sabato 19 ottobre 2024

La verità sul dossier mafia -appalti

 di Mario Mori e Giuseppe De Donno


Questo volume contiene la versione di due dei diretti interessati ad una delle più delicate vicende giudiziarie della storia "recente". 

Si tratta di due servitori dello stato coinvolti in quella vicenda (purtroppo) esemplare dello stato della nostra civiltà giuridica che è stato il "processo trattativa"; usciti completamente assolti, descrivono oltre ad alcuni dei fatti ivi considerati il lavoro da loro compiuto in relazione all'integrazione del fenomeno mafioso con ampi stati dell'imprenditoria e delle amministrazioni locali, in un sistema esaminando il quale la mafia appariva un fenomeno ben più ampio, complesso e integrato nella società di quello che appare ove si consideri esclusivamente il suo ramo militare.

Sono di certo interesse la narrazione di come certi innovazioni di metodo nella attività di polizia giudiziaria e nelle indagini abbiano al tempo stesso contribuito a grandi risultati ma anche incontrato grandi resistenze; e, per chi legge, trovare il nome di una impresa della mia città più volte nominata.

L'inchiesta non ebbe un seguito, non è dato di comprendere i motivi di quanto accadde nell'estate 1992.

Il beneficio del dubbio va forse concesso ai magistrati che presero determinate decisioni, anch'essi servitori dello stato. Di certo materia per gli storici ce n'è.  

Che peccato non avere potuto raccogliere l'opinione di Massimo su questa vicenda e su questa ricostruzione

Storia sociale del calcio argentino

 di Osvaldo Bayer


Questo volumetto e la sua quarta di copertina promettevano parecchio.

In realtà è un'agile storia del calcio argentino fino al 1986, in cui rimane molto sullo sfondo quello che non è la cronaca dello svolgersi dei vari campionati, contornato da notizie interessanti sulla nascita delle varie squadre.


mercoledì 16 ottobre 2024

Ho visto

Ieri sera ad un certo punto è entrato Daniel Maldini, ed in quel momento ho pensato a quante ne ho viste, in quello stadio.

ho visto quel gol di Gerolin

ho visto esordire in serie A Paolo Maldini e Alessandro Nesta

ho visto Gabriel Omar Batistuta segnare una tripletta, e poi Malesani in braghe corte

ho visto Ronaldo marcare su assist di Roberto Baggio

ho visto Zidane inciampare su un tabellone dopo aver segnato 

ho visto il primo e meno famoso gol di mano di Maradona

ho visto Napoli vincere il suo terzo scudetto

ho visto Paolo Rossi il giorno del suo rientro dalla squalifica, il 2 maggio 1982

ho visto al Mondiale del 90 Michel farne 3 ai coreani 

ho visto Modric entrare dalla panchina nel Tottenham del giovane Bale

ho visto Baggio, alla prima da pallone d'oro, farne uno di tacco e uno dopo aver scartato tutta la difesa

ho visto Totò Di Natale fare goal alla Reggina e al Chievo, e a tantissime altre squadre

ho visto Zico segnare il gol della vittoria contro il Real Madrid e la Roma campione d'Italia

ho visto il Verona di Bagnoli farsi rimontare da 0-3 e poi farcene 5 

ho visto Platini strappare il pareggio davanti al Galinho infreddolito e deluso

ho visto i corner di Mihajlovic

ho visto le punizioni di Edinho

ho visto la Juve godere il 5 maggio 2002

ho visto una tripletta di Iaquinta in Champions

ho visto Alex Del Piero piangere quel giorno che gli cambiò la carriera

ho visto Amoroso fare un sombrero a Maldini

ho visto Zoff alla prima come allenatore della nazionale, far esordire il giovane Francesco Totti

ho visto Marco Van Basten fare sfoggio della sua grande eleganza, Shevcenko farne uno dei suoi, Kakà segnare su rigore

ho visto Baresi alzare il braccio per chiamare il fuorigioco

ho visto Righetti entrare duro  

ho visto il Borussia Dortmund perdere ai rigori

ho visto Oliver mettere in ginocchio la difesa dell'Inter, quel giorno che ci siamo sentiti veramente grandi

ho visto Calori mandare in B l'Atalanta

ho visto contro l'Ajax come può morire un sogno bellissimo

ho visto un gol di Carsten Jancker

ho visto Mannini segnare con il portiere a terra

ho visto il Barcellona giocare senza allenatore e con le riserve, ma erano Iniesta e Giuly, e un ragazzo argentino restare seduto in panchina

ho visto segnare Luca Vialli e Bobby gol (un sacco di volte)

ho visto il Pampa Sosa far gol alla Juventus

ho visto Maicosuel tirare il cucchiaio

ho visto i riflettori andare in blackout, ma poi il Mancio ha riacceso la luce

ho visto l'ultimo gol in A di Ciccio Graziani e di Stefano Borgonovo

ho visto Courtois raccogliere due volte il pallone nella porta dell'Atletico

ho visto Fabio Quagliarella farci sognare e sfiorare la semifinale europea

ho visto l'Uruguay al Mondiale

ho visto Suarez con la maglia dei Reds, Lewandowski a secco con il Lech Poznan

ho visto Totti mandare affanculo l'arbitro senza essere nemmeno ammonito

ho visto schierati centravanti Ranegie, Teodorczik, Lasagna e Bajic, Maxi Lopez e Isaac Success

ho visto Mario Balotelli mostrare che campione avrebbe potuto diventare

ho visto Cristiano fare "siuuuu"

ho visto in finale dell'Europeo under 21 nascere la formidabile Spagna di quest'anno

ho visto Henok Goitom raggiungere l'Inter in pieno recupero

ho visto una doppietta di Di Lorenzo in nazionale

ho visto il Chelsea, l'Atletich Bilbao e il Vasco de Gama, il Werder Brema e il Polonia Varsavia, il Leverkusen e lo Sporting Lisbona, il Pana e l'Aalborg, il Salisburgo e lo Young Boys, Austria Vienna e Sigma Olomuc, il Rennes e l'AZ Alkmaar, lo Zenit e lo Slavia Praga, il Legia e il Widzew Lodz, il Celtic e il Paok, il Panionios e la Dinamo Zagabria, lo Sporting Braga e l'Anzhi, Arsenal e Tottenham, la Spagna, l'Austria e la Svizzera, la Slovenia e il Liechtenstein, la Georgia e Israele, il Taranto e l'Arezzo, il Cosenza e l'Ancona, il Carpi e il Chievo.

ho visto Arrigo Sacchi, Vicente Del Bosque, Carlo Ancelotti e Mourino, Trapattoni e Capello, Carletto Mazzone e Boskov, Claudio Ranieri e Marcello Lippi, Antonio Conte e Spalletti, Eriksson e Liedolhm, Alberto Zaccheroni e Francesco Guidolin

ho visto la mia squadra in Champions, in Coppa Uefa, in Europa League e in Intertoto

ho visto Zoff e Buffon, Scirea e Baresi, Nesta e Cannavaro, Pirlo e Tardelli, Ronaldinho, Kakà e Rivaldo, Gullit, Van Basten e Rijkaard, Sheva e George Weah, Maradona e Careca, Balbo e Sensini, Falcao e Bruno Conti, Graziani e Pulici, Zidane e Platini, Aguilera e Skhuravy,  Vialli e Mancini, Batistuta e Rui Costa, Beppe Giannini e Ciro Immobile, Gigi Lentini e Totò Schillaci, Elkjaer e Briegel, Pippo Inzaghi e Bobo Vieri, Donadoni e Franco Causio, Giancarlo Antognoni e Beccalossi, Alviero Chiorri e Ricky Maspero, Beppe Signori ed Enrico Chiesa, Didier Deschamps e Paulo Sousa, Gentile e Cabrini, Butragueno e Santillana, Rummenigge e Socrates, Mattheus e Beppe Bergomi, Ibra e Miro Klose, Gattuso e Tonali, Paolo e Daniel Maldini.

Non è andata male

domenica 29 settembre 2024

Malga Grantagar

Dopo innumerevoli anni di assenza ritorno alla gita sociale M&M&L.

Piacevole ascesa su comoda forestale alla malga, ai piedi di una impareggiabile visione di un arco di cime.

Il rifugio Corsi lassù, e la sella poco oltre, invitano al ritorno, è bello pensare che accadrà

Gli assenti hanno sempre torto.





sabato 24 agosto 2024

Cjasut dal Scior

Un anno fa ho scoperto questo magnifico ricovero allestito pochi metri sotto la cima del monte Vualt, in una rotta ben poco frequentata, e l'ho individuato come meta ideale per realizzare un vecchio desiderio, passare una notte in bivacco.

Le congiunzioni astrali e metereologiche individuano una notte tra venerdì e sabato, partiamo quindi dopo pranzo per portarci alla base, nel parcheggio di Dordolla. 

La salita appare più ardua di quanto ricordavo, lo zaino pesa e mi faccio aiutare dai ragazzi. Ridendo e scherzando dobbiamo fare 1100 metri di dislivello; oltre allo zaino mi pesa il timore di trovare occupato (con il senno di poi sarebbe stato più prudente anticipare la partenza alla mattina, per prevenire il rischio).

In realtà l'ascesa e piacevole e quasi completamente immersa nel bosco, tempo 3 ore e mezza giungiamo all'agognato ricovero, non c'è nessuno!

Poco dopo l'arrivo e la sistemazione incontriamo un altro gruppetto di persone venute a vedere il tramonto sulla cima, condividiamo un po' di salame mentre di prepariamo per la cena.

Siamo attrezzati con le torce, ma il Cjasut oltre che fornito di tutto punto è dotato di pannelli solari e batteria, che forniscono illuminazione sia all'interno che all'esterno: quel po' di magia che tolgono lo restituiscono in comodità.

Il lungo imbrunire lascia il posto ad un'oscurità interrotta da un tappetto di stelle, che è facile rimirare da lassù.

Ci aspetta una notte nel letto a castello, fatico a prendere sonno per gli effetti dell'acido lattico, la sveglia è puntata alle 5.45 per consentirci di vedere l'alba dalla cima del Vualt. Purtroppo la vicina Creta dai rusei ci fa ombra, aspettiamo quasi un'ora che il sole faccia capolino.

Una buona colazione, rassettiamo tutto e partiamo per completare il percorso ad anello. Una comoda, discesa, è tutto un altro andare, verso il Casermone di Vualt e poi il rifugio, da cui parte un sentiero che risaliamo per lasciare la val Alba e tornare in val d'Aupa. Comunque tre ore di discesa, prima della doverosa sosta al bar di Dordolla.

Bella esperienza!
















sabato 3 agosto 2024

Monte Crostis da Givigliana

Della serie "non posso arrivare a 50 anni senza...", non ero mai stato sul Crostis.

Molto male, per uno nato a Comeglians.

I soliti incastri saltano, parto da solo. Macchina sotto il campanile di Givigliana (in ristrutturazione, te pareva) e via.

Solo solo, mi incammino nel bosco e raggiungo in breve la sella Bioichia, a quota 1690. La deviazione verso destra porta su un sentiero erboso molto poco marcato, sulle pendici del Coventas. Come da tradizione mi perdo, continuando in costa sul pendio che a tratti si fa ripido. Ad un certo punto risalgo verso nord e riesco a ricollegarmi (di fatto arrampicandomi) al sentiero che sale dall'agriturismo Chiadinas, raggiungendo in breve la cima assieme a diversi escursionisti provenienti dalla via più facile.

Il panorama e maestoso e ripaga la faticaccia (alla fine oltre 1100 di dislivello con l'aggiunta dei saliscendi). 

Di fronte il Coglians troneggia maestoso, si vede minuscolo il Marinelli alle sue falde


Poco discosto il Monte Volaia ammira la bellezza nascosta del suo laghetto.

Ad Ovest Sappada e la sua conca godono di un timido sole.

A sud il Talm sorveglia la val Tagliamento, di cui si intravvede uno scorcio.



Dopo un rapido pranzo e la consueta nostalgia che mi prende della cima che sto per lasciare, mi incammino scegliendo di tornare sul medesimo percorso. Partendo dal sentiero che parte dalla cima non mi perderò.... tze.
Di nuovo mi ritrovo sul pendio erboso, che decido di scendere nella speranza di incontrare il sentiero più in basso. Rimango un bel po' indeciso sul da farsi, sinchè decido di procedere orizzontalmente in quota sino al punto in cui il sentiero  dovrò incontrarlo per forza... e infatti.

La discesa ridiventa agevole nel bosco, ma è lunga e quanto. Ormai quasi arrivato al paese anche il ginocchio si fa sentire, fa un male cane se non scendo lateralmente.
Vera bellezza, me la sono meritata, questa volta.


Carta tabacco 01, sentiero 151, dislivello 1100, H min 1.100 max 2250 ascesa 3 h, discesa 2,5.












lunedì 22 luglio 2024

Me and Bobby McGee

Ci sono diverse canzoni che ho talmente spesso ascoltato, in certi periodi, da rendere le loro note indissolubilmente legate al ricordo di quel periodo.
Così certi brani di Phil Collins mi rievocano le prime traduzioni dal latino; gli Everly Brothers l'estate della maturità; Certe notti l'esame di  privato, i Verve la tesi di laurea; Sunrise il viaggio in America, Waka waka quell'estate...e via andare.
Ma forse nessuna, nessuna mi resterà impressa come questo pezzo di Janis, che nelle settimane precedenti l'esame ho ascoltato decine di volte, quando cercavo le forze per riprendere in mano i libri, quando riempivo i fogli degli argomenti da sapere, quando mi alzavo dalla sedia per ripetere.
E la sera prima, prima di addormentarmi, la mattina nella camminata verso la sede, e poi dopo, quando tutto era finito e mi sentivo più "leggero" che nella canzone di Liga.
Freedom is just another word /
to say nothing to lose.
E stata dura, e ancor oggi sono queste note a ricordardarmelo con un'emozione che ogni volta si rinnova.

sabato 25 maggio 2024

Crete dai Cronz

Partenza con le migliori intenzioni, il tempo è bello e la strada non è eccessivamente dura, ma ai piedi dell'ultimo tratto mi trovo solo.
Ok, ci vado da solo, a vedere la vera bellezza, ci troviamo alla Malga Glazzat (splendido panorama al ristoro agrituristico).


Dal cuore della gente alla leggenda del calcio

 Il mister Ranieri, compiuta l'ennesima impresa, annuncia che il cerchio si è chiuso e che non allenerà più.


Che uomo, che persona, che allenatore.

La stima per lui è antica quanto la sua carriera, quarantanni senza una parola fuori posto e la capacità di tirare fuori il meglio da squadre raramente eccelse.

La grande ammirazione, divenuta tifo ad personam, risale alla grande impresa del suo Leicester, una delle più belle favole sportive di sempre.

Nè posso dimenticare che, ottenuta una promozione insperata in pieno recupero, il suo pensiero fu zittire i cori di scherno agli avversari dei suoi tifosi, che ad un suo cenno li abbandonarono.

Mister Claudio lascia una città ed una tifoseria colme di gratitudine, chiudendo come in un'altra favola un cerchio lì iniziato, ed un mondo del calcio che lo stima con l'omaggio che il vizio rende alla virtù. 

Merce rara, un signore di tanta fatta. Ancor di più, se capace di vincere una Premier League con una squadra accreditata per la retrocessione.

Narreranno un giorno del grande mister dal sorriso gioviale e dalla capacità di aggiustare le situazioni più complicate: caro Mister, sei una leggenda.




domenica 17 marzo 2024

La guerra dei trent'anni

 di Filippo Facci

Lettura non semplice, quasi 770 pagine, un concentrato di fatti che Facci tiene a ricordare e catalogare in una cronaca giornaliera incentrata sul periodo dall'arresto di Mario Chiesa alla caduta di Berlusconi.

Trattandosi del "Dipietrologo" per eccellenza la parte iniziale in realtà spazia nel periodo precedente, in cui il non ancora famoso magistrato molisano non disdegnava compagnie e favori del tipo che ad altri fece poi pagare ben caramente.

Inframezzati da ricordi personali e da talune viste con il senno del poi, soprattutto esiti giudiziari e giudizi dei protagonisti rilasciati a mente fredda, sono soprattutto le forzature delle regole e l'enormità di certi errori giudiziari ad essere protagonisti di una rassegna in cui Facci ha voluto compendiare un considerevole lavoro di archiviazione, ragguardevole anche per un cronista di uno stampo che forse s'è perso.

L'opinione dell'autore non è certo un mistero, in decine di occasioni i fatti gli permettono di ricordarla, in particolare ove individua l'autentico motore di Mani Pulite nell'utilizzo della carcerazione per ottenere confessioni e chiamate in correità, meglio ancora nelle condizioni che reso possibile l'abuso che esso configurò.

Alcuni passaggi (arresti sulla base di confessioni rilasciate dopo ad esempio) non mancano di destare impressione, mentre le pagine più corrosive sono riservate (oltre che a uno Scalfaro dileggiato come nessuno) ai colleghi "fiancheggiatori".

Utile è rivivere in chiave diversa momenti che all'epoca videro anche noi con la maggioranza che credeva di assistere ad una rivoluzione, che poi fu rivoluzione mancata, della quale financo i più colti dei protagonisti ebbero poi modo di "scusarsi" (leggi gli amari giudizi ex post di Borrelli e Colombo).

L'aspetto forse più interessante, che emerge nelle pagine finali ove la cronaca lascia spazio (anche) ad un tentativo di giudizio complessivo, è l'individuazione (interpretazione condivisa dai magistrati) della fine del consenso all'inchiesta quando dal "crucifige" rivolto ai potenti, ai grandi leader politici, essa si volse alle illegalità più diffuse, alle quali non era estranea larga fetta di quella "società civile" che si era creduta "il lato buono" del sistema. Il legame della corruzione all'evasione fiscale, e quanto quest'ultima sia consustanziale a molti dei mali del nostro paese, alla sua ritenute irriformabilità, è oggetto di una delle pagine più lucide, che merita senz'altro di essere rimeditata.

Il giudizio spazia poi inevitabilmente sul ruolo della magistratura come vero problema nazionale, e qui l'opinione può essere discusso ma trova a mio avviso ben validi appigli.

La base di ogni corruzione resta l'evasione fiscale, e Mani Pulite non ha portato a nuovi codici o moralità condivise; anzi, fu proprio il timore che l'inchiesta giungesse a lambire il "nero di sopravvivenza" che nel 1994 spense ogni fuoco rivoluzionario e riaccese quel diritto di insubordinazione allo Stato (e dello Stato fa parte la magistratura) che gli italiani si portano dietro da sempre. Ora come allora, nessuno si indigna per gli evasori fiscali, a meno che non siano di ricchezza esuberante e perciò soggetti a invidia sociale. Nessuno associa gli evasori a un danno anche per se stesso, Nessuno pensa che un sacco di gente fruisce di servizi che non ha contribuito a pagare. nessuno collega l'evasione al debito pubblico che durante la "rivoluzione" fu messo in conto ai soli partiti. Nessuno soprattutto, si illude che gli evasori abbiano una connotazione politica. Il discorso non è quello dei nullatenenti con lo yacht, o del popolo che paga in nero - si è scoperto- anche le bare. In Italia persiste una mentalità pre-civile che vede in ogni tassazione quel genere di prevaricazione indebita che per secoli appartenne al gabelliere straniero, come se fossimo ancor nel 1860 e tuttora reduci dalle occupazioni di arabi, austriaci, francesi o spagnoli.