venerdì 25 giugno 2021

Rubè

 di Giuseppe Antonio Borgese


No, non è un libro sulla storia della Juve.

E' un romanzo poco noto cui sono arrivato uditane l'inclusione del suo autore, già antifascista, esule e fautore di una "Costituzione mondiale", in una sorta di "pantheon" pannelliano.

Una scrittura alta e non facile accompagna l'evolversi di una nevrosi che è al tempo stesso del protagonista e dei suoi tempi, dai mesi prima della grande guerra a quelli delle prime adunate fasciste. 

Rubè è un intellettuale che a furia di introspezione finisce per rovinare se stesso e tutto quando lo circonda, alla ricerca di qualcosa che non c'è.



mercoledì 23 giugno 2021

We are the people we've been waiting for

Ogni tanto c'è bisogno di un po' di ottimismo, di buoni sentimenti. 

La tentazione di rifiutarli quando vengono "precotti", cercati in una canzone, un film, una trasmissione, è forte: ma se subentra l'arte di due come Bono e The Edge ci si arrende volentieri.

Il nuovo inno degli europei non è solo una bella canzone con un ritornello perfetto per gli stacchetti pubblicitari; è un pezzo che riesce a far emozionare pensando che, forse, potremmo essere quel che vorremmo essere.     

Siamo la gente che abbiamo atteso,
usciti dalle rovine dell'odio e della guerra
un esercito dell'amore così come non lo si è mai visto prima.
Siamo il popolo della mano aperta,
dalle strade di Dublino a Notre Dame,
rifaremo il mondo migliore di quanto
non lo abbiamo costruito prima

E ancora

From a broken place

That’s where the victory’s won


Dai che vinciamo. Magari non solo gli europei.






mercoledì 16 giugno 2021

Summum ius, summa iniuria

Se c'è una questione che incide in maniera grave e decisa sulla libertà e sulla democrazia, in questo Paese, è quella della giustizia.

I tempi sembrano maturi perchè trovi più ampia diffusione la percezione di quanto incidano, tanto sul funzionamento del sistema democratico quanto sulla libertà di noi cittadini, gli attuali "equilibri" tra i poteri, in gran parte in connessione con il totale regime di irresponsabilità dei magistrati, e grazie ad una sempre presente grancassa giacobin-moraleggiante dei puri di turno (tali ovviamente fino al prossimo turno: giunti al quale penseranno forse anch'essi che si può parafrasare Calamandrei affermando che la presunzione d'innocenza è come l'aria: ci si accorge di quanto vale solo quando viene a mancare).

I referendum radical-leghisti sono uno strumento che propone delle soluzioni nella giusta direzione: troveranno formidabili ostacoli, ovviamente autoriferiti ad una difesa della Costituzione (a mio sommesso avviso del tutto malintesa), ma anche il sostegno mio, all'iniziativa e a chi la propone.

Ragionandone nel corso di una interessante iniziativa sul tema (link al minuto 1.00.50), Claudio Martelli è riuscito ad elevare lo sguardo, ricordando in tema di "panpenalismo" quanto ebbe a dire Solgenytsin durante l'ultima conferenza ad Harvard, prima di tornare in Russia: "guardate, io sono stato condannato dal comunismo, ho passato anni in un gulag, ho combattuto il comunismo; so di che si tratta. So che quella forma di autocrazia, di autoritarismo, di regime poliziesco è un "male assoluto". Ma stati attenti voi americani, state attenti voi occidentali: se la Russia ha rischiato di morire di comunismo voi rischiate di morire di giuridicismo". Per Martelli "è un ammonimento profondo perché la vita non può essere tutta quanto sospesa alle regole anche del diritto più perfetto; non può funzionare così, la convivenza. Del resto persino alcuni magistrati che nella loro carriera non si sono risparmiati, nelle loro funzioni dal considerare salvifica la loro funzione accusatoria e la loro funzione giudicante; e al termine delle loro esperienze professionali hanno fatto amare confessioni sull'impotenza di questa via giudiziaria per migliorare o riformare la società.  Anche da questo bisogna trarre insegnamento e ridurre la sfera generale del diritto ed in particolare la sfera penale a una dimensione umana accettabile, che non soffochi la vita civile, anche i contrasti normali che esistono nella vita civile, anche quello che non ci piace, anche quello che dal punto di vista morale forse non non gradiamo; ma non ha importanza quali sono le nostre preferenze morali: conta che si organizzi un terreno, un campo, nel quale ciascuno possa esprimersi liberamente finché l' esercizio e la propria libertà non nuoccia ad altri


lunedì 14 giugno 2021

Monte Cuarnan da Montenars

Ripeto dopo qualche anno questa ascensione, dopo un paio di tentativi che non mi hanno condotto alla cima.

Alle 8 sono a Iouf, località poco dopo Montenars dove lascio l'auto.

Breve ascensione di circa trenta minuti e si arriva alla biforcazione dei sentieri. E' anche quasi finito l'attraversamento del bosco, da ora si procede in battuta di sole. Prendo il percorso meno battuto e più difficile, facendo l'anello in senso antiorario. 

Arrivo alla chiesa del Redentore, non senza un po' di affaticamento nel tratto finale, alle 10.20. Come prevedibile c'è un discreto affollamento, che lascio al suo destino, dopo aver ammirato il panorama,  iniziando rapidamente la discesa, che concluso verso mezzogiorno.

Escursione vicina vicina e a quote basse, ma da non sottovalutare se presa dal percorso che ho scelto, e comunque presentante 700 metri di dislivello.


domenica 13 giugno 2021

Il Toro non può perdere

 di Eraldo Pecci


Lettura tutta d'un fiato di un libro nostalgico e divertente.

Il "mitico Eraldo" non dimentica nessuno, tra i protagonisti di un impresa d'altri tempi, regalando veloci ritratti, decine di aneddoti, e qualche vera risata.

Un atto d'amore per una squadra, uno sport, un'epoca che non c'è più; forse un pocolino per la vita.

La guerra civile spagnola

 di Harry Browne

Testo agile ma completo, non si perde in troppi dettagli ma fornisce le informazioni essenziali e la chiave di lettura dell'autore, che sottolinea la genesi e lo svolgimento del conflitto nelle sue ragioni interne, evidenziando come il coinvolgimento internazionale e l'interpretazione della guerra come anticipazione della seconda guerra mondiale siano un aspetto secondario.

I did it. We did it

Mi sono vaccinato, ormai una ventina di giorni fa.

Ho preso appuntamento il primo giorno utile, sono andato fino a Latisana per farlo qualche giorno prima; non per guadagnare giorni di copertura, per dare un'ignota testimonianza dell'importanza che attribuisco al fare, (anche) in questo occasione, la mia parte.

Ho trovato volontari (e volontarie), infermieri (e infermiere), medici (no, non c'erano mediche), tanta gente in file senza lamentarsi, aiutata da una buona organizzazione a fare il prima possibile.

Un popolo che ha capito la cosa da fare, e la fa, maggioranza silenziosa, con serietà e senza clamore.

L'abbiamo fatto. Lo stiamo facendo. Ce la faremo.