E' facile comandare quando tutto va bene.
Quando ci sono problemi da risolvere, bisogna risolverli e non trovarne le colpe e/o immaginare come sarebbero potute andare le cose.
Si chiama governare.
sabato 25 agosto 2018
martedì 21 agosto 2018
Sono sempre i migliori che se ne vanno
Anche Vincino se n'è andato.
Proprio il giorno dopo quello in cui il rimpianto per l'assenza di Marco era stato rinfocolato dall'ascolto di questo passo dell'ultimo libro di Francesco Merlo:
Anche Pannella non diceva parolacce, non ricorreva al turpiloquio. Usava un linguaggio violento che però smaterializzava la violenza, colpiva ma rendendo aereo il colpo, togliendogli ogni traccia di fisicità. La tensione morale era il suo codice.
Il linguaggio di Bossi e di Salvini, fatto di pallottole, musi di porco, lazzi omofobi e truculenze razziste, e quello di Grillo, fatto di "falliti», "zombie», "salma», "merda liquida»... sono sproloqui da bettola, da caserma o da avanspettacolo che magari disgustano, sicuramente hanno cambiato la lingua politica, qualche volta intimidiscono, ma non riescono mai a irritare, a colpire davvero, a ferire intellettualmente, perché mai le loro sgangheratezze sono solidali con la dimensione intellettuale della convivenza civile.
Al contrario, qualsiasi persona civile percepiva la sostanza intellettuale del ragionamento di Pannella, del suo codice, anche quando esagerava.
Con un canestro di parole nuove, calpestare nuove aiuole
sabato 18 agosto 2018
Residue speranze?
Penso sia bene per me non guardare più, se non di sfuggita, il telegiornale.
Non ascoltare con attenzione quanto dicono i nostri governanti.
Non ascoltare con attenzione quanto dicono i nostri governanti.
Non ce la faccio, a sopportare come siamo finiti.
Aveva già capito tutto, ovviamente, Leonardo Sciascia ne "Il contesto":
Ma non vede quello che succede nel nostro Paese? I nodi vengono sempre al pettine!
Quando c'è il pettine - disse malinconicamente Rogas
Etichette:
In viaggio a Racalmuto,
Parole sante,
Politica
venerdì 17 agosto 2018
Ma come cazzo è possibile?
Rivedo Christian dopo un anno.
L'uomo è forte, saldezza e intelligenza sono inalterate dentro quel corpaccione.
Con quella speranza è finita anche la convinzione che a fare con onestà il proprio dovere, non dico si sia premiati, ma almeno non possa capitare nulla di male.
Ma come cazzo è possibile?
Intravvedo solo alcune piccole crepe nella sua lucidità, ma forse scambio per tali giudizi alterati da informazioni carenti.
Dove abbia trovato tanta forza, non lo so; ma dimentico per un attimo che lui è il migliore di tutti.
Un anno ristretto nella libertà, senza avere fatto niente. Licenziato, citato per danni per cifre da perdere la casa.
Christian David rischia tuttora di essere vittima di un clamoroso errore giudiziario, oltre che di immeritato accanimento da parte di una amministrazione cui ha dato così tanto, in una vicenda che sarebbe sbagliato definire kafkiana: purtroppo è desolatamente italiana.
I dettagli sono fondamentali per capire come si sia potuti arrivare a tanto, e per chi volesse individuare nomi e cognomi; osservare il quadro d'insieme invece ci spiega cosa può accadere, in questo Paese, a chiunque, basta incappare nella conversazione sbagliata.
Christian però non è chiunque. E' una persona di doti non comuni, con competenze professionali molto sopra la media e straordinaria capacità di empatia che ne facevano un leader naturale, rispettato ed amato, ed un interlocutore stimato da tutti, anche per la modestia e la lealtà (prerogative queste non così frequenti in profili come il suo).
Il migliore, diciamolo senza giri di parole.
Il nostro datore di lavoro se n'era accorto, conferendogli alte responsabilità onorate con un lavoro straordinario traducibile, tra l'altro, in moneta sonante incassata dall'erario.
Vederlo lassù rallegrava gli amici, ma faceva anche a tutti balenare la speranza che non è vero, che in questo paese il merito non è riconosciuto.Christian però non è chiunque. E' una persona di doti non comuni, con competenze professionali molto sopra la media e straordinaria capacità di empatia che ne facevano un leader naturale, rispettato ed amato, ed un interlocutore stimato da tutti, anche per la modestia e la lealtà (prerogative queste non così frequenti in profili come il suo).
Il migliore, diciamolo senza giri di parole.
Il nostro datore di lavoro se n'era accorto, conferendogli alte responsabilità onorate con un lavoro straordinario traducibile, tra l'altro, in moneta sonante incassata dall'erario.
Con quella speranza è finita anche la convinzione che a fare con onestà il proprio dovere, non dico si sia premiati, ma almeno non possa capitare nulla di male.
Ma come cazzo è possibile?
Con il ponte Morandi si sfascia anche questa Italia
Nemmeno nella disgrazia si unisce questo povero Paese.
Anzi, trova nuove ragioni di rancore e rabbia.
Le famiglie rifiutano i funerali di stato: l'offerta di un dolore condiviso viene respinta perchè vista provenire, evidentemente, da un corpo estraneo.
I Ministri attaccano le grandi aziende (una volta erano i "campioni nazionali") e i loro azionisti.
Tutti odiano tutto e soprattutto le istituzioni che ci dovrebbero unire.
Non c'è comunità, non c'è più niente
Anzi, trova nuove ragioni di rancore e rabbia.
Le famiglie rifiutano i funerali di stato: l'offerta di un dolore condiviso viene respinta perchè vista provenire, evidentemente, da un corpo estraneo.
I Ministri attaccano le grandi aziende (una volta erano i "campioni nazionali") e i loro azionisti.
Tutti odiano tutto e soprattutto le istituzioni che ci dovrebbero unire.
Non c'è comunità, non c'è più niente
martedì 14 agosto 2018
Fiori sopra l'inferno
di Ilaria Tuti
Impossibile non ammetterlo. Ho preso e letto questo libro condizionato da un fortissimo pregiudizio favorevole all'autrice, mia coetanea e gemonese (pure carina).
Sarà anche per questo, ma appena ho preso il ritmo non mi sono scollato sin quando l'ho terminato.
Narrazione incalzante, scrittura pregevole, costruzione interessante.
Poi c'è lei, Teresa Battaglia la rossa: più del personaggio di un libro, diviene nel procedere della lettura un'amica per la quale si palpita (non senza identificarla con qualche collega dai modi affini).
La commissario (di Udine...) capisce fin dal primo momento di trovarsi di fronte ad un caso non comune, che sfida il suo intuito e le sue forze che sembrano venire meno. Restando fedele a se stessa riesce alla fine a evitare l'ultima tragedia.
La commissario (di Udine...) capisce fin dal primo momento di trovarsi di fronte ad un caso non comune, che sfida il suo intuito e le sue forze che sembrano venire meno. Restando fedele a se stessa riesce alla fine a evitare l'ultima tragedia.
Il piacere della lettura era già completo, nell'attesa della prossima avventura.
Poi, nell'epilogo, ho ritrovato queste parole:
Questo romanzo affonda le radici nei paesaggi della mia terra.
In questo senso, nulla è stato inventato. Travenì, con la sua foresta millenaria, l’orrido, le miniere, i laghi alpini e le vette da vertigine, esiste davvero, sotto altro nome. Le montagne, le stagioni, gli odori e i colori della natura mi hanno accompagnata fin dall’infanzia e non potevano che fare da sfondo a questa storia. E, anzi, forse diventarne parte integrante, quasi fossero un personaggio.
La mia è una terra generosa che però sa anche prendere, ha forgiato i suoi figli con la fatica di un passato agreste e la violenza di un sisma che ha cancellato case e intere famiglie, ma non ha scalfito la loro determinazione. Tutto è stato ricostruito com’era, dove possibile, per anastilosi, numerando le pietre cadute quando ancora si contavano i morti. Si è andati avanti senza però dimenticare e il sisma è entrato nel nostro DNA.
Rifugio Gjaf
Domenica 12 agosto
Dopo diversi cambi di programma, per un'uscita con tutta la famiglia opto per la facile ascesa al rifugio Gjaf a Forni di Sopra, sfidando il probabile pienone.
La salita per il sentiero è abbastanza ripida, ma in meno di un'ora arriviamo all'accogliente rifugio dove gustiamo l'ottima cucina.
Veramente per tutti.
Carta Tabacco 02, Segnavia Cai 346, Tempo indicativo 1h50 a/r, Altitudine min 996, Altitudine max 1400, Dilsivello 404
martedì 7 agosto 2018
Rifugio Monte Sernio
Sabato 4 agosto
Cambio al volo della meta prevista (Pal Piccolo): escursione più facile e sentiero nel bosco visto il gran caldo.
Abbandoniamo la strada per Paularo prendendo la stradina per Lovea. E' veramente strettissima, specie quando lasciamo il paesino sulla destra. Poco dopo un gruppo di case a Stavoli Chiampeis si lascia la macchina, prendendo il sentiero 416.
In gran parte nel bosco, con un'ascesa inizialmente abbastanza ripida, in poco meno di due ore si raggiunge il rifugio.
Bella la vista sul Monte Sernio, la pace e la tranquillità qui sono garantite.
Ottima e confortevole costruzione, fontana di acqua corrente, legna a volontà per la cucina economica che può fungere da stufa all'interno. Al piano di sopra ampi posti letto, comprese quattro brande.
Dopo un pranzo con i panini sempre buoni in quota, e la dovuta siesta, per il ritorno basta un'ora scarsa
giovedì 2 agosto 2018
Leonardo da Vinci e Leonardo da Tradisci
Da idolo della Juve al Milan, da capitano del Milan alla Juve.
In un solo anno.
Leonardo Bonucci per sua fortuna ha trovato uno come lui, a cominciare dal nome di battesimo per finire con la noncuranza di quel sentimento desueto cui una volta si dava il nome di onore.
Si sono capiti.
Milioni di veri tifosi, per fortuna, sono diversi da loro, e sanno cosa pensare di persone così.
In un solo anno.
Leonardo Bonucci per sua fortuna ha trovato uno come lui, a cominciare dal nome di battesimo per finire con la noncuranza di quel sentimento desueto cui una volta si dava il nome di onore.
Si sono capiti.
Milioni di veri tifosi, per fortuna, sono diversi da loro, e sanno cosa pensare di persone così.
Iscriviti a:
Post (Atom)