro di memorie, l'opera sottrae all'oblio una serie di ricordi che senza di lui sarebbero certamente andati persi, legandoli alle vicende di un movimento politico unico per caratteristiche e per i risultati che ha saputo raggiungere in rapporto alle (poche) forze.
Veniamo a conoscenza di importanti particolari su alcune decisioni sull'organizzazione e sulle campagne, che ci portano a vederle su una luce nuova.
Il punto di vista di Spadaccia oltre che al rapporto con Pannella è legato, soprattutto nella fase centrale, alla possibilità di perseguire un'alternativa a sinistra agli equilibri sclerotizzati della Prima repubblica.
A partire dagli anni 90, in coincidenza con il periodo in cui ho cominciato a interessarmi ai radicali, Spadaccia lasciò l'impegno diretto, la parte del libro che si occupa di questa fase è una cronaca dall'esterno.
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