Ricordo bene quanto mi diceva mio nonno, per il quale il lavoro ed i sacrifici affrontati erano giustificati dalla guadagnata possibilità di far studiare i propri figli, garantendogli così un futuro.
Ai suoi tempi, ed ancora quand'ero bambino, lo studio era considerato lo strumento per elevare la propria condizione.
L'idea pare passata completamente fuori moda. Oggi la scuola sembra poco più di un parcheggio, nell'attesa che un colpo della sorte ovvero una buona idea rechino non una progressiva e meritata affermazione in una professione, ma direttamente il successo, ovviamente molto danaroso.
La laurea, quando non irrisa, non conferisce alcuna distinzione sociale, il lavoro intellettuale ha perso ogni primazia su quello manuale sia sul piano della reputazione sia su quello economico.
E' definitivamente un mondo diverso.
Migliore?
Sarebbe sciocco poter pensare di poter rispondere, se non con la miope prospettiva di una generazione che ha fatto il suo tempo.
Sostengo però che lo studio e l'approfondimento che comportano fatica, formano una persona dotandola oltre che di conoscenze di capacità di discernimento, la rendono più capace di intendere se stessa e la vita che la circonda, di autodeterminarsi per quel poco che è consentito. Insomma di essere più liberi.
Ma importa veramente a qualcuno?