sabato 30 gennaio 2021

E alla fine il populismo si impiccò alla prescrizione

Non poteva essere che Gian Domenico Caiazza, voce che con poche altre giunge attraverso deserti intellettuali per darci vero ristoro di cultura liberale, a rilevare un fatterello, che sia stata la certa bocciatura della politica sulla giustizia il momento conclusivo della parola di un governo che della (in)cultura  giustizialista ha fatto vessillo.

La sua conclusione all'odierna pillola de "Il rovescio del diritto"è da sottolineare e mandare a memoria. 

Ma se oggi addirittura a distanza di un anno dalla sua entrata in vigore di fronte all' arrogante rivendicazione di quel mostriciattolo giuridico di infima qualità tecnica una vergognosa la giaculatoria populista senza capo né coda, cifra perfetta dei tempi miserabili che ci tocca vivere, la sua sola evocazione è bastata precludere definitivamente ogni ipotesi di sopravvivenza del governo alla propria crisi politica, credo sia legittimo rivendicare con orgoglio questa lunga esaltante battaglia politica in nome del diritto, delle garanzie ,della Costituzione.
Questa è la bellezza della politica, quando essa si nutre di idee di convinzioni di valori forti a lungo sedimentati nella storia del pensiero umano; non di vuota e violenta agitazione delle viscere della pubblica opinione.
La durata è la forma delle cose ci ricordava sempre Marco Pannella.
Non dimentichiamola mai questa splendida verità

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