Invogliato da alcune citazioni nel libro della Soncini, mi sono finalmente confrontato con questa celeberrima opera.
Inevitabile la caccia ai passi in cui rinvenire gli aspetti profetici , su cui prevale poi il cuore del libro, la riflessione sul tema del potere e della solitudine dell' uomo di fronte ad esso.
La lotta per conservare un po' di umanità, legata al desiderio di non rinunciare al proprio corpo e al legame con ciò che rimane della verità danno un senso alla vita del protagonista, la sua sconfitta è il presagio del destino dell'uomo.
Particolarmente interessante è la descrizione del rapporto tra il linguaggio e la realtà. La neolingua è lo strumento con cui il socing costruisce il suo nuovo mondo, in cui il controllo poliziesco non sarà più necessario perché la libertà non potrà più nemmeno essere pensata.
Quel che mondo orwelliano è disegno mefistofelico, nel nostro mi appare sullo sfondo come possibile esito dell'impoverimento culturale: che ne sarà di milioni di persone per cui un libro sarà solo un oggetto di antiquariato?
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