lunedì 6 novembre 2017

Maradona e Pelè

Come li avrebbe descritti Omero

UN MOSTRO DI RITMO, VELOCITA’ E PRECISIONE - 

Mi dico di non aver mai visto nulla di simile. Gli dedico epinici. Mi esalto e lo esalto. L´ho veduto far questo: coricare tre birilli e battere di sinistro sul portiere: palla che schizza verso il fondo: prima che esca, continuando la corsa, Pelè compie un gran balzo e ricade col sinistro sulla palla: la colpisce a volo, in modo che s´infila tesa e bassa in diagonale. O Gòngora ti cheta, ch´io non son poeta. Se avete capito "dolce chiara è la notte senza vento" non ho bisogno di proseguire. Pelè vede il gioco suo e dei compagni. Mettete tutti gli assi che conoscete in negativo, poneteli uno sull´altro: stampate: esce una faccia nera, non cafra: un par di cosce ipertrofiche e un tronco nel quale stanno due polmoni e un cuore perfetti: è Pelè. Ma ce ne vogliono molti, di assi che conoscete, per fare quel mostro di coordinazione, velocità, potenza, ritmo, sincronismo, scioltezza e precisione. 



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UNO SGORBIO DIVINO MAGICO E PERVERSO - 


Maradona è la bestia iperbolica, nel senso infernale, anzi mitologico di Cerbero: se fai tanto di rispettarlo secondo lealtà sportiva, lui ti pianta le zanne nel coppino e ti stacca la testa facendola cadere al suolo come un frutto dal picciolo ormai fradicio. E' capace di invenzioni che forse la misura proibiva a Pelè, morfologicamente irregolare nei soli piedi piatti, peraltro funzionali nella bisogna pedatoria. Maradona è uno sgorbio divino, magico, perverso: un jongleur di puri calli che fiammeggiano feroce poesia e stupore (è dei poeti il fin la meraviglia). Talora uno dei suoi piedi serve fulmineamente l' altro per una sorta di paradossale ispirazione atta a sorprendere: ma quando vuole, questo leggendario scorfano batte il lancio lungo che arriva, illumina, ispira: capisci allora che i ghiribizzi in loco erano puro divertissement: esibizione per i semplici: se il momento tecnico-tattico lo esige, in quelle tozze gambe animate dal diavolo entra solenne il prof. Euclide. E il calcio si eleva di tre spanne agli occhi di coloro che, sapendolo vedere, lo prediligono su tutti i giochi della terra.

Gianni Brera

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