E' dura scegliere l'emozione più grande.
La più inaspettata, nella corsa più importante: Signore mio, cosa hai combinato?
E' dura scegliere l'emozione più grande.
La più inaspettata, nella corsa più importante: Signore mio, cosa hai combinato?
Da giorni i Tg aprono con le imprese da sballo dei nostri atleti, da ultimi i formidabili velocisti della 4x100 diventati anche loro campioni olimpici.
E' bello rivedere le gare, sentirne le parole semplici come il percorso che ognuno di loro ha compiuto, quello in cui solo il lavoro, la fatica ed il sacrificio portano ai più alti risultati.
Dopo i 4-5 servizi dedicati alle Olimpiadi, ecco quelli sui provvedimenti del governo, importanti e per lo più condivisibili, tanto che non vi è grande eco di discussione sul loro inevitabile contenuto.
Arriva purtroppo il momento del pastone politico, ed ecco che personaggi di quarta schiera (talora, nondimeno, segretari di partiti politici) che rendono dichiarazioni su tutto, cercando di mettere il cappello su qualche provvedimento oppure di piantare qualche bandierina verbale su questa o quella posizione. Un vaniloquio nello sforzo inane di giustificare la propria esistenza, ecco quello che sembrano le loro parole.
Aridatece le Olimpiadi, pensiamo. Diteci le gare di domani, questo ci interessa. Di questa politica non sappiamo che farcene, e al governo c'è chi ci pensa, alla guisa di un dictator romano, il migliore di tutti noi.
Pensiamo allora che oltre alle grandi gioie sportive, forse la nuova generazione prepara, è già, un Paese migliore di quello che gli sta per lasciare la nostra.
Con una delle mie uscite più consunte mi vanto che la mia generazione ha iniziato con Pantani (1970), ha vinto il mondiale in Germania (Cannavaro, Nesta, Pirlo, Gattuso, Delpiero, Totti ecc. ecc. tutti dei 70'), ha finito con Valentino (1979).
Oggi quest'ultimo campione lascia, consegnando il nostro decennio alla pensione, mentre lui non passa alla leggenda solo perchè è una leggenda già da tempo immemore.
Lorenzo ha sintetizzato il concetto paragonandolo a Jordan, Alì, Woods, Senna.
Mica male.
Direi anche Alberto Tomba, per come ha saputo essere personaggio che ha calamitato attenzioni su uno sport prima (e dopo, per lo sci: chi la guarda oggi, la Coppa del mondo per la quale ai miei tempi sospendevano le lezioni di scuola e il festival di Sanremo?) ai più sconosciuto. E ci sono anch'io tra quelli che prima del dottore un MotoGp non l'avevano visto mai.
Grande Vale, ma che tristezza.
Marcello! Marcello!
telecronaca di bragagna
Che gioia, che bellezza.
E un po' di paura di non ritrovare mai più un'altra emozione uguale, a spingerti a rivederlo ancora.
Una data da segnare con il circoletto rosso. Indimenticabile, veramente.
Un italiano che vince i 100, non pensavo l'avrei mai visto.
Un orgoglio così, forse solo il Pirata ce l'ha dato.