di Alessandro Manzoni
Per il centesimo post su "i miei libri" ci voleva una scelta particolare.
Già anni fa avevo affrontato con piacere , come lettura "normale", il romanzo che le lunghe lezioni ginnasiali tendenzialmente rendevano inaffrontabile per la mia e le precedenti generazioni.
Ora ho ripreso in mano proprio il libro del ginnasio, nel quale ritrovo anche qualche foglietto dell'epoca e qualche sghiribizzo del mio compagno di banco.
La lettura scorre rapida, la trama è ben nota e consente di saltare alcune parti delle ricostruzioni storiche.
E' difficile scindere il molto che ci è stato insegnato e si è letto (molto anche con accento critico) dalle genuine sensazione di un lettore: il mio giudizio è che sia un libro veramente ben scritto (mi fa sorridere un po' dire questo addirittura di Manzoni, ma tant'è), con una straordinaria cura nel coordinare il racconto con la parte storica (eccezionalmente documentata), con un visibile amore per i personaggi, e nel quale i frequenti commenti ironici dell'autore risultano piacevole completamento.
Che poi non si condivida un certo paternalismo ed una visione provvidenziale della vita, beh, non credo debba inficiare il giudizio sull'opera narrativa, ed anche a prescindere dalla sua modernità e importanza nella storia della letteratura.
Da rileggere ed approfondire le riflessioni sul funzionamento degli apparati di potere.
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