sabato 7 agosto 2021

Quasi quasi divento qualunquista. O forse no

Da giorni i Tg aprono con le imprese da sballo dei nostri atleti, da ultimi i formidabili velocisti della 4x100 diventati anche loro campioni olimpici.

E' bello rivedere le gare, sentirne le parole semplici come il percorso che ognuno di loro ha compiuto, quello in cui solo il lavoro, la fatica ed il sacrificio portano ai più alti risultati.

Dopo i 4-5 servizi dedicati alle Olimpiadi, ecco quelli sui provvedimenti del governo, importanti e per lo più condivisibili, tanto che non vi è grande eco di discussione sul loro inevitabile contenuto.

Arriva purtroppo il momento del pastone politico, ed ecco che personaggi di quarta schiera (talora, nondimeno, segretari di partiti politici) che rendono dichiarazioni su tutto, cercando di mettere il cappello su qualche provvedimento oppure di piantare qualche bandierina verbale su questa o quella posizione. Un vaniloquio nello sforzo inane di giustificare la propria esistenza, ecco quello che sembrano le loro parole.

Aridatece le Olimpiadi, pensiamo. Diteci le gare di domani, questo ci interessa. Di questa politica non sappiamo che farcene, e al governo c'è chi ci pensa, alla guisa di un dictator romano, il migliore di tutti noi.

Riguardiamo le lacrime di Tortu, ascoltiamo le parole di Jacobs che ha dimostrato di avere anche il piglio del leader, incrociamo lo sguardo felice di Desalu, che si fa serio quando parla del debito verso i sacrifici della madre.

Pensiamo allora che oltre alle grandi gioie sportive, forse la nuova generazione prepara, è già, un Paese migliore di quello che gli sta per lasciare la nostra. 


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