lunedì 2 maggio 2016

domenica 1 maggio 2016

Faccio outing

Senza imbarazzi, nè condizionamenti dell'attualità, visto il duplice annus horribilis e l'ancor più orribile weekend. 


Al link che segue si può leggere il tabellino e vedere il resoconto video "settimana incom" di un'antichissima partita Juventus Milan giocata giusto 62 anni fa, il 2 maggio 1954.
Protagonisti e spettatori sono nella migliore della ipotesi ultraottantenni, eppure per i casi strani della vita nella lontana Udine c'è chi ha un motivo di ricordarla. A casa mia è infatti conservata una ingiallita cartolina illustrata con le foto dei calciatori del Milan (tra cui Nordhal e Liedholm) di allora disposti a mo' di formazione. Sul retro è annotato qualcosa del tipo "2 maggio 1954. Juventus - Milan 1-0. Gol di John Hansen. Il Milan ha giocato meglio ma la Juve ha vinto la partita".


Per farla breve, mio padre allora quattordicenne allievo nel collegio dei padri scolopi di Carcare, condotto in gita dal professore di francese, religioso con fede juventina non meno accesa di quella cattolica, ha avuto in tale partita il suo "battesimo del fuoco", ed ha deciso per un'ingenuità che solo l'età può giustificare di parteggiare da allora per coloro che il fato aveva punito al di là del merito.
Certi eventi lasciano segni non subito riconoscibili, ma i fatti e gli insegnamenti che se ne traggono restano leit-motiv di un'esistenza anche per le generazioni successive (eccomi):
- Il Milan gioca meglio, ma alla fine vince la Juve (diventa poi metafora di vita: non sempre vince chi ha dato di più);
- Meglio guardarsi dai preti;
- Meglio guardarsi dai francesi;
- Francesi e gobbi vanno spesso a braccetto;
In ogni caso, noialtri siamo del Milan da oltre 60 anni. La passione sfrenata per il pallone (il mio primo ricordo in assoluto vede mio padre che mi annuncia l'inizio degli europei 1980) mi è stata trasmessa accanto a questo dato che ha assunto la naturalità del colore degli occhi o del cognome che portiamo.
I casi della vita e della naja hanno poi portato mio padre in questa terra, allontanandolo dalle settimanali frequentazioni di San Siro, allora non compensabili dalla Serie C in cui giocava la squadra locale (per incredibile coincidenza il giorno del matrimonio dei miei si è giocata Udinese-Alessandria 0-1, che visto il risultato non può certo dirsi predittiva dei successivi equilibri domestici).
Quando ho avuto l'età ed il comprendonio per seguire le partite la mia squadra si trovava in serie B e a San Siro vinceva la Cavese; la spilletta che ricevetti in dono con l'invito "la metterai quando vinceremo lo scudetto" la accolsi con lo scetticismo che potrebbe avere oggi un tifoso del Bologna di fronte ad analoga boutade.
Nel frattempo si cominciava a seguire con passione anche la squadra locale tornata da poco nella massima serie, poi addirittura capace di comprare e schierare il Pelè bianco, allora forse numero 1 al mondo. Giusto l'anno prima c'era stato il mio primo di una serie che è giunta a 34 abbonamenti (allora davano un blocchetto con 15 tagliandi che si staccavano partita per partita, prima che si passasse alla scheda perforata, poi al chip). Tifavo per l'udinese 28 partite, come Ciccio per il Catania. Quando c'erano però i colori rossoneri, non resistevo. Una volta, credo fosse il 1990, mi ha pure intervistato per Telefriuli il povero Carlo Casarsa con tanto di sciarpetta rossonera, mentre stavo chiedendo l'autografo a Donadoni, nell'occasione stranamente maleducato, nell'intervallo di una partita.
Il Milan raccolto alle soglie del fallimento da un imprenditore di successo aveva nel frattempo preso a dominare in Italia ed in Europa, ed in un modo che non poteva far presa sull'animo di un ragazzo.
Furono però quei grandi successi, in anni in cui l'Udine si barcamenava fra la A e la B, a instillare i primi dubbi sul mio rapporto con le due squadre. Un rivelatore articolo sul Messaggero nel 1996, all'indomani di Udinese - Inter 0-1 (la partita del centenario decisa da un gol di Sforza, ma ricordata dai tifosi furlans per il fallaccio di Fresi su Stroppa che rinverdì il fantasma di Righetti. Titolo dell'articolo, chissà dove si è cacciato il ritaglio: “Una sconfitta che non cancella un secolo di nobiltà”) mi illuminò sulla particolarità di questa squadra e del rapporto viscerale con il suo popolo, il mio popolo.
Mi accorsi, in breve, che la vittoria di uno scudetto non mi dava la stessa gioia di un pareggio con gol di Goitom al 90°. Una finale di coppa dei campioni vista vincere dal vivo non valeva la gioia della prima vittoria sulla Juve attesa 35 anni (grazie ancora, Oliver!).
"Son passati più di trentanni, quante gioie quanti dolori", dice uno dei nostri cori un po' vintage.
Lo spareggio salvezza con il Brescia a Bologna, in una squadra con Sensini Dell'anno Desideri Balbo e Branca.
La prima europa con la seconda squadra di Zac, inarrivabile condottiero, che fece due mesi di calcio stratosferico, senza dubbio il migliore mai espresso da queste parti. Se ci fossero stati i playoff, non c'era storia. 
L'incredibile terzo posto del 1998. Dopo la gloriosa e sfortunata notte con l'Ajax, a Natale eravamo secondi. Battuta l'Inter di Ronaldo con un gol di Biehroff al 90, quel giorno ci fermammo tutti un bel po' dopo la partita, nessuno voleva lasciare lo stadio. Di quella fantastica annata gli interisti ricordano il fallo di Juliano su Ronaldo, non quello su Pineda la settimana prima in una partita che ci poteva portare a due punti da loro; le discutibili classifiche che vengono fatte al netto degli errori arbitrali lo scudetto lo davano a noi, noi agli Onesti per antonomasia in giacca nerazzurra. A San Siro c'ero quel giorno, per la prima volta vidi la mia squadra giocarsela con il piglio della grande. C'innamoravamo sì, quell'anno al Friuli, e non solo quando segnava il tridente.
La grande cavalcata del Guido nel 1999. Ricostruì la squadra senza il fenomenale fromboliere tedesco e la portò in Europa al termine di uno spareggio che durò 98 minuti, perchè allora si giocava finchè la Juve non segnava. Ancora grande gioco e grande orgoglio di quei ragazzi.
Dopo qualche anno buio, inframezzati da gemme tipo Leverskusen, un altro quarto posto con la squadra di Spalletti. Meno spettacolare, ma tremendamente quadrata e consapevole dei propri mezzi. Champions! Il sogno di essere nell'Europa che conta, concluso malamente con la dolorosissima serata con il Barcellona.
Pochi anni dopo, tornato il nostro più grande allenatore, due straordinarie cavalcate al quarto e terzo posto consecutivo, nel segno di un piccolo grande uomo che ha realizzato il nostro sogno del campione che dice di no alla Juve per sposare la piccola Udinese.
Nel mezzo anche annate anonime, tra cui le orribili ultime due, e tanti momenti in cui la grande e definitiva impresa è stata lì, a portata di mano, che mancava solo quel tiro finito sul palo o bastava scalare meglio una marcatura.
L'essere ad un passo dall'impresa, accarezzarla e sfiorarla per poi mancarla con rimpianto mescolato all'orgoglio di averla avvicinata, ecco, questo è il leit-motiv della storia sportiva dell'Udinese, al pari del suo essere una sorta di piccola nazionale.
In questi 34 anni con la pioggia e con il sole, primi in classifica o a nelle zone basse della B, io c'ero, a sperare nell'impresa possibile ed accarezzare i sogni più improbabili, a gioire quelle volte che andava bene e a soffrire le molte altre. Ho stimato circa 600 partite di campionato, al netto di una quindicina di defaillance dettate da eventi tipo il battesimo di mio figlio o serie indisposizioni, ed un record forse non esclusivo ma bello di aver visto tutte le partite europee casalinghe della mia squadra.
I colori rossoneri li riconosco ancora, come riconosco le mura della casa paterna. Ma quelli della mia Udinese li paragonerei piuttosto ai capelli profumati della donna amata.

E allora da un po' mi unisco anch'io al coro che i nostri ultras hanno mutuato dalla magnifica hinchada del San Lorenzo (...Nosostros no somos Boca ni River Plate):

Bianconero è il mio color
la maglia che porti addosso è la mia passion
Milan Juve e Inter non fan per me
Non tifo per gli squadroni ma tifo te!

martedì 26 aprile 2016

Thank you guys

C'è un posto non molto noto, nella mia città, nel quale si dovrebbero portare i ragazzi delle nostre scuole.
Nascosto in un angolo fra la Pontebbana ed il Centro commerciale Carrefour, l'Udine War Cemetery di Adegliacco svolge al meglio la sua funzione di offrire riposo a ragazzi venuti da molto lontano e morti qui, combattendo per la libertà di cui noi oggi godiamo. E' raro infatti trovare delle macchine nel piccolo parcheggio, il libretto dei visitatori riporta per lo più i nomi dei partecipanti alla manifestazione che si svolge il 25 aprile.

Una passeggiata sul prato estremamente curato grazie alla Commonwealth War Graves Commission, consente l'occasione a momenti in cui la riflessione lascia facilmente il passo alla commozione. Sono i momenti in cui si leggono sulle lapidi, oltre gli estremi anagrafici e allo stemma del corpo di appartenenza, gli epitaffi vergati dai familiari.
Solo alcuni:
"Treasured memory 
  of a dear husband and father
  whom we shall always love"

"Our dear Dennis
  when life was brightest
  and hopes were best
  God took him to rest"

"In lovely memory
  of my darling husband
  loved and missed by all"

"And with the morn
that angel face will smile 
which we have loved 
long since and long awhile"

"Silent thougts
true and tender
God bless you, son,
we still remember"

"You have gone 
from my sight, darling
but never from my heart"

L'intenzione politicamente corretta di onorare i caduti per la nostra libertà, con sacrificio da noi dimenticato e quindi villipeso, di ricordare a noi stessi che siamo stati liberati da questi uomini arrivati dall'altro capo del mondo (Sudafrica, Nuova Zelanda oltre che Regno unito), cede allora il passo di fronte all'umana pietà per questi genitori, mogli, figli trovatisi senza l'affetto più caro.  

Cari ragazzi eravate quasi tutti in un'età in cui la morte è un lontano pensiero e la vita corre forte nelle vene. 414 persone che avrebbero ancora tanto amato, sognato, lavorato, riso, pianto.

Voglio ricordarvi qui, riportando il vostro nome di battesimo, e senza con ciò dimenticare i tredici di voi "unknown but to God".


ADAMS KENNETH WILLIAM STEWART
ADAMSON WARU
AINSWORTH
AKUIRA WIREMU RANGI
ANDREWES BART EDWARD
ARMITAGE TOM
ARNO
ARROWSMITH ERNEST RICHARD
ATKINSON NOEL JOHN
BADENHORST
BAILEY ALFRED JAMES
BAILEY
BAILEY
BALKWILL
BARHAM NORMAN ALFRED HENRY
BARTON STANLEY
BARWELL ARTHUR EDWARD
BEATTIE WILLIAM JAMES
BEDFORD ALFRED WILLIAM THOMAS
BENNETT ALBERT
BENNETT ALBERT
BENNETT
BERG ERIK CHRISTIAN
BLANN
BLOCK ARCHER JOHN LEWIS
BOARDMAN
BOND
BOREHAM ALBERT EDWARD
BREMNER ALEXANDER
BRETT
BRIDGES NORMAN GEORGE
BRIERLEY CYRIL HUGH
BRISLEN OWEN ANTHONY (TONY)
BROOKES SYDNEY
BROWN ALLAN PALMER
BROWN BRIAN WILLIAM
BROWN JAMES HENRY
BROWN JOHN
BROWN WILLIAM
BROWN WILLIAM
BUCKLEY WILLIAM
BULLIVANT ALBERT ERNEST
BUNN EDWARD BERNARD
BURGUM RAYMOND VICTOR
BUTLIN
BUTTERS
CAMERON JAMES SPALDING
CAMPBELL SYDNEY JAMES
CARA
CARLISLE
CARMAN KENNETH C.
CASEY JOSEPH BRAITHWAITE
CASTLE KENNETH H.
CHARNOCK WILLIAM M.
CLARK CHARLES SPENCER
CLARKE
CLARKE
CLEARY THOMAS DEVENEY
COHEN EPHRIAM
CONSTABLE ROBERT GEORGE
COOK
COOKE ALLEN LESLIE
COOPER WILLIAM
COPP WILLIAM
CORBIN HENRY CHARLES
CORLETT JAMES FRANCIS
CORNISH ALLAN EDWARD
COURTNEY JOHN
CRAWFORD CHARLES ERNEST
CRAWFORD JAMES
CROSS HAROLD JOSEPH
CROSSLEY WILLIE
CULLUM NOEL TENNANT
CUNNEELY HAROLD
CUNNINGHAM JOHN MCGURK
DARTER
DAVIES ALAN GRAHAM
DAVIES EMLYN
DAVIES WILLIAM THOMAS GLYN
DAVISON LEONARD
DAWSON JOHN
DAWSON
DAY MARTIN ALLAN
DAY WILLIAM JAMES
DE WINTON
DECK WILLIAM
DENTON JOHN CHARLES
DEVLIN FRANK DEVINE
DOWLING SIMON BRYAN
DOWNEY WILLIAM EDWARD
DREW HAROLD GEORGE
EARP GEORGE VIVIAN
EASTERBEE ARTHUR EDWARD
EATHERALL JAMES
EBBLEWHITE GORDON
EDWARDS CHARLES ALBERT
ELKINS ALBERT PERCY
ELLIS ROLAND EDGAR
ELLIS WILLIAM RAYMOND
EMMERSON
ETHERTON JOHN VICTOR
EVANS ARTHUR URIAH
EVANS JAMES
EVANS JOHN RICHARD
EVANSON JOHN
EVERY THOMAS ASHTON
FALCONER
FEAST IAN WILFRED
FIBACH
FLETCHER
FOORD CRESWELL DUDLEY
FORD PATRICK
FORREST JOHN FREDERICK RONALD
FORRESTER DENNIS ALBERT
FOSTER HAROLD
FOULKES SAMUEL
FOULSTON HAROLD LEONARD
FOX ARTHUR EDWARD
FOX LESLIE
FRANCIS
FRANCIS FREDERICK COLIN
FRISBEE RONALD VERNON
FULLER
FUNKEY HOWARD THOMAS
GANGE PETER THOMAS JOHN
GERAGHTY EUGENE
GIBBONS ROBERT STEPHEN
GIBBS WILLIAM JOHN
GLADSTONE DOUGLAS STUART JAMES
GODDARD
GOLDSMITH REGINALD VICTOR
GOMM ROBERT ALEXANDER
GOODLEY NELSON ROBERT
GORMLEY EDWARD
GRAY ALEXANDER ABERDEEN
GREENING FREDERICK DANIEL JOHN
GREENLAND JOHN N.
GREGSON PATRICK
GRIESEL
HALL GEORGE VERNON
HAMPSON KENNETH FRANK
HANDLEY
HANLEY MICHAEL FRANCIS
HARMAN ALFRED
HARMAN THOMAS
HAWKRIDGE JOHN
HAYNES PERCY OSWALD
HAYNES REGINALD TONY
HEADLAND ALBERT EDWIN
HEARN RAYMOND VINCENT
HEATON NORMAN HEATON
HENDERSON G. MacG.
HENDERSON JAMES WALLACE
HENDERSON JOHN THOMAS
HERRIOTT
HESKETH ALBERT
HEWARTSON KENNETH
HEYNEKE
HILL
HILL LESLIE NORMAN
HILLIER GEORGE EDWARD
HIPWELL JOHN HENRY
HODKINSON WALTER
HOEY STANLEY WILLIAM
HOPKINS JESSIE BERNARD
HORLOCK JOHN CHARLES
HORNER ROBERT F.
HOWELLS
HUBBARD LEONARD
HUGO
HUSKISSON
ISRAEL WALTER
JACK RODERICK STUART
JACKSON
JARVIS
JOHN DESMOND
JONES GEORGE THOMAS
JONES HENRY MARTIN
JONES PHILLIP EDWARD
JONES ROBERT EDGAR
JORDON
JOSEPH THOMAS HENRY
JUKES KENNETH R.
KEIL
KEMP GERALD LESLIE
KENDALL FREDERICK
KENNEDY THOMAS JAMES
KERNOHAN ALLAN WILLIAM
KERSHAW ARCHIE NOVELLO
KEWLEY
KIDNER RICHARD DAYMOND
KING ARTHUR GEORGE
KING ROY
KIRK HENRY FRANK
KLEYNER NOAH
KNAPP RONALD WILLIAM MARTIN
KNIGHT EWEN MCCOLL
KNIGHT ROBERT
KNOCKER PETER DAVID
KRUGER
LAING FRANK
LAING GEOFFREY
LARNER CHARLES ROBERT
LAWLEY HARRY GARDNER
LAWSON HAROLD
LAYCOCK FRANK
LEE HAROLD GEORGE
LEVENS WILFRED
LEWIS ISAAC
LEYLAND THOMAS
LIGHTFOOT
LINKLATER
LISTER ANTONY SANDFORD
LLOYD JAMES WILLIAM
LOWE BERNARD ALBERT
LOWE WILLIAM
LYKE
MACGUIRE
MARKS
MARSH FREDERICK PERCY
MARSHALL GEORGE
MARSTON
MARTINCICH JOSEPH
MASSON
MATSOGA
MAVUGENE
MAY JOHN
MAYNARD BERNARD H.
MEARNS
MELVAN JOHN HOLT
MELVIN GEORGE HOLT
MEPHAM HARRY KENNETH
METCALF
MIKEC MARTIN
MILLS WILLIAM
MOGRIDGE KINGSLEY GEORGE
MOKETE
MOORE FREDERICK JOHN
MORAN WILLIAM HENRY (HARRY)
MORGAN ARTHUR JAMES
MORLEY ANTHONY JOHN
MORRIS
MORRIS JAMES ARTHUR
MORRIS LESLIE
MORRIS WILLIAM EDWARD LESLEY
MOTSWAISO
MUIR MALCOLM
MURDUCK VICTOR PERCIVAL
McCABE DONALD
McCULLOCH THOMAS
McGHEE THOMAS
McGLASHAN ROBERT
McGUFFIE ANTHONY WELSH
McLEOD ANGUS
McLEOD LEONARD JOHN
McMAHON PATRICK
McNULTY THOMAS
McQUADE MATTHEW
NEUBECK WILLIAM FRANCIS
NEWBEY EDWARD WILLIAM
NEWTON
NORMAN ROBERT CHARLES
O'BRIEN DENNIS
O'SULLIVAN DANIEL
OGDEN CLIFFORD NORMAN
OSMOND CHARLES GRIFFITHS
OTHAHILE
OWENS JAMES
PALLANT HAMPDEN
PAOLA
PARK
PARKER ANDREW
PATTINSON JOHN SMITH
PEARCEY FREDERICK JOHN
PHILLIPS KENNETH TAVERNER
PICKERS HENRY JOHN CHARLES
PINNOCK STEPHEN OLAF NIGEL
POTGIETER
POULES HORACE
POUNTNEY JAMES ARTHUR
PRAINE DONALD J.
PRATT FREDERICK GEORGE
PRESTIDGE COLIN EDWARD
PURDY FREDERICK JAMES
PYOTT
QUINN JOHN
RAMSAY ALEXANDER
RANDALL CLARENCE DOUGLAS PLASSEY
RAYNS JOHN FRANCIS ANTHONY
REDFERN EDWIN CURTIS
REIM
RENNIE JAMES
RENNISON IAN
RICHARDSON
RICHARDSON ERIC PERCY
RIDGE
RIDGWAY ALBERT H.
RIDLEY
ROBINSON FRANCIS EDWARD
ROBINSON THOMAS BERTRAM
ROBINSON
ROE GEORGE HENRY
ROGAN
ROSE JOHN
ROW THOMAS
RUCK TIMOTHY BALDWIN
RUMBLE
RUSSELL DAVID
RUSSELL JOHN NORRIS
RYDER DOUGLAS MALCOLM
SADLER HORACE ALBERT
SAMBRIDGE JOHN BENNETT
SANDERSON JOHN
SARGENT LESLIE
SAUNDERS RONALD
SAVAGE TREVOR JAMES
SCHDROSKI ANTHONY
SEED VINCENT
SELLO
SHENNAN FRANK
SIME GEORGE BLAIR
SIMPSON FRANCIS
SLADE ANTHONY MICHAEL
SMILEY DAVID MONTGOMERY
SMITH ALBERT DOUGLAS
SMITH FREDERICK HORST
SMITH
SMITH JAMES
SMITH PATRICK WILLIAM
SMITH ROBERT
SMITH
SNELL JOHN VIBERT
SNOW RICHARD FREDERICK COTHAM
SOUTHGATE GEORGE THOMAS
SPENCER WILLIAM
SPINAGE FREDERICK THOMAS
SQUIBB RALPH FRANK
STABLES ALBERT
STACEY ALLAN JOHN
STAMMERS
STEPNEY HAROLD WILLIAM HENRY
STEVENS
STEWART
STIMSON EDMUND JOHN
STONE
STORMONTH DARLING JOHN SAYER
STREATFEILD-MOORE THOMAS EDWARD
SULLIVAN JAMES EDWARD PHILIP
SUTHERLAND FRANCIS GEORGE (FRANK)
SUTTON
SYMONS EDWARD WILLIAM
TAYLOR FRANK WALTER
TAYLOR SAMUEL IRWIN
TEAGUE
TELFORD LESLIE
TEWHAO THOMAS TURNER
THOMAS
THOMAS FREDERICK SIDNEY ARTHUR
THOMAS ROBERT ERNEST MEREDITH
THOMPSON
THOMSON RICHARD WRIGHT
THOMSON RONALD ROUMIEU
TOMLINSON JACK
TRIBE KENNETH HAROLD
TRUNDLE JAMES HARRY
TUNGATT DOUGLAS JAMES
TWIZELL ERIC
TYLER EDWIN ALBERT
TYREMAN ALBERT EDWARD
UECKERMANN
UNDERDOWN PERCY HARRY
VALLANCE JOHN
VALLIS
VAN RENSBURG PHILIPPUS ROEDOIF
VINCE JAMES
WACK PETER HENRI
WAINUI TATA
WALKER
WALKER ROBERT
WARNER STANLEY CHARLES
WARR DAVID GWYNNE
WATLING JOSEPH
WATT ROBERT
WATTERS JAMES WITHERS
WEAVER
WHITE ALBERT
WHITEHEAD WALTER LOYND
WHYMARK FREDERICK LEONARD
WILKINS CHRISTOPHER
WILKSON
WILLETTS RONALD WILLIAM
WILLIAMS JOHN CHARLES THEODORE
WILLIAMS LEWIS
WILLIAMS
WILSON
WINTERMAN WILLIAM ARTHUR
WOOD HENRY WILLIAM
WOODMAN ROWLAND HENRY CORN
WORTHINGTON PHILIP HUGH
WRIGHT ARTHUR BIRDWOOD
WRIGHT GEORGE THOMAS
WYBOURN JAMES AUGUSTUS EDWARD


domenica 24 aprile 2016

Formidabili quegli anni (settanta)

Il mio coetaneo Andrea Scanzi ha scritto un libro molto (auto)critico sulla mia generazione, incapace di prendere in mano il proprio destino.

Dice Non è tempo per noi (tra l'altro criticando fortemente il Liga)
E però e però...

Il decennio è cominciato con Marco Pantani (13 gennaio 1970) e si è chiuso con Valentino Rossi (16 febbraio 1979).
Nel mezzo sono nati i Campioni del mondo di Germania 2006, mondiale vinto soprattutto in virtù dei valori morali mostrati in quei 30 giorni e nei mesi precedenti.

Perfettamente a metà del decennio, ecco nascere Matteo Renzi (11 gennaio 1975) e chi scrive queste righe (24 dicembre 1974)[1].

Considerato che le cose della vita maturano un po' dopo di quelle delle sport, ci si dà qualche anno ancora per rivedere il giudizio?


[1] qui inserito per divertissement e non per megalomania, n.d.b.

Definizioni per immagini

La goduria è...

martedì 19 aprile 2016

Sogni (è tutto quello che c'è)

Riascoltata poco fa in macchina.
Tu, tu che sei diverso, almeno tu nell'universo, 
un punto sei, che non ruota mai intorno a me 
un sole che splende per me soltanto 
come un diamante in mezzo al cuore. 
Il sogno di quell'unica persona, che sta da qualche parte nel mondo, che ci può capire.
Ed amare.
Tu, tu che sei diverso, almeno tu nell'universo... 
Non cambierai, dimmi che per sempre sarai sincero
e che mi amerai davvero di più, di più, di più... 
Un sogno.

Anomali convivi

Serata in casa,  ma...
...c'è acqua nel bicchiere?



il testo dell'articolo

sabato 26 marzo 2016

Anche Paolo Poli

Altro grave lutto per il nostro Paese.


Ne ho visto un paio di spettacoli, impressionato dalla genialità espressiva e dalla vitalità. Era un legittimo erede della secolare tradizione del grande teatro italiano, di quelli che ne nasce uno uguale ogni centanni.
Di fronte a certe perdite si ha l'impressione che ci mancherà qualcosa di irripetibile, si rischia di immaginare che non siamo più in grado di produrre personalità di questa fatta.
Ma forse è vero che i grandi uomini si formano, come tutti, al termine di decenni di esperienza alla fine dei quali riconosciamo una grandezza che prima non vedevamo.
E  una nuova generazione già lavora e sogna... 

mercoledì 23 marzo 2016

La potenza di Internet

Risolve tutti i problemi spiccioli.
Restano solo quelli seri.

Ti dà tutte le informazioni possibili e immaginabili.
Manca solo la cultura.

domenica 20 marzo 2016

Hymn For The Weekend

Dopo una mesetto di blackout connettivo (coincidente con la fase acuta di quello calcistico), quel che ci vuole è un inno al colore della vita.