di Marta Ottaviani
Ho inseguito questo testo fin dalla sua pubblicazione,
uditane all’epoca la presentazione su radioradicale, e nell’ambito del mio
grande interesse per la Turchia e per questo novello Sultano, che considero
pericoloso più o meno alla stregua di un Hitler. Due anni dopo ne avrebbe avute
di cose da aggiungere, la Ottaviani, nei giorni in cui Erdogan giura da
Presidentissimo, completando la sua opera di ottenere il potere assoluto (ma
forse non la sua opera in assoluto).
Dopo un primo capitolo in cui si riassume la storia della
Turchia repubblicana, con attenzione particolare ai vari golpe militari che
l’hanno contrassegnata, l’ascesa di Erdogan viene raccontata nelle sue fasi,
nel suo rapporto con le “tre Turchie” che la Ottaviani individua: quella laica
delle elite ricche ed
occidentalizzate, quella islamica della Turchia profonda, soprattutto la terza
Turchia del ceto medio che, mai ascoltato dai gruppi al potere, ha finito per
dare credito a chi, almeno nella prima fase, le ha offerto una speranza di
miglioramento.
La Ottaviani racconta in gran parte da testimone, oltre che
da giornalista, anche una serie di presentimenti solitari man mano fattisi
realtà.
Nel descrivere l’ascesa al potere del Reis non manca di
illustrare i motivi reali di un consenso crescente, che individua in taluni
indubbi successi amministrativi ed economici, e soprattutto nell’aver saputo
offrire a larghi strati del suo Paese un’alternativa che sapesse includerli nel
discorso pubblico. Abilità, fortuna e soprattutto ambiguità di fondo si sono
mescolati nella fase in cui fu decisivo anche l’appoggio internazionale, che
volle vedere più il proclamato intento di democratizzazione rispetto al dimesso
(apparentemente) aspetto islamizzante.
Particolare attenzione dedica la Ottaviani ad alcune svolte,
in particolare la rivolta di Gezi Park in cui potè vedere per l’ultima volta
parte della “terza Turchia” in piazza per il proprio futuro, come ad aspetti
importanti quali i rapporti con l’estero e la questione curda.
La passione che si legge in ogni pagina corrisponde ad un
anticlimax della speranza, che al termine sembra completamente dissolta.
Testo molto interessante e agevole, in quanto
dichiaratamente a metà fra un testo accademico ed un instant book, letto tutto
d’un fiato.
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